I film del weekend di cui più si parla raccontano storie vere: Sully parla del famoso ammaraggio di aereo di linea nel fiume Hudson, avvenuto nel 2009, e Free State of Jones racconta la storia di un uomo del sud degli Stati Uniti che negli anni della Guerra civile americana si oppose alla Confederazione e finì per creare una specie di stato autonomo. Di Sully si parla abbastanza bene, anche se ha ricevuto alcune critiche per come ha raccontato parte della storia; su Free State of Jones non circolano gli stessi pareri, ma la storia di cui si occupa è affascinante e poco conosciuta. In uno c’è Tom Hanks, nell’altro Matthew McCounaghey. L’alternativa più interessante a questi due film è La mia vita da zucchina, un film di animazione in stop-motion, cioè di quelli che ci vuole tantissimo a farli, muovendo dei pupazzi fotogramma dopo fotogramma. Se ne parla davvero molto bene. Esce anche Un Natale al sud. Che è più o meno la stessa cosa di Natale al polo nord.
Sully
È il 35esimo film da regista di Clint Eastwood. Il protagonista è Tom Hanks, che con baffi e capelli bianchi interpreta Chesley Sullenberger. Il suo personaggio divenne famoso quando a 65 anni fece un ammaraggio d’emergenza nel fiume Hudson, a New York, salvando la vita di tutte le 155 persone a bordo dell’aereo che stava pilotando. Il titolo del film è il soprannome con cui è noto Sullenberger. Il film racconta e mostra – più volte e da diversi punti di vista – i pochi minuti di quell’ammaraggio e, soprattutto, quello che successe dopo. Sullenberger fu infatti sottoposto a un’indagine interna della NTSB, l’agenzia statunitense che indaga su incidenti di treni, navi e arei. Sully aveva infatti scelto di fare l’ammaraggio perché degli uccelli avevano messo fuori uso i due motori dell’aereo, dopo aver scartato l’ipotesi di fare l’atterraggio d’emergenza su una delle due piste vicine.
Sully è un film che racconta la storia del più spettacolare atterraggio d’emergenza di sempre, fatto a New York otto anni dopo l’11 settembre, da un eroe improvvisato che salvò tutti. È un po’ retorico, e molto alla Eastwood, soprattutto nel voler forzare un contrasto tra l’individuo-eroe e il sistema che non gli crede (ne abbiamo parlato qui). Secondo molti la cosa migliore del film è l’interpretazione di Hanks, bravissimo e credibilissimo, come gli succede spesso. Alcuni hanno criticato il fatto che attorno a Hanks ci sia poca roba: tutti i personaggi che non sono Sullenberger non hanno granché da dire e sono piuttosto piatti. La trama di Sully – cioè la storia dell’ammaraggio sull Hudson – ha alcune somiglianze con quella di Flight, un film del 2013 di Robert Zemeckis e Denzel Washington, un altro che di film ne sbaglia davvero pochi.
La mia vita da zucchina
È un film franco-svizzero di animazione in stop-motion, una tecnica che consiste nel riprendere figure tridimensionali mosse manualmente fotogramma per fotogramma e in cui i fotogrammi sono uniti in sequenza per dare l’idea del movimento (è la stessa di Nightmare Before Christmas, per capirci). È anche il film che la Svizzera ha scelto di candidare agli Oscar per il Miglior film straniero. Parla di un ragazzino di nove anni (si chiama Icare ma vuole farsi chiamare Zucchina) che viene portato in un orfanotrofio dopo l’improvvisa morte della madre. All’inizio sta male e ha problemi a integrarsi, poi le cose migliorano.
Di La mia vita da zucchina si parla davvero molto bene. Giancarlo Zappoli ha scritto su MyMovies che il film «infrange una serie di tabù e trova il giusto equilibrio tra dramma, commozione e speranza». Paolo Mereghetti, uno dei più importanti critici cinematografici italiani, ha scritto sul Corriere della Sera che il film è un «capolavoro di animazione e di poesia dedicato all’infanzia e ai suoi temi più dolorosi» e che c’è un «misto di malinconia e delicata comicità». Per fare La mia vita da zucchina sono stati usati 50 personaggi alti circa 25 centimetri e 60 diversi set: ci hanno messo otto mesi per girarlo e altri otto mesi per fare tutto il resto. Insomma: quasi ogni critico ne parla benissimo. L’unica cosa è che nonostante sia un film d’animazione tratta temi particolari e non è quindi consigliato a bambini troppo piccoli. Un po’ come Anomalisa: un film dell’anno scorso, bellissimo ma decisamente per adulti.
Free State of Jones
È un film che racconta una vera e poco nota storia minore della Guerra Civile americana. Il protagonista è Matthew McConaughey e il regista è Gary Ross, famoso soprattutto per aver diretto il primo Hunger Games. McConaughey interpreta Newton Knight, un contadino e soldato del Mississippi che durante la Guerra Civile degli Stati Uniti guidò un gruppo di persone – tra cui anche schiavi neri – contro la Confederazione, l’insieme degli stati del sud che volevano una secessione dagli Stati Uniti. Dopo mesi di guerriglia Knight riuscì a creare lo “Stato libero di Jones”, una sorta di stato nello stato. Il film era attesissimo ma negli Stati Uniti e in molte altre parti del mondo è andato male: con recensioni bruttine – Rotten Tomatoes ha scritto che «Free State of Jones ha intenzioni nobilissime, ma non bastano a rimediare al modo innaturale in cui tratta un storia vera e affascinante» – e incassi molto bassi.
Nonostante le recensioni negative, in Free State of Jones c’è comunque McConaughey – uno degli attori che negli ultimi anni hanno avuto i ruoli migliori – in una parte piuttosto interessante. Se siete interessati alla vera storia di Knight, l’abbiamo raccontata qui. Se invece cercate film sulla Guerra civile americana – o su cose che la riguardano – non ne mancano: Via col vento, Glory – Uomini di gloria, Gettysburg e Lincoln sono tra quelli quasi obbligatori. Uno che come Free State of Jones parla anche del dopo è L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford, del 2007, con Brad Pitt. In quel film fu usata una canzone che c’è anche in Free State of Jones: “What Must Be Done” scritta da Nick Cave e Warren Ellis per il film L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford: così come parte di Free State of Jones è ambientato negli anni successivi alla Guerra Civile, anche se racconta tutt’altra storia.
Rock Dog
È un film d’animazione diretto da Ash Brannon e basato su un graphic novel cinese. Il protagonista è Bodi, un mastino tibetano (un cane di montagna molto peloso) che vive in un villaggio in cui non succede un granché e sogna di diventare una rock star. Il film parla di lui che prova a fare carriera nella musica, lasciando il suo villaggio. Nel film ci sono canzoni di Beck, dei Foo Fighters e dei Radiohead. Nella versione italiana ci sono invece delle canzoni di Giò Sada, il vincitore della passata edizione di X Factor.
Il miglior film d’animazione della settimana è decisamente La mia vita da zucchina; secondo i critici Rock Dog è comunque un film discreto, di certo migliore per i bambini più piccoli. Se cercate un bel film d’animazione che parli di musica, però, forse è meglio aspettare un altro mese: il 4 gennaio uscirà Sing. Il protagonista è un koala che organizza una specie di talent show musicale.
Ancora nei cinema
Da un paio di giorni Animali fantastici e dove trovarli non è più il film più visto in Italia, dopo che lo è stato per oltre due settimane. È stato superato – anche se di poco – da Sully. Se però non l’avete visto, fate ancora in tempo a recuperare. Con un po’ più di fatica dovreste trovare anche Animali notturni: un film con una fotografia eccellente e con due attori bravissimi (Amy Adams e Jake Gyllenhaal). Da una settimana è nei cinema anche Snowden, il film di Oliver Stone che parla dell’ex consulente della NSA Edward Snowden. Poi, in più, se proprio, è uscito anche Un Natale al sud, in quasi 400 cinema. Ci sono Massimo Boldi, Biagio Izzo, Enzo Salvi e Anna Tatangelo. Parla di Peppino, che è milanese, e di Ambrogio, che è napoletano. Passano il Natale insieme. Hanno due figli della stessa età. Poi malintesi, doppi sensi, cose così.