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  • Domenica 10 luglio 2016

Le proteste contro la polizia negli Stati Uniti

Migliaia di persone hanno marciato in diverse città contro le violenze della polizia contro i neri, in un clima teso a causa della strage di Dallas

(Stephen Maturen/Getty Images)
(Stephen Maturen/Getty Images)

Nella notte tra sabato e domenica ci sono state nuove proteste contro le violenze della polizia in diverse città degli Stati Uniti. Migliaia di persone hanno manifestato in maniera prevalentemente pacifica nelle città di St. Paul, in Minnesota, e a Baton Rouge, in Louisiana, dove però alcuni piccoli gruppi si sono scontrati con la polizia, che ha reagito lanciando gas lacrimogeni e arrestato 101 manifestanti. Il clima è stato molto teso quasi ovunque, a causa della strage di Dallas, in cui cinque poliziotti sono stati uccisi da un cecchino durante una manifestazione simile a quelle della notte scorsa, e della recente morte di uomini afroamericani uccisi dai poliziotti come Philando Castile e Alton Sterling.

Ci sono state proteste e marce anche a New York, Washington, Nashville e Indianapolis. I manifestanti protestano contro le violenze della polizia contro i neri, utilizzando lo slogan “black lives matter”, cioè “le vite dei neri sono importanti”, che è anche il nome di un movimento americano contro le violenze sui neri diventato molto popolare. In genere, queste manifestazioni vengono scatenate dall’uccisione di un nero considerata particolarmente ingiustificata, come ad esempio quella di Michael Brown, a Ferguson nel 2014. Dall’inizio dell’anno, la polizia americana ha ucciso 569 persone, tra cui 137 neri, secondo le statistiche del Guardian. In numeri assoluti si tratta di una cifra inferiore al quella dei bianchi uccisi (279), ma in proporzione alla popolazione i neri vengono uccisi due volte più spesso (i neri sono molto meno numerosi dei bianchi).