J. J. Abrams ha cinquant’anni

Da bambino comprò una scatola con sopra un grosso punto interrogativo, e decise di non aprirla: grazie che poi è diventato J. J. Abrams

(Alberto E. Rodriguez/Getty Images for US-Ireland Alliance)
(Alberto E. Rodriguez/Getty Images for US-Ireland Alliance)

Negli anni Settanta, quando era bambino, J. J. Abrams comprò per 15 dollari una “scatola misteriosa” da Tannen’s Magic, un negozio di magia sulla 34esima strada di New York dove lo aveva portato suo nonno. La scatola aveva un grosso punto interrogativo sopra ed era piena di trucchi di magia. Abrams però non la aprì né in quel momento né negli anni successivi: è ancora chiusa, come ha mostrato in un Ted Talk nel 2008: «Rappresenta possibilità infinite. Rappresenta speranza. Rappresenta potenziale». Quarant’anni dopo la scatola, J. J. Abrams, che sta per Jeffrey Jacob Abrams, è una delle persone più importanti e influenti di Hollywood, produttore e regista di alcuni dei film e delle serie più famose e di successo degli ultimi anni: è nato a New York il 27 giugno 1966, e oggi compie 50 anni.

Abrams si appassionò al cinema da bambino, quando i suoi idoli erano Steven Spielberg, George Lucas e John Carpenter. A 12 anni convinse il nonno – lo stesso che lo aveva portato qualche anno prima nel negozio di magia – a compragli una cinepresa Super 8, e cominciò a girare cortometraggi per la casa e per il vicinato, soprattutto horror e thriller con protagonista sua sorella più piccola, che puntualmente veniva mostrata morire in modi truculenti. Scriveva in continuazione lettere ai tecnici e ai curatori degli effetti speciali dei film di Hollywood: divenne amico in particolare con il truccatore dell’Esorcista, che gli regalò la lingua finta di Linda Blair, l’attrice che interpretava la bambina posseduta.

Con un suo amico, Matt Reeves, partecipò a un concorso per giovani registi a Los Angeles, e un giornale locale dedicò loro un articolo. Casualmente quell’articolo venne letto da Steven Spielberg, che in quel periodo stava cercando qualcuno per sistemare delle riprese in formato Super 8 che aveva fatto da ragazzo. Contattò Abrams e Reeves tramite un suo collaboratore, e i due accettarono. Qualche giorno dopo, la mamma di J. J. Abrams entrò in camera sua e vide il pavimento ricoperto della pellicola di Spielberg: «Cosa hai fatto? Ci farà causa! Perderemo la casa!», gli urlò. Abrams la tranquillizzò, dicendo che aveva tutto sotto controllo: era davvero così, e lui e Reeves guadagnarono 150 dollari lavorando per Spielberg, anche se non lo incontrarono di persona.

Abrams frequentò l’università vicino a New York, studiando letteratura inglese e storia, e continuando a girare e a scrivere. Insieme al suo amico Jill Mazursky scrisse una sceneggiatura su un carcerato che evade e si finge un importante uomo d’affari. Vendettero la sceneggiatura, dalla quale fu fatto il film Filofax – Un’agenda che vale un tesoro con Jim Belushi. L’anno dopo aver finito il college Abrams scrisse un’altra sceneggiatura su un avvocato spregiudicato che rimane gravemente ferito durante una rapina: il soggetto di Abrams piacque a Mike Nichols e a Harrison Ford, che nel 1991 ci fecero il film A proposito di Henry. Negli anni successivi Abrams scrisse altre sceneggiature per film importanti, come Amore per sempre con Mel Gibson e Chi pesca trova con Danny Glover e Joe Pesci. La svolta però arrivò quando fu chiamato a collaborare alla sceneggiatura di Armageddon, uno dei i più famosi film di azione degli anni Novanta, che inaugurò una fortunata e prolifica era di nuovi disaster movie (quelli in cui bisogna salvare il mondo dalla distruzione, in pratica).

Dopo Armageddon, Abrams si guadagnò un notevole credito a Hollywood. Aveva anche collaborato ad alcune parti della sceneggiatura di Casper, il film per ragazzi prodotto tra gli altri da Spielberg, che notò le capacità di Abrams. Alla fine degli anni Novanta Abrams lavorò con Reeves a un soggetto per la televisione che diventò Felicity, una serie televisiva su una ragazza che si trasferisce a New York per seguire un ragazzo di cui è innamorata, e che andò in onda tra il 1998 e il 2002. Felicity ebbe un grande successo e Abrams scrisse subito un’altra serie, che divenne ancora più famosa: Alias, che andò in onda per cinque stagioni su ABC e raccontava di un’agente segreta della CIA interpretato da Jennifer Garner, mischiando lo spionaggio a elementi misteriosi e di fantascienza. Alias nacque nella testa di Abrams quando iniziò a capire che l’ambientazione e i temi di Felicity, legati alla vita scolastica e sentimentale di una ragazza, gli stavano un po’ stretti: Sydney Bristow, la protagnista di Alias, fu pensata proprio come evoluzione di Felicity.

Poi, nel 2004, Abrams fece Lost. Abrams fu uno dei principali creatori della serie: diresse e co-sceneggiò il primo episodio, e collaborò a scrivere la sceneggiatura della prima stagione. Lost, che raccontava dei passeggeri di un aereo caduto nel Pacifico che devono sopravvivere su un’isola piena zeppa di misteri, è considerata la serie tv più importante di quel decennio. Rivoluzionò le precedenti idee sulle serie tv, e divenne un fenomeno collettivo come non succedeva dai tempi di Twin Peaks, e con proporzioni molto maggiori. La serie durò sei stagioni e la produzione ebbe moltissimi sbandamenti negli anni successivi. I suoi colpi di scena pazzeschi, spesso lasciati cadere nel vuoto da una sceneggiatura qualitativamente molto discontinua, la resero una serie contemporaneamente amatissima e odiata, su cui si scrisse e discusse moltissimo. Ma Lost fece di Abrams una delle persone più richieste di Hollywood. Con la serie si era affermato come un genio dell’intrattenimento, con un senso eccezionale per il mistero e per il colpo di scena. Ancora più di AliasLost fu la perfetta trasposizione cinematografica della scatola dei misteri comprata da Abrams da bambino.

Tom Cruise ha raccontato che guardò due stagioni di Alias in pochi giorni e capì che Abrams doveva dirigere Mission Impossible: III. Lui e Spielberg gli avevano già proposto La guerra dei mondi, ma Abrams aveva dovuto rinunciare perché era impegnato in altri progetti. Abrams disse a Cruise che non sarebbe riuscito a girare nemmeno Mission Impossible, ma Cruise si era fissato e convinse la Paramount a girare in anticipo di un anno La guerra dei mondi e di posticipare Mission Impossible, in modo da permettere ad Abrams di liberarsi. Nel 2008 Abrams ideò e produsse Cloverfield, un film su un mostro che attacca New York e presentato come un filmato ritrovato in una videocamera di un ragazzo. Il film ebbe un successo incredibile, guadagnando 170 milioni di dollari con un budget di 25.

Cloverfield in un certo senso era un perfetto prototipo dello stile di Abrams: partiva da un’idea vecchissima e allo stesso iconica del cinema, quella dei mostri giganti, ma era rielaborata con sapienza ricercando la complicità dello spettatore. Neanche l’idea del finto-documentario era particolarmente originale (Blair Witch Project era uscito quasi dieci anni prima) ma Abrams seppe coniugarla con il genere del disaster movie, che in quegli anni aveva raggiunto una specie di picco: in questo modo Cloverfield uscì come film apocalittico per un certo pubblico, mentre per un altro pubblico era quasi un saggio sui film apocalittici. Un altro film con diversi piani di lettura e pieno di ammiccamenti agli amanti del cinema classico fu Super 8, su un gruppo di ragazzini che assistono al deragliamento di un treno e scoprono che la loro città è piena di misteri. Super 8 fu anche il primo film in cui Abrams e Spielberg – che produsse il film – collaborarono sul serio.

Negli anni successivi Abrams diresse Star TrekStar Trek Into Darkness, gli apprezzati remake della famosissima saga di fantascienza. E nel 2015 è uscito Star Wars: The Force Awakens, il settimo capitolo di Star Wars, con il quale Abrams ha avuto il compito delicatissimo di riprendere la saga cinematografica che più di tutte le altre era oggetto di culto e venerazione da milioni di fan nel mondo. Nonostante le molte e inevitabili critiche, la maggior parte dei critici è stata d’accordo nel ritenere che Abrams ha fatto un buon lavoro, e soprattutto è rimasto sufficientemente fedele allo spirito della saga originale. L’ultimo film di Abrams è stato 10 Cloverfield Lane, un thriller ambientato interamente in un bunker antiatomico, con Mary Elizabeth Winstead, John Goodman e John Gallagher Jr. Del film non si sapeva niente fino all’uscita di un trailer poche settimane prima dell’uscita del film: e il trailer era quasi senza dialoghi (e pieno di citazioni di Lost). Il film è piaciuto molto, comunque, nonostante sia un progetto “minore” se paragonato agli altri film recenti di Abrams. Nel 2017 usciranno altri due film di Abrams: il terzo Star Trek God Particle, sempre di fantascienza.