Cosa succede tra Pizzarotti e Grillo

Il sindaco di Parma è stato sospeso dal M5S perché non aveva detto di aver ricevuto un avviso di garanzia: lui ha pubblicato delle conversazioni che sembrano dimostrare il contrario

(ANSA/US/COMUNE DI PARMA)
(ANSA/US/COMUNE DI PARMA)

Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti è stato sospeso dal Movimento 5 Stelle, partito con il quale era stato eletto nel 2012, a causa di un’indagine per abuso d’ufficio nella quale è coinvolto. L’annuncio della sospensione è arrivato ieri con un post sul blog di Beppe Grillo: Pizzarotti è accusato di non aver comunicato ai dirigenti del M5S di aver ricevuto mesi fa l’avviso di garanzia. Il post spiega che Beppe Grillo e il suo staff hanno saputo della notizia dai giornali, che ne hanno parlato per la prima volta negli scorsi giorni. Pizzarotti si è difeso spiegando che da tempo cerca di contattare il direttorio del Movimento 5 Stelle senza ricevere risposta. Pizzarotti ha postato sui social network numerosi screenshot per testimoniare questi tentativi di mettersi in contatto con i leader del Movimento.

Il caso di Pizzarotti ha attirato le attenzione dei giornali e le critiche di diversi esponenti del PD, anche perché la sua sospensione è arrivata pochi giorni dopo che il sindaco di Livorno Filippo Nogarin, indagato per un caso simile, ha ricevuto solidarietà e appoggio da tutti i leader del Movimento 5 Stelle. Nogarin è considerato un “fedelissimo” dell’attuale leadership del Movimento, che invece ha da tempo rapporti tesi e difficili con Pizzarotti. In una delle mail inviate al sindaco di Parma, Grillo scrive che Pizzarotti ha dieci giorni per presentare delle “controdeduzioni”, prima che venga presa una decisione sulla sua espulsione. Pizzarotti ha detto di non avere nulla da aggiungere.

Diversi giornalisti, che scrivono di aver avuto accesso alle chat interne utilizzate dai parlamentari del M5S e di aver parlato con fonti del movimento, sostengono che la sospensione di Pizzarotti è stata decisa dal nuovo presidente della Casaleggio Associati, Davide Casaleggio, con l’appoggio dei membri del direttorio Roberto Fico e Alessandro Di Battista. Secondo i giornalisti, il vicepresidente della Camera Luigi di Maio, sarebbe stato contrario alla sospensione, anche se pubblicamente ha detto di condividere la decisione.

Beppe Grillo, che ha firmato i post pubblicati sul blog, ha spiegato la differenza di trattamento tra Pizzarotti e Nogarin scrivendo che il primo ha tenuto nascosto per mesi l’avviso di garanzia, senza avvertire il resto del Movimento, mentre il secondo ne ha dato comunicazione immediata. In risposta, Pizzarotti ha pubblicato numerosi screenshot di conversazioni via messaggio con i due principali membri del cosiddetto “direttorio del M5S”, Luigi Di Maio e Roberto Fico. Dalle immagini sembra effettivamente che Pizzarotti e almeno un’altra persona dell’amministrazione abbiano inviato molti e insistenti SMS e messaggi su WhatsApp a Di Maio e Fico, a partire da fine gennaio: nessuno dei messaggi sembra però avere ricevuto risposta. Pizzarotti nei messaggi non si riferiva all’avviso di garanzia, ma chiedeva più volte e con insistenza di poter parlare con qualcuno dei leader del Movimento.

Sono anni oramai che il sindaco di Parma non parla o non viene invitato alle grandi manifestazioni del Movimento, che riceve critiche da commentatori e opinionisti sul blog di Beppe Grillo e che viene considerato quasi un “traditore”. Le tensioni sono iniziate poco dopo l’elezione a sindaco di Pizzarotti nel 2012, che fu festeggiata dallo stesso Grillo come un grande successo – Parma è stato il primo capoluogo di provincia amministrato dal M5S. In campagna elettorale, Pizzarotti aveva promesso di bloccare la costruzione di un inceneritore, ma la misura si era dimostrata impossibile dopo l’elezione, a causa delle pesanti penali previste dal contratto.

Da allora i rapporti tra il sindaco di Parma e il resto del M5S hanno continuato a peggiorare, anche a causa delle critiche che spesso Pizzarotti rivolgeva al Movimento in occasione delle numerose espulsioni di parlamentari avvenute dopo le elezioni 2013. La rottura principale, prima di quella questi giorni, avvenne probabilmente nel dicembre 2014, quando Pizzarotti organizzò a Parma un evento tra amministratori locali e parlamentari del Movimento che secondo i giornali rappresentava una sorta di riunione dell’opposizione interna a Grillo.

Pizzarotti è indagato nell’ambito di un’indagine sulla nomina di alcuni dirigenti del Teatro di Parma. Il sospetto dei magistrati è che, in concorso con l’assessore alla cultura Laura Ferraris, Pizzarotti non abbia rispettato tutte le procedure corrette per procedere alla nomina del direttore e di un consulente del teatro.