La camorra a Quarto e il M5S

È tornata sui giornali – per via di un'inchiesta, delle sue intercettazioni e successive polemiche – la storia del presunto sostegno della criminalità organizzata ai candidati locali del M5S in cambio di una serie di favori

Giovanni de Robbio durante un'intervista a Quarto Canale Flegreo, 6 gennaio 2015 (ANSA/PER GENTILE CONCESSIONE DI QUARTO CANALE FLEGREO)
Giovanni de Robbio durante un'intervista a Quarto Canale Flegreo, 6 gennaio 2015 (ANSA/PER GENTILE CONCESSIONE DI QUARTO CANALE FLEGREO)

Sulla Stampa di oggi c’è un articolo di Guido Ruotolo sul caso delle intercettazioni di Quarto, comune in provincia di Napoli amministrato dal giugno del 2015 da Rosa Capuozzo del Movimento 5 Stelle. Le intercettazioni sono agli atti di un’inchiesta coordinata da Henry John Woodcock della Direzione distrettuale antimafia di Napoli ed erano già state pubblicate da Il Fatto Quotidiano lo scorso 24 dicembre.

Le intercettazioni risalgono al primo giugno scorso, tra il primo e secondo turno delle comunali. Si sentono un imprenditore sospettato di legami con il clan camorrista dei Polverino, Alfonso Cesarano, e suo figlio dare indicazioni di voto per il ballottaggio a favore di Rosa Capuozzo in cambio di una serie di favori: «Adesso si deve portare a votare chiunque esso sia, anche le vecchie di ottant’anni. Si devono portare là sopra, e devono mettere la X sul Movimento 5 Stelle». Nella conversazione si fa anche riferimento a un patto che sarebbe stato fatto con Giovanni De Robbio, esponente del Movimento 5 Stelle, fino allo scorso dicembre.

Giovanni De Robbio è stato il candidato più votato per il consiglio comunale di Quarto alle ultime elezioni amministrative. Lo scorso 14 giugno era stato sospeso dal Movimento 5 Stelle e poi espulso. Dal 22 dicembre scorso era indagato, insieme ad altre due persone, per tentata estorsione aggravata nei confronti della sindaca del suo partito, Rosa Capuozzo, e per voto di scambio. Secondo la ricostruzione dell’accusa – basata su intercettazioni telefoniche, alcune testimonianze e due deposizioni in Procura di Rosa Capuozzo – De Robbio avrebbe minacciato più volte Capuozzo utilizzando una foto aerea della sua casa che mostrava un abuso edilizio per costringerla ad affidare il campo sportivo di Quarto ad Alfonso Cesarano. De Robbio avrebbe anche promesso a Cesarano un intervento per nominare un assessore con delega al Cimitero e all’Urbanistica in grado di favorirlo nei suoi affari (Cesarano gestisce un’impresa di pompe funebri) e altri interventi nelle nomine dei capi settore del municipio. De Robbio infine avrebbe promesso a Mario Ferro (ex esponente del Partito Democratico, anche lui indagato) di assumere suo figlio nel cimitero comunale in cambio di un sostegno alle elezioni.

Nelle ultime ore diversi esponenti del Partito Democratico hanno attaccato il Movimento 5 Stelle su questi presunti rapporti di alcuni suoi esponenti con la camorra. Andrea Romano, deputato del PD, ha parlato di «scenari inquietanti che richiedono risposte chiare»; Debora Serracchiani, vicesegretaria del partito, ha definito il «caso gravissimo»; Sandra Zampa, vice presidente del PD, ha criticato «il silenzio dei vertici del Movimento 5 Stelle che proprio in quel territorio vanta la presenza e l’attività di due suoi esponenti di primissimo piano, Di Maio e Fico»; l’eurodeputata Simona Bonafè ha denunciato la situazione su Twitter.

Il Movimento 5 Stelle ha risposto ma non sul blog di Beppe Grillo, come fa di solito, bensì con una nota diffusa alle agenzie di stampa in cui si dice: «Fa francamente ridere che sia il PD a ergersi a cattedra morale della politica, un partito che è persino stato in grado di sostenere un condannato come De Luca alla presidenza della Regione Campania in una lista-ammucchiata sostenuta da Ciriaco De Mita. Fa ridere sì, che sia il PD, che oggi ha fatto della questione morale una reliquia, ad avanzare lezioni di trasparenza nei confronti dell’unica forza politica onesta e pulita, qual è il M5S». Nella nota si dice anche che dal 1991 a oggi i comuni amministrati dal centrosinistra a essere stati sciolti e commissariati per infiltrazioni mafiose sono un centinaio.