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  • Martedì 1 settembre 2015

Il logo di Tokyo 2020 è da rifare

Dopo settimane di polemiche e accuse di plagio, il comitato organizzatore ha ritirato il logo già presentato e ricomincerà da capo

Il designer Kenjiro Sano durante la presentazione del logo di Tokyo 2020 lo scorso luglio (TORU YAMANAKA/AFP/Getty Images)
Il designer Kenjiro Sano durante la presentazione del logo di Tokyo 2020 lo scorso luglio (TORU YAMANAKA/AFP/Getty Images)

Il comitato organizzatore delle Olimpiadi di Tokyo, che si terranno nel 2020, ha ritirato il logo della manifestazione sportiva presentato poco più di un mese fa. La decisione è stata assunta in seguito alle numerose accuse di plagio nei confronti del designer Kenjiro Sano, che lo aveva ideato vincendo il concorso indetto dagli organizzatori. Secondo le accuse, Sano avrebbe tratto ispirazione e di fatto copiato altri loghi per realizzare quello di Tokyo 2020. La polemica andava avanti già da qualche settimana e, davanti a diverse prove, gli organizzatori hanno preferito rinunciare al lavoro di Sano.

Il logo assomiglia soprattutto a quello del Teatro di Liegi, in Belgio, e proprio il suo progettista Olivier Debie aveva fatto causa al Comitato Olimpico Internazionale dicendo che il disegno di Sano viola le leggi sul copyright per la vistosa somiglianza con il suo, realizzato due anni fa. Gli organizzatori di Tokyo 2020 avevano risposto alle accuse di Debie dicendo che non si trattava di una violazione perché il logo del Teatro di Liegi non è un marchio registrato. La scorsa settimana il responsabile del comitato organizzatore, Toshiro Muto, aveva detto di essere convinto che “il design del logo delle Olimpiadi di Tokyo è originale: è un elemento grafico potente e al tempo stesso semplice”, ripromettendosi di continuare a sostenerlo e di mantenerlo come simbolo per i giochi giapponesi. In seguito altri esperti di tipografia e loghi avevano fatto notare che quello di Sano ricorda vistosamente alcuni lavori del tipografo, scrittore e designer tedesco Jan Tschichold.

tokyo2020

Sano aveva sostenuto di essersi ispirato al logo delle Olimpiadi di Tokyo 1964 e di non avere mai visto prima in vita sua il logo di Debie del Teatro di Liegi. In passato il designer aveva comunque avuto qualche altro problema, con accuse e sospetti circa il plagio di alcuni lavori per i suoi progetti.

tokyo64

Gli organizzatori di Tokyo 2020 dovranno ora commissionare la realizzazione di un nuovo logo, cosa che richiederà probabilmente qualche mese di lavoro. Oltre alle Olimpiadi, nei prossimi anni il Giappone ospiterà anche i Mondiali di rugby del 2019, e sono già emersi alcuni problemi organizzativi. A luglio il governo giapponese ha abbandonato il progetto molto ambizioso per la realizzazione di uno stadio che sarebbe dovuto servire per entrambi gli eventi sportivi: sarebbe dovuto costare circa 1 miliardo di dollari, ma le previsioni dei costi sono quasi raddoppiate inducendo gli organizzatori a rinunciare all’iniziativa. La versione modificata, e più economica, dello stadio non sarà probabilmente pronta per i Mondiali di rugby del 2019 e ci sono forti dubbi sul fatto che possa esserlo per le Olimpiadi dell’anno seguente.