Silvio Berlusconi e le ragazze, di nuovo

Cos'è la cosiddetta inchiesta "Ruby ter", chi coinvolge e da dove nasce

Silvio Berlusconi e Karima el-Mahroug, Ruby (AP Photo/ Gregorio Borgia, Kerstin Joensson, Files)
Silvio Berlusconi e Karima el-Mahroug, Ruby (AP Photo/ Gregorio Borgia, Kerstin Joensson, Files)

Negli ultimi giorni Silvio Berlusconi è tornato sulle prime pagine di diversi giornali nazionali: le notizie riguardano stavolta le indagini del cosiddetto processo “Ruby ter”, che si sono concluse qualche giorno fa e che hanno a che fare con la presunta compravendita di testimonianze fatta da Berlusconi. L’ex presidente del Consiglio è indagato per corruzione in atti giudiziari.

“Ruby” e “Ruby bis”, in breve
Nel marzo del 2015 la Corte di Cassazione ha confermato definitivamente la non colpevolezza di Silvio Berlusconi nel processo Ruby. Berlusconi era accusato di avere avuto rapporti sessuali a pagamento con una minorenne marocchina, Karima el Marough, “Ruby”, benché fosse consapevole che era minorenne, e anche di aver chiamato tra il 27 e il 28 maggio del 2010 la Questura di Milano abusando del suo ruolo di presidente del Consiglio per indurre il capo di Gabinetto, Pietro Ostuni, ad affidare la ragazza – trattenuta per un sospetto furto – a Nicole Minetti, all’epoca consigliera regionale del PdL in Lombardia e sua amica personale.

Il 24 giugno del 2013 Silvio Berlusconi era stato condannato in primo grado a sei anni di reclusione per concussione per costrizione, più un anno per prostituzione minorile, e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. La seconda Corte d’appello di Milano aveva poi assolto Berlusconi per la concussione «perché il fatto non sussisteva», e per induzione alla prostituzione minorile «perché il fatto non costituiva reato» (Berlusconi non era cioè consapevole che la ragazza fosse minorenne). Dopo l’assoluzione in appello, la procura generale di Milano aveva presentato ricorso in Cassazione; la Corte di Cassazione aveva però confermato l’assoluzione.

Nel luglio del 2013, sempre in primo grado, per gli stessi fatti di cui era accusato Berlusconi ma in un processo separato – “Ruby bis” – la quinta sezione penale del tribunale di Milano aveva condannato Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti per induzione e sfruttamento della prostituzione. Mora e Fede erano stati condannati a 7 anni e all’interdizione perpetua dei pubblici uffici, mentre Minetti aveva ricevuto una condanna a 5 anni di reclusione e 5 anni di interdizione. Da questi due processi nasce “Ruby ter”.

“Ruby ter”
Lo scorso 30 giugno la procura di Milano ha chiuso l’indagine “Ruby ter” sulla presunta compravendita di testimonianze fatta da Berlusconi. Secondo l’accusa Berlusconi avrebbe corrotto le ragazze che hanno partecipato alle feste ad Arcore e le avrebbe indotte a dare false testimonianze nei processi “Ruby” e “Ruby bis”. L’inchiesta ha origine dalle motivazioni delle sentenze di quei due processi di primo grado nei confronti di Berlusconi, Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti, e per i quali il tribunale rinviò gli atti alla procura perché procedesse per valutare un eventuale condizionamento dei testimoni.

Le accuse e le persone coinvolte
Nell’inchiesta si parla di circa sette milioni di euro che sarebbero stati consegnati a Karima El Mahroug, e in totale di 10 milioni di euro usati per corrompere le ragazze. Berlusconi è accusato di corruzione giudiziaria per aver pagato delle persone per dire il falso. I pagamenti consistevano, secondo l’accusa, in versamenti di denaro, regali, case, pagamenti di bollette e spese mediche effettuati – si legge dall’avviso di conclusione delle indagini – «fino a ieri» cioè fino al 29 giugno 2015 e dal 23 novembre del 2011.

In tutto, nell’inchiesta, risultano indagate 34 persone a vario titolo per concorso in corruzione giudiziaria e falsa testimonianza. Tra loro, oltre a Berlusconi, sono indagati Luca Giuliante, avvocato di Milano e presunto corruttore, Carlo Rossella, presidente di Medusa film, diciannove ragazze che parteciparono alle feste, la senatrice di Forza Italia Maria Rosaria Rossi, il cantante Mariano Apicella, la funzionaria di Polizia Giorgia Iafrate, accusata di aver detto il falso su come fu affidata Ruby a Nicole Minetti la sera di maggio 2010, dopo un arresto per furto. Sono indagati anche Giorgio Puricelli, fisioterapista del Milan eletto consigliere regionale in Lombardia nel 2010, Giuseppe Estorelli, caposcorta di Berlusconi, che aveva negato di aver passato il suo telefono a Berlusconi dopo aver chiamato Pietro Ostuni, capo di gabinetto della questura di Milano, la notte in cui venne fermata Ruby.

Intercettazioni, pagine di diario, lettere
Tra gli atti dell’indagine “Ruby ter” ci sono diverse telefonate intercettate tra alcune delle ragazze che hanno frequentato Arcore e Silvio Berlusconi, pagine di diario e lettere, documenti contabili, filmati coi telefonini, contratti di lavoro, che sono stati pubblicati in parte sui giornali negli ultimi giorni. C’è per esempio una telefonata registrata il 20 giugno del 2013 di Alessandra Sorcinelli e Barbara Guerra con Berlusconi sul fatto che il ragioniere Giuseppe Spinelli, suo stretto collaboratore, si stava negando alle ragazze che aspettavano da lui dei versamenti:

Berlusconi: «lo adesso ho dato a Spinelli il benestare per darvi i soldi per andare in America!».
Sorcinelli: «Ah! E invece Spinelli dice di no».
Berlusconi: «Ma come no! Lo chiamo, lo chiamo subito!».
Interviene Guerra: «Silvio, sono Barbara, io sono stanca di essere presa per il culo! Scusami il termine, adesso sono veramente stanca!».
Berlusconi: «Ho fatto un assegno io ieri di 160.000 euro per pagare i mobili della casa…».
Guerra: «Ascolta, Silvio, non è casa mia quella! Sono in mezzo a una strada ancora! Dopo 4 anni di merda! Ma stiamo scherzando? Basta!, eh?».
Berlusconi: «Come scherzando?».
Guerra: «Basta esser presa per il culo, sono stanca! Stanca! Ogni anno stiamo dentro cosi! Basta!».
Berlusconi: «Guarda che io non capisco niente…».
Guerra: «No, capisci invece! Capisci bene!».
Berlusconi: «Allora cosa faccio?».
Sorcinelli: «Se puoi chiamare subito Spinelli…sì, di fare il bonifico, e poi ci vediamo».
Berlusconi: «Va bene, se c’è il bonifico non c’è bisogno di vederci» ad Arcore.
Sorcinelli: «No no, veniamo anche se c’è il bonifico».

C’è anche una lettera dell’ex fidanzato di Karima El Mahroug, Luca Risso, inviata a Berlusconi:

«La mia vita prese il colpo di grazia nel 2012, quando Lei, per non far testimoniare Ruby a dicembre, ci chiese di andare via e tornare dopo il 10 gennaio. Così, dopo aver visto Maria Rosaria Rossi (assistente di Berlusconi e parlamentare di Forza Italia, indagata per falsa testimonianza, ndr) che ci diede i soldi per andare via, partimmo per il Messico».

Ci sono delle pagine di diario di una ragazza all’epoca minorenne, Iris Berardi, che, dicono gli inquirenti, «descrive esplicitamente uno specifico dettaglio di un rapporto sessuale da lei avuto con Berlusconi». E ci sono infine una serie di sms che un’altra ragazza, Marysthell Polanco, ha inviato all’avvocato Ghedini:

«Volevo dirti che siamo molto dispiaciute col dottore xke’ nn ci riceve e ci chiude le porte, cose che prima nn faceva (…) Nn ce la faccio più a tenere vostre bugie e la vostra presa per il culo lui aveva promesso pagare il mio avvocato e ha fatto delle promesse quando ci ha detto di venire da voi a dire le bugie, mi ha usata e nn me ne frega andare in galera per colpa di lui, dirò tutto come sta ho tutte le prove».