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  • Mercoledì 27 maggio 2015

Cosa ha deciso l’UE sull’immigrazione

Circa 40 mila immigrati richiedenti asilo che ora sono in Italia e in Grecia dovranno essere accolti da altri stati dell'Unione Europea

Dei migranti afghani dopo il loro arrivo a Kos, in Grecia, il 27 maggio (ANGELOS TZORTZINIS/AFP/Getty Images)
Dei migranti afghani dopo il loro arrivo a Kos, in Grecia, il 27 maggio (ANGELOS TZORTZINIS/AFP/Getty Images)

La Commissione Europea ha approvato un piano che ridefinisce i principi in base ai quali i 28 stati membri dell’Unione Europea dovranno accogliere gli immigrati richiedenti asilo. La decisione riguarda la ridistribuzione tra gli stati dell’Unione Europea di circa 40 mila immigrati richiedenti asilo: 24 mila di loro sono al momento in Italia, 16 mila sono invece in Grecia. Gli immigrati saranno trasferiti in base a quattro criteri: la popolazione (che inciderà al 40 per cento), il PIL (un altro 40 per cento), la disoccupazione e il numero di richiedenti già accolti (entrambi al 10 per cento). Più sono gli abitanti e maggiore è il PIL, più saranno quindi i migranti che uno stato dovrà accogliere.

Il piano sarà finanziato con 240 milioni di euro: ogni stato riceverà infatti 6.000 euro per ogni immigrato richiedente asilo che accoglierà. Il provvedimento si divide in due parti: una riguarda l’immediata risposta all’attuale situazione di emergenza dei 40 mila migranti che si trovano in Grecia e Italia, l’altra riguarda un diverso approccio alla gestione dei flussi migratori per il medio e lungo termine. Questa seconda parte del provvedimento riguarda la ridistribuzione di altri 20mila migranti entro i prossimi due anni, nuove direttive per prendere le impronte digitali dopo gli sbarchi e misure per ostacolare il traffico di esseri umani.

Come spiega il Sole 24 Orefinora è stato in vigore il Principio di Dublino, in base al quale si decise – sempre a livello europeo – che “l’immigrato in cerca di asilo sarebbe stato accolto dal paese di primo sbarco”. La decisione di oggi della Commissione Europea fa riferimento a un articolo che disciplina le situazioni di emergenza e le identifica – rispetto all’immigrazione – in quelle in corso in Italia e in Grecia. La redistribuzione riguarderà tutti i paesi membri dell’UE eccetto la Danimarca, a cui i trattati precedenti in vigore permettono di tirarsi indietro; Regno Unito e Irlanda, sempre in base a quanto prescritto dai precedenti trattati, parteciperanno solo se lo decideranno. La proposta deve essere ora adottata dal Consiglio europeo con voto a maggioranza qualificata. La redistribuzione riguarda per il momento le persone che hanno diritto a ricevere asilo – principalmente siriani ed eritrei – e sono arrivate dopo il 15 aprile; i singoli paesi potranno tirarsi indietro per motivi di ordine pubblico.

La discussione sul tema dell’immigrazione in Europa si era fatta più intensa nei primi mesi del 2015, anche in seguito al grave incidente del 19 aprile scorso a Lampedusa in cui erano morti diverse centinaia di migranti. Il 13 maggio la Commissione Europea aveva approvato un documento che conteneva alcune nuove proposte su come gli stati europei avrebbero dovuto gestire il fenomeno dell’immigrazione tra il 2015 e il 2020: già in quel documento erano state poste le basi per quanto deciso oggi e si era stabilito di aumentare i fondi e i mezzi usati per le operazioni congiunte di Frontex, Triton e Poseidon, nel 2015 e nel 2016.

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