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  • Venerdì 24 aprile 2015

Cosa farà l’Europa sull’immigrazione

Il Consiglio europeo ha deciso di triplicare i fondi per Triton e ha parlato genericamente di lotta al traffico illegale dei migranti: ma si poteva fare di più, ha detto Jean-Claude Juncker

Italian Prime Minister Matteo Renzi, left, walks with Greek Prime Minister Alexis Tsipras, second left, during a group photo opportunity at an emergency EU summit in Brussels on Thursday, April 23, 2015. EU leaders are facing calls from all sides to take emergency action to save lives in the Mediterranean, where hundreds of migrants are missing and feared drowned in recent days. (AP Photo/Francois Walschaerts)
Italian Prime Minister Matteo Renzi, left, walks with Greek Prime Minister Alexis Tsipras, second left, during a group photo opportunity at an emergency EU summit in Brussels on Thursday, April 23, 2015. EU leaders are facing calls from all sides to take emergency action to save lives in the Mediterranean, where hundreds of migrants are missing and feared drowned in recent days. (AP Photo/Francois Walschaerts)

Ieri, giovedì 23 aprile, si è svolto il Consiglio Europeo straordinario sulla questione dei migranti nel Mediterraneo. Il Consiglio – che riunisce i capi di stato e di governo dei paesi dell’Unione europea e le cui decisioni definiscono le priorità e gli orientamenti politici generali dell’UE ma non hanno valore di legge – era stato convocato su richiesta del governo italiano dopo il naufragio nel Canale di Sicilia di un’imbarcazione proveniente dalla Libia in cui si teme siano morte circa 900 persone. Al termine della riunione, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker hanno tenuto una conferenza stampa per spiegare le conclusioni del vertice. Matteo Renzi ha detto di essere soddisfatto e ha parlato di un «grande passo in avanti». Juncker ha invece riassunto le decisioni prese soprattutto in materia di accoglienza dei rifugiati commentando: «Avrei voluto che fossimo più ambiziosi».

Traffico e scafisti
Una delle principali decisioni prese dal Consiglio europeo di ieri riguarda la lotta contro i trafficanti nel rispetto del diritto internazionale. Prevede di:

– smantellare le reti dei trafficanti, assicurare i responsabili alla giustizia e sequestrare i loro beni, grazie all’azione delle autorità degli Stati membri in cooperazione con l’agenzia dell’Unione europea per la lotta al crimine EUROPOL, l’agenzia per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne (FRONTEX), l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (EASO) e EUROJUST, un organo giudiziario dell’Unione europea composto da un pubblico ministero, un giudice o un funzionario di polizia per ogni stato che coordina le indagini e le azioni riguardanti almeno due paesi membri relative a gravi forme di criminalità. Il Consiglio ha anche deciso di intensificare l’attività di intelligence e cooperazione di polizia con i paesi terzi;

– prendere misure sistematiche per individuare, fermare e distruggere le imbarcazioni prima che siano usate dai trafficanti anche attraverso l’avvio di una possibile operazione di politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC);

– portare avanti una cooperazione contro le reti dei trafficanti attraverso EUROPOL (European Police Office) per individuare i contenuti diffusi su internet dai trafficanti allo scopo di attrarre migranti e rifugiati e per chiederne la soppressione, nel rispetto delle costituzioni nazionali.

Il Consiglio non ha comunicato in che modo intende raggiungere questi obiettivi – quindi non è stato specificato per esempio se le imbarcazioni saranno distrutte o sequestrate – e non ha specificato come intende mettere in pratica un controllo più stringente dei traffici nei paesi di provenienza dei migranti, o di partenza delle barche. Come ha notato giustamente Quentin Sommerville, corrispondente di BBC in Medio Oriente: «Come può l’Europa mettere in sicurezza le sue frontiere se la Libia è incapace di sorvegliare e controllare i 4000 chilometri di confini con il resto dell’Africa?»

 

Rafforzare la presenza in mare
Saranno almeno triplicati (nel 2015 e 2016) i fondi per la missione Triton, che prevede che venga compiuta una sorveglianza delle frontiere esterne dell’Ue entro trenta miglia delle coste, e Poseidon, che è invece l’operazione di controllo che riguarda in particolare la Grecia. Sarà inoltre incrementato il numero dei mezzi usati per mettere in pratica entrambi i programmi. I mandati non saranno però modificati e si concentreranno soprattutto sul controllo e non sul soccorso dei migranti.

Prevenire i flussi migratori illegali
Sarà limitato il flusso dell’immigrazione irregolare attraverso una maggiore collaborazione con i paesi di origine, seguendo due linee guida:

– incrementare il sostegno, tra gli altri, alla Tunisia, all’Egitto, al Sudan, al Mali e al Niger per il monitoraggio e il controllo delle frontiere e delle rotte terrestri; promuovere la riammissione nei paesi di origine;

– mobilitare tutti gli strumenti per il transito dei migranti non autorizzati, in stretta collaborazione con l’Organizzazione internazionale per le migrazioni; istituire, nel rispetto del diritto di chiedere asilo, un nuovo programma di rimpatrio per un celere rientro dei migranti illegali dagli stati membri.

Rafforzare la solidarietà e la responsabilità interne
Sarà rafforzata la protezione dei rifugiati. Il Consiglio ha deciso che l’Unione europea deve aiutare i paesi di arrivo dei migranti organizzando ad esempio la ricollocazione dei migranti stessi negli altri paesi membri su base volontaria.

La Francia si è già detta disposta ad accogliere tra i 500 e i 700 profughi siriani, ma durante il Consiglio non è stata stabilita nessuna cifra – nemmeno indicativa – sul numero dei rifugiati che l’Ue è pronta ad accogliere. Il presidente Juncker, durante la conferenza stampa, ha ammesso che sul fronte dei ricollocamenti avrebbe «voluto un risultato più ambizioso». Juncker avrebbe richiesto che il numero fosse di almeno 10 mila persone, ma la sua linea non è stata appoggiata e è stato deciso di togliere da questo punto ogni riferimento numerico.