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  • Sabato 22 novembre 2014

Si vota un nuovo Parlamento in Bahrein

Sono le prime elezioni parlamentari dall'inizio della Primavera araba, nel 2011: l'opposizione sciita ha annunciato di volerle boicottare

Sabato 22 novembre, nel regno del Bahrein – un piccolo paese di poco più di un milione di abitanti nel Golfo Persico, in Medio Oriente – si vota per le prime elezioni parlamentari dall’inizio della Primavera Araba, nel febbraio 2011. I partiti dell’opposizione sciita hanno annunciato che boicotteranno il voto e i loro leader hanno detto che le elezioni sono un tentativo di instaurare un regime assoluto. Negli ultimi giorni in Bahrein ci sono stati diversi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza: nel paese gli sciiti sono la maggioranza, anche se il governo è controllato da una monarchia sunnita. Formalmente il regno è una monarchia costituzionale, ma il parlamento non possiede una vera e propria autonomia e la magistratura non è indipendente. Per questo motivo il Bahrein è considerato da molti una monarchia assoluta.

In Bahrein le prime proteste – che poi furono incluse nell’ampio fenomeno della “Primavera araba” – si svilupparono nella capitale, Manama, nel febbraio del 2011. Dopo un mese di scontri, il governo sunnita chiese aiuto alla vicina Arabia Saudita, paese sunnita, che si opponeva in maniera molto netta alle Primavere arabe (sia per ragioni di alleanze – per esempio il regime saudita era alleato con Hosni Mubarak, il presidente egiziano che fu deposto con la Primavera araba – sia per ragioni di stabilità interna – nell’est del paese sono concentrati gli sciiti che periodicamente protestano per avere più diritti). Come risposta, i sauditi mandarono in Bahrein truppe e mezzi militari. La repressione saudita causò decine di morti e migliaia di arresti. Da allora le proteste e le manifestazioni non si sono mai fermate: soltanto quest’anno circa un centinaio tra manifestanti e agenti di sicurezza sono stati uccisi. La scarsa copertura delle proteste da parte della stampa araba è stata oggetto di numerose critiche.

Nonostante il Bahrein abbia più di un milione di abitanti, solo 350 mila persone hanno il diritto di voto. Più di metà della popolazione è formata da immigrati: il gruppo più numeroso sono gli indiani, circa 300 mila. Gli elettori dovranno rinnovare i 40 membri del parlamento scegliendo tra 266 candidati, quasi tutti di religione sunnita. I leader del principale partito sciita, al-Wefaq, hanno detto che le elezioni sono una frode. Oltre a maggiori diritti civili, i leader dell’opposizione chiedono che venga introdotta l’elezione diretta del primo ministro, figura che al momento viene nominata dal re.

Il Bahrein è un importante alleato degli Stati Uniti e uno dei paesi arabi che hanno aderito alla coalizione contro lo Stato Islamico, il gruppo fondamentalista sunnita che occupa parte dell’Iraq nord-occidentale e della Siria orientale. Il Bahrein ospita la base della Quinta Flotta, una delle unità responsabili degli attacchi aerei contro lo Stato Islamico. Viene considerato molto importante per gli equilibri dell’area mediorientale soprattutto per via delle interferenze dell’Iran: molti paesi sunniti, infatti, criticano da anni il governo iraniano accusandolo di sostenere l’opposizione sciita e di tentare in questo modo di rovesciare la monarchia.