I 35mila trichechi su una spiaggia in Alaska

Le temperature più alte sciolgono i blocchi di ghiaccio e loro si ammassano a terra, ma mai così tanti: agli aerei è stato ordinato di tenersi lontani per non disturbarli

La foto, scattata il 27 settembre dagli scienziati della NOAA, mostra circa 35 mila trichechi nella spiaggia di Point Lay, in Alaska. 
(AP Photo/NOAA, Corey Accardo)
La foto, scattata il 27 settembre dagli scienziati della NOAA, mostra circa 35 mila trichechi nella spiaggia di Point Lay, in Alaska. (AP Photo/NOAA, Corey Accardo)

Sabato scorso durante una ricognizione aerea gli scienziati della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) – l’agenzia federale statunitense che si occupa di clima e meteorologia – hanno avvistato e fotografato 35mila trichechi, ammassati su una spiaggia non lontano dal villaggio di Point Lay, nell’Alaska nord-occidentale. Solitamente i trichechi non si spingono sulla terraferma, ma trascorrono il tempo sul ghiaccio marino – i blocchi di ghiaccio galleggiante formatisi dal congelamento delle acque superficiali – da dove cacciano molluschi e crostacei e si riposano tra uno spostamento e l’altro. Gli scienziati però non sono riusciti ad avvistare nessun blocco di ghiaccio nella zona: è normale che in estate si sciolgano per l’aumento della temperatura, ma negli ultimi anni il fenomeno è più frequente a causa del riscaldamento climatico, che rende sempre più difficile la ricomparsa dei blocchi e più facile il loro scioglimento. Secondo un rapporto della NOAA pubblicato a settembre la temperatura della superficie dell’acqua nel Nord Pacifico non è mai stata così alta per così tanto tempo.

La scomparsa dei blocchi di ghiaccio è un fenomeno relativamente recente e in rapido aumento: stando ai dati del WWF la perdita di ghiaccio marino nelle regioni artiche è stata del 3,5-4,1 per cento ogni dieci anni, dal 1979 al 2012. I trichechi vennero avvistati per la prima volta sulle coste dell’Alaska nel 2007, e poi di nuovo nel 2009, nel 2011 e nel 2013. Quest’anno sono stati osservati non lontano da Point Lay il 12 settembre – erano circa 10 mila – e poi di nuovo il 23 settembre, quando il numero era sceso a 1.500 esemplari. Quello di sabato è il più grande avvistamento di trichechi sulla terraferma nelle regioni artiche statunitensi.

I trichechi sono animali solitari, raramente vivono ammassati tra loro: quand’è accaduto in passato, molti sono morti nella lotta per procurarsi il cibo oppure schiacciati da altri trichechi. Per questo gli scienziati stanno cercando di evitare che si spaventino e inizino a scappare improvvisamente, calpestando gli esemplari più piccoli e deboli. Hanno invitato giornalisti e curiosi a tenersi a distanza dalla zona, mentre la Federal Aviation Authority, l’agenzia federale statunitense che regola l’aviazione civile, ha ordinato ai piloti di modificare le rotte e tenersi a un’altezza di circa mezzo chilometro per gli aerei e un chilometro per gli elicotteri – più rumorosi – quando sorvolano la zona. Intanto gli enti statunitensi stanno discutendo se garantire maggiori protezioni ai trichechi e includerli tra le specie a rischio.