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  • Sabato 9 agosto 2014

I minuti precedenti alle dimissioni di Richard Nixon, recitati

Un comico inglese ha interpretato uno dei momenti più surreali della storia politica americana, per raccontare il "senso dell'umorismo involontario" dell'ex presidente

Ieri, quaranta anni fa, l’allora presidente statunitense Richard Nixon fece un discorso in televisione per annunciare le sue dimissioni. Quel discorso, che arrivò dopo lo scandalo del cosiddetto caso Watergate, fu ripreso dalla stampa di tutto il mondo e divenne uno dei momenti più importanti della politica americana degli ultimi cinquant’anni: fino a quel momento, infatti, non era mai successo che un presidente statunitense si dimettesse (e non sarebbe più successo nemmeno in seguito). Anni fa circolò un video che mostrava i minuti precedenti alla registrazione di quel discorso: mostravano un Nixon curiosamente rilassato e di buonumore, mentre scherzava con alcune persone presenti nella stanza visibilmente imbarazzate.

Quella scena un po’ surreale è stata recentemente recitata dall’attore comico inglese Harry Shearer nell’ambito della serie televisiva Nixon’s the Oneche ricostruisce alcuni momenti della carriera di Nixon sulla base delle registrazioni e documenti dell’epoca. Nixon’s the One si compone di cinque episodi di mezz’ora ed è andata in onda quest’anno nel Regno Unito, mentre sarà trasmessa in autunno negli Stati Uniti. Shearer, che ha 70 anni ed è noto per avere interpretato il bassista Derek Smalls nel film This Is Spinal Tap e per avere doppiato molti personaggi della serie animata I Simpson, ha detto di avere a lungo studiato Nixon e di avere voluto riprodurre fedelmente «ogni parola, ogni pausa, ogni intonazione, al meglio delle mie possibilità». Shearer ha spiegato al New Yorker di avere sviluppato negli anni una specie di ossessione per Nixon, che reputa avere posseduto «un bizzarro e notevolmente inconsapevole senso dell’umorismo», e di avere deciso di produrre la serie per «riportare questo fatto all’attenzione del pubblico».

Nel video, Shearer – come Nixon, in quello originale – cerca di fare lo spiritoso con le altre persone nella stanza, senza grande successo: quando entra nella stanza e si dirige verso la scrivania, dice alla persona che stava provando la sua sedia una cosa del tipo «ehi, tu sei più bello di me, perché non resti qui?». Poco dopo dice che i biondi in foto vengono meglio rispetto alle persone dai capelli scuri: «perché tu sei biondo, giusto?», chiede alla persona che è seduta al suo posto. Più avanti, dice a un fotografo nella stanza: «non voglio far arrabbiare gli altri fotografi facendotene fare troppe, basta». Poco prima della registrazione, dice scherzando che vorrebbe che un membro dei servizi segreti presente nella stanza andasse via, oppure restasse a patto di rimanere in silenzio. Shearer ha inoltre incluso alla fine del video una frase assente nella registrazione originale, ma che è stata pronunciata dal presidente secondo la nota di una persona nel suo staff: nella scena finale, si vede Nixon augurare a tutti «un buon Natale», sebbene fosse solo agosto.

Racconta Shearer che «se tu fossi un comico, dopo un paio di battute del genere dovresti fermarti: invece lui va avanti. Per anni sono rimasto confuso da quell’atteggiamento. Non poteva semplicemente sedersi e stare tranquillo fino all’ora del discorso? Che stava succedendo?». Shearer racconta di essersi risposto che Nixon «così facendo ha ottenuto che le persone all’interno della stanza uscissero fuori e dicessero “non era né depresso né arrabbiato. Cielo! Era la persona più gentile del mondo”».

(Otto cose su Richard Nixon)

Nixon era in carica dal 20 gennaio del 1969, e alla fine del primo mandato – nell’autunno del 1972 – fu rieletto con uno dei margini più larghi della storia elettorale statunitense. Dall’estate del 1972 Nixon fu coinvolto in uno dei più grossi scandali della storia politica americana: il 17 giugno del 1972 cinque uomini vennero arrestati per essersi introdotti negli uffici del comitato elettorale del partito democratico all’Hotel Watergate, di Washington D.C.. Più avanti, e grazie a una serie di articoli dei giornalisti Bob Woodward e Carl Bernstein apparsi sul Washington Post, divenne chiaro che gli scassinatori facevano parte di un sistema di controllo e spionaggio del partito repubblicano nei confronti del partito democratico. Emerse anche che lo stesso Nixon cercò in seguito di sabotare le indagini sulla vicenda.

Dopo circa due anni dall’inizio del caso Watergate, e quasi costretto da una notevole campagna a favore dell’impeachment – un meccanismo di rimozione del presidente degli Stati Uniti, che non può essere costretto ad abbandonare l’incarico per un voto politico di sfiducia, come accade in altri sistemi – Nixon presentò le sue dimissioni. Oggi moltissimi americani – e non solo americani – lo ricordano come il prototipo del politico disonesto e senza scrupoli: a mantenere questa immagine hanno contribuito negli anni due grandi film come Tutti gli uomini del presidente (1976) e Frost/Nixon (2008). Nixon fu in seguito graziato dal suo successore Gerald Ford e passò il resto dalla sua vita proseguendo la propria carriera politica e scrivendo libri. Morì il 22 aprile del 1994, a 81 anni, a causa di un infarto.