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  • Domenica 29 giugno 2014

Gli ultimi sviluppi sull’omicidio Pastor

Il genero della ricca ereditiera assassinata ha confessato di «avere avuto un ruolo» nel caso: secondo la polizia ha organizzato l'omicidio per «mettere le mani sulla sua eredità»

Wojciech Janowski, the son-in-law of the 77-year-old heiress Helene Pastor, leaves a police station in Nice, southeastern France, on June 27, 2014. Janowski has admitted to involvement in her murder last month, Marseille prosecutor Brice Robin told AFP on June 27. Wojciech Janowski, a 64-year-old who is also Poland's honorary consul in Monaco, "recognised his involvement" in the killing of Helene Pastor while in detention this week, Robin said. AFP PHOTO VALERY HACHE (Photo credit should read VALERY HACHE/AFP/Getty Images)
Wojciech Janowski, the son-in-law of the 77-year-old heiress Helene Pastor, leaves a police station in Nice, southeastern France, on June 27, 2014. Janowski has admitted to involvement in her murder last month, Marseille prosecutor Brice Robin told AFP on June 27. Wojciech Janowski, a 64-year-old who is also Poland's honorary consul in Monaco, "recognised his involvement" in the killing of Helene Pastor while in detention this week, Robin said. AFP PHOTO VALERY HACHE (Photo credit should read VALERY HACHE/AFP/Getty Images)

Wojciech Janowski, 64enne ex console onorario polacco nel Principato di Monaco, ha ammesso di «avere avuto un ruolo» nell’omicidio di Hèléne Pastor, la madre di sua moglie ed esponente di una delle più importanti famiglie del Principato di Monaco. Pastor è morta il 21 maggio, due settimane dopo essere stata ferita da un colpo d’arma da fuoco nel corso di un agguato. La polizia ha detto che Janowski ha organizzato l’omicidio di Pastor per «mettere le mani sulla sua eredità» poiché la moglie Sylvia – arrestata nei giorni scorsi e poi rilasciata dalla polizia – è la figlia maggiore della donna uccisa.

Assieme a Pastor, morì anche il suo autista Mohammed Darwich: entrambi si trovavano all’interno di un’automobile che stava uscendo dall’ospedale L’Archet, a ovest di Nizza, dove Pastor si era recata era andata a trovare suo figlio Gildo Pallanca Pastor, lì ricoverato.

Il procuratore di Marsiglia Brice Robin ha fornito diversi dettagli riguardo il coinvolgimento di Janowski: l’uomo ha confessato di aver pagato 200mila euro a Pascal Dauriac, il consulente sportivo della famiglia, per quello che ha definito «l’accordo». Gli esecutori dell’omicidio, contattati da Dauriac, sono stati due uomini di 24 e 31 anni identificati grazie ad alcuni campioni di DNA rilevati sul luogo dell’omicidio e ripresi da varie telecamere – fra cui quelle delle stazioni ferroviarie – mentre si recavano da Nizza a Marsiglia, dove si trovavano prima dell’agguato. La polizia ha fatto sapere che Janowski ha dato ordine di uccidere anche Darwich, morto quattro giorni dopo la sparatoria, per non far capire chi fosse il vero obbiettivo degli aggressori. Le Monde riporta che sono state arrestate altre sette persone coinvolte nell’omicidio. Il governo polacco ha detto di aver rimosso Janowski dal suo incarico a causa della «perdita della sua reputazione e credibilità».

Hèléne Pastor era una dei tre eredi di una ricca dinastia di costruttori proprietaria di una quota molto consistente del patrimonio immobiliare del Principato (si stima che sia di circa 500 mila metri quadrati). Suo fratello Michel Pastor è stato dal 2004 al 2008 presidente della squadra di calcio del Monaco ed è morto a 70 anni lo scorso febbraio. La fortuna della famiglia iniziò quando il nonno Jean-Baptiste Pastor arrivò a Monaco e nel 1936 realizzò la sua prima grande opera pubblica, lo stadio Louis II. Dopo la guerra uno dei figli, Gildo, acquistò diversi terreni sul mare dove fu poi autorizzata la costruzione di grandi grattacieli. Nel 1990, alla morte di Gildo, i tre figli – Victor, Michel e Hélène – ne ereditarono il patrimonio.

foto: VALERY HACHE/AFP/Getty Images