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  • Martedì 1 ottobre 2013

Ed Miliband contro il Daily Mail

C'entrano il padre, studioso marxista, e la riforma della stampa britannica in discussione proprio in questi giorni

Il segretario del partito laburista britannico, Ed Miliband, ha accusato il Daily Mail – tabloid molto popolare e molto conservatore – di aver calunniato suo padre Ralph Miliband, profugo ebreo e studioso marxista fuggito nel Regno Unito prima della Seconda guerra mondiale e morto nel 1994. Alle accuse del Daily Mail, definite “infamanti”, Ed Miliband ha risposto con una lettera apparsa oggi e pubblicata sul sito del giornale.

L’articolo del Daily Mail
La scorsa settimana il Daily Mail ha pubblicato un lungo articolo firmato da Geoffry Levy intitolato: «L’uomo che odiava la Gran Bretagna». Il sommario diceva: «L’impegno di Ed il Rosso per far tornare il socialismo è un omaggio al padre marxista. In cosa credeva davvero Miliband senior? La risposta dovrebbe turbare tutti coloro che amano questo paese». Il pezzo inizia così:

«In una calda giornata d’estate, un giovane uomo entrò da solo all’Highgate Cemetery a nord di Londra per fare un voto che sarebbe durato per tutta la vita. Solennemente si fermò presso la tomba di Karl Marx in un momento in cui, secondo le sue stesse parole, “il cimitero era completamente deserto… Ricordo che mi trovavo in piedi davanti alla tomba, con il pugno chiuso, a pronunciare il mio giuramento: che sarei rimasto fedele alla causa dei lavoratori”. L’anno era il 1940. Il giovane era Ralph Miliband, un immigrato ebreo che con il padre era fuggito poche settimane prima a Londra dal Belgio per sfuggire all’Olocausto nazista».

Nell’articolo, che prosegue più o meno con lo stesso tono, si dice che Ralph Miliband era un marxista intransigente, che la sua prima azione una volta arrivato in Gran Bretagna fu trasformare il suo nome da Adolphe in Ralph e che quando aveva 17 anni nel suo diario scrisse che «gli inglesi sono fanatici nazionalisti, forse le persone più nazionaliste del mondo (…) che hanno un grande disprezzo per il Continente (…) e che perdere l’impero sarebbe per loro la peggiore umiliazione».

Ralph Miliband viene descritto come un uomo che odiava i valori, le tradizioni e le istituzioni della Gran Bretagna: la monarchia costituzionale, il bicameralismo, il diritto di proprietà, «Eton e Harrow, Oxford e Cambridge, i grandi club, il Times, la Chiesa, l’esercito, i giornali della domenica (..) ciò che ha reso la Gran Bretagna una nazione libera e sicura e in cui lui e la sua famiglia ebbero successo». Tutto questo, dice il Daily Mail, fu per «quell’irriducibile marxista che desiderava solo la rivoluzione operaia, un anatema». Vari passaggi dell’articolo sostengono che il figlio Ed sia «ossessionato» dal fatto di voler mantenere e tramandare la visione ereditata dal padre.

La replica di Ed Miliband
Il direttore del Daily Mail, Paul Dacre, ha accettato oggi di pubblicare la replica di Ed Miliband che spiega come da poche parole prese dagli scritti e dal diario adolescenziale del padre sia stata costruita un’intera teoria, falsa:

«Era il giugno del 1944 e gli Alleati erano sbarcati in Normandia. Un ventenne che era arrivato in Gran Bretagna come rifugiato appena quattro anni prima, prese parte a quella battaglia per il suo paese d’adozione. Era mio padre. (…) Non vi è alcun argomento credibile nell’articolo o prove della sua vita che possono lontanamente giustificare il titolo raccapricciante e la pretesa di ciò che lo accompagna, che sarebbe “turbare tutti coloro che amano questo paese”».

Miliband precisa che il pezzo ignora volutamente il servizio e il lavoro che suo padre ha svolto per il Regno Unito e ne ripercorre la vita: «In realtà, la sua storia vi farà capire perché amava il Regno Unito. Il Regno Unito che lo salvò dai nazisti». Infine, Miliband difende se stesso: «Le idee di estrema sinistra di mio padre sono ben note, così come il fatto che io abbia perseguito una strada diversa e abbia una visione diversa. Lui era un uomo con un grande senso dell’umorismo: il pensiero di me che faccio parte di un complotto marxista lo avrebbe divertito e deluso in egual misura e per la stessa ragione: avrebbe saputo che era ridicolo e falso. Quello che voglio è far funzionare il capitalismo, non distruggerlo».

La libertà di stampa
Ed Miliband conclude il proprio articolo parlando della libertà di stampa: scrive che deve essere preservata e difesa ma che quello che ha fatto il Daily Mail è un’altra storia: «Il Daily Mail a volte sostiene di rappresentare il meglio del buon senso britannico. Ma qualcosa è andato storto quando ha deciso di attaccare la famiglia di un uomo politico, e questo varrebbe per qualsiasi politico. (…) C’è stato un tempo in cui i politici sarebbero rimasti in silenzio di fronte a questo genere di cose, nella speranza che non sarebbero capitate di nuovo. Per paura che, se ne avessero parlato, sarebbero peggiorate le cose. Io non lo farò. La posta in gioco è troppo alta per il nostro paese».

La replica di Ed Miliband è stata accompagnata da un editoriale in cui il giornale ribadisce la propria posizione, si rifiuta di chiedere scusa e accusa il leader laburista di voler mettere un bavaglio ai giornali britannici. Il Daily Mail fa riferimento all’accordo che i principali partiti britannici (compreso quello laburista) hanno trovato per riformare la stampa britannica a seguito del caso del News of the World, cioè la storia giornalistica e giudiziaria che portò alla chiusura del giornale di proprietà di Rupert Murdoch e alla condanna di alcuni giornalisti, per alcune tecniche illecite di intercettazione e violazione della privacy praticate per reperire informazioni e scoop. L’accordo prevede l’istituzione di un’autorità regolatrice indipendente tramite un regio decreto legge, cioè un atto avente forza di legge che dovrà essere emanato dalla regina Elisabetta II e che è in discussione proprio in questi giorni.