Come si fanno i santi

La Chiesa Cattolica ha annunciato che Giovanni Paolo II sarà proclamato santo: quali sono le tappe del processo di canonizzazione (e l'avvocato del diavolo?)

Venerdì 5 luglio la Chiesa Cattolica ha annunciato che papa Giovanni Paolo II sarà fatto santo. Non è ancora stata comunicata la data ufficiale della cerimonia di canonizzazione. Giovanni Paolo II, papa tra il 1978 e il 2005, era stato proclamato beato nel 2010, in seguito all’accertamento di un supposto miracolo da lui compiuto: la guarigione dal morbo di Parkinson di una suora francese. Secondo molti giornali, che citano fonti interne al Vaticano, il secondo supposto miracolo – per diventare santi ne sono necessari due – è la guarigione da alcuni gravi danni cerebrali di una donna della Costa Rica, che è stata intervistata dall’agenzia di stampa Associated Press.

I santi sono figure molto importanti all’interno della religione cattolica e in quella ortodossa, mentre sono assenti o hanno un ruolo marginale nella maggior parte delle chiese protestanti. Un santo è una figura a cui sono attribuiti miracoli, che ha il potere di intercedere per i fedeli e che può ricevere preghiere e venerazione – diversa dall’adorazione, riservata a Dio. Giovanni Paolo II è stato il papa a creare più santi nella storia: 482 a cui vanno aggiunti 1.338 beati. Non è chiaro il numero totale dei santi riconosciuti dalla Chiesa Cattolica, ma nei 400 anni tra il 1588 e il 1988 ne furono creati 672.

Nel corso della storia il termine santi ha avuto diversi significati: nei primi decenni del cristianesimo, santi erano tutti i fedeli cristiani, anche se esisteva una distinzione con i “veri santi”, in grado di operare miracoli. Con le prime persecuzioni la santità, fatta eccezione per Maria e Giuseppe, la santità divenne essenzialmente un sinonimo di martirio e i santi erano coloro che morivano per la fede. Con il Medioevo e la fine delle persecuzioni il concetto di santità cominciò ad assomigliare a quello che si usa oggi: persone che hanno professato la loro fede nel corso di tutta la loro vita e che hanno compiuti degli atti miracolosi. Alla fine del Medioevo la dottrina dei santi fu una delle principali cause dello scisma protestante che divise la chiesa occidentale.

Come si diventa santi
Il processo con cui si viene proclamati santi dalla Chiesa cattolica si chiama canonizzazione e richiede diverse condizioni e passaggi. Il candidato dev’essere morto da almeno cinque anni (a meno che non ci sia una dispensa del Papa, come ha fatto Benedetto XVI per Giovanni Paolo II), deve essere già stato proclamato Servo di Dio e poi Beato e gli devono essere riconosciuto almeno un miracolo, se è morto martire, o due, se non è stato martirizzato. Non si tratta di un procedimento breve – anche se è stato notevolmente semplificato da Giovanni Paolo II – e ci sono vari passaggi che vanno affrontati.

Questi passaggi sono codificati nella Costituzione Apostolica Divinius Perfectionis Magister, promulgata nel 1983 da Giovanni Paolo II. Il primo passaggio è la proclamazione del candidato Servo di Dio, un processo intrapreso dal vescovo della diocesi in cui il candidato è morto. Il vescovo chiede al Vaticano di poter iniziare l’istruttoria e se riceve un nulla osta può procedere con la pratica. Il processo con il quale vengono ascoltate le testimonianze e letti i documenti che provano le “virtù eroiche” necessarie a diventare Servo di Dio è lo stesso anche per i passaggi successivi.

Dopo la proclamazione a Servo di Dio, i materiali raccolti durante il primo processo vengono inviati alla Congregazione della Cause dei Santi, un organismo che ha sede in Vaticano. Qui la causa, sponsorizzata da un postulatore, procede attraverso una serie di esami – quelli di un gruppo di teologi, dei cardinali e dei vescovi membri della Congregazione e infine quello del Papa – e se i vari passaggi vengono superati con successo, la Congregazione proclama il candidato Beato. Esistono due tipi di Beati: Martiri e Confessori.

I primi sono coloro che sono morti per la loro fede, mentre i secondi sono coloro che «hanno testimoniato la loro fede durante la vita terrena, senza subire però il martirio». Ai Confessori è richiesta la “prova” di un miracolo per potere essere proclamati Beati, mentre non è richiesta ai Martiri. Per diventare santi, infine – che si sia Martiri o Confessori – è richiesta la prova di un altro miracolo.

La gran parte dei miracoli recentemente attribuiti ai santi sono miracoli di guarigione: casi in cui persone malate sono improvvisamente guarite senza apparenti spiegazioni scientifiche. Per stabilire se ci sono cause scientifiche per una guarigione o se è una guarigione inspiegabile, e potenzialmente miracolosa, la Congregazione può chiedere il parere della Consulta medica. Si tratta di un gruppo di specialisti come cardiologi, neurologi e pediatri che prende in esame la supposta guarigione miracolosa. La Consulta ha il compito di stabilire al suo interno, con un voto a maggioranza, se la guarigione è scientificamente spiegabile o meno. Soltanto nel passaggio successivo, quando il caso viene esaminato dalla Consulta teologica, viene stabilita se la mancanza di spiegazione scientifica è un miracolo oppure no.

La canonizzazione
Quello con cui la Chiesa Cattolica arriva alla canonizzazione – cioè la sentenza definitiva con cui il papa proclama santo un beato – è un procedimento molto simile a un’indagine, più che a un processo vero e proprio. La Congregazione nomina un relatore che avrà il compito di raccogliere le testimonianze e le prove del miracolo. Documenti e testimonianze vengono raccolti in un fascicolo che sarà poi sottoposto a tutti i vari procedimenti fino ad arrivare alla definitiva approvazione del Papa.

Il giornalista inglese Christopher Hitchens, che venne ascoltato durante il processo per la beatificazione di Madre Teresa di Calcutta, ha raccontato come si svolge in concreto questo processo – che appunto, è più simile a un’indagine che a un processo come viene normalmente inteso. Hitchens venne ascoltato in una stanza dove erano presenti un diacono con funzioni di segretario, un prete e un vescovo. La sua testimonianza venne semplicemente registrata e poi inserita nel fascicolo.

Fino al 1983, Hitchens sarebbe stato un “testimone dell’accusa”: la sua testimonianza sarebbe stata raccolta dal cosiddetto “avvocato del diavolo”. Una figura che aveva il compito di mettere in dubbio la santità del candidato, individuandone gli errori dottrinali, le eventuali disobbedienze alla Chiesa e i comportamenti peccaminosi. Giovanni Paolo II, quando riformò la procedura di canonizzazione per snellirla e renderla più rapida, abolì la figura dell’avvocato del diavolo. Nonostante questo, spesso personaggi critici sul candidato – come era Hitchens nei confronti di Madre Teresa – sono stati comunque sentiti dai postulatori.