• Mondo
  • Lunedì 15 aprile 2013

La colossale frana nello Utah

Si è staccata dalla parete di una gigantesca miniera di rame a cielo aperto, che si stima sia lo scavo più grande mai realizzato dall'uomo: le foto

Mercoledì 10 aprile un’enorme frana si è staccata da uno dei fronti di mina della miniera di rame di Bingham Canyon nello Utah, a sud-ovest di Salt Lake City. La frana era stata prevista grazie all’osservazione dello spostamento di parti di terreno nei giorni precedenti, e non ha quindi causato feriti. La grande quantità di terra franata ha però comportato danni in un’ampia porzione della miniera, con l’interruzione di alcune strade interne e il danneggiamento di diversi mezzi utilizzati per il trasporto della terra e del minerale.

La miniera di Bingham Canyon, conosciuta anche con il nome di Kennecott, è il secondo più grande produttore di rame negli Stati Uniti. Circa un quarto del metallo utilizzato in tutta la nazione proviene dalla miniera dello Utah. Si stima, inoltre, che il sito di Bingham Canyon sia il più grande scavo mai realizzato dall’uomo sulla Terra. La miniera a cielo aperto fu avviata nel 1906 e da allora è stata sfruttata senza sosta, producendo una voragine profonda 970 metri e con una ampiezza massima di circa 4 chilometri. Occupa complessivamente 7,7 chilometri quadrati e dal 1966 è luogo di interesse storico di portata nazionale (National Historic Landmark).

I primi indizi su una possibile frana erano stati rilevati già lo scorso febbraio dai tecnici della Rio Tinto, la società che ha in concessione lo sfruttamento della miniera. All’epoca erano stati osservati spostamenti in alcuni punti del suolo di pochi centimetri, ma era evidente che le cose sarebbero peggiorate nelle settimane successive. A inizio aprile i tecnici hanno rilevato spostamenti costanti e giornalieri di diversi centimetri, indizio del distaccamento imminente della frana e hanno dato l’allarme. Gli impiegati sono stati evacuati per tempo, e il centro visitatori è stato chiuso, e probabilmente non riaprirà prima della fine dell’anno.

Domenica 14 aprile i responsabili della Rio Tinto hanno comunicato che i danni causati dalla frana sono stati più gravi di quanto stimato inizialmente. Grandi quantità di terreno hanno riempito parte dello scavo della miniera e hanno danneggiato diversi macchinari. I lavori per determinare gli effetti complessivi della frana sulla miniera sono ancora in corso. Lo stabilimento della miniera continua a produrre rame, grazie alle scorte di minerale, e non è escluso che nei prossimi giorni parti dello scavo distanti dalla frana possano essere riaperte per evitare l’interruzione della produzione.

Benché non sia ancora del tutto chiara l’entità della frana, gli analisti stimano che quest’anno la produzione di rame potrebbe essere ridotta, tra le 80mila e le 160mila tonnellate in meno rispetto al previsto. L’incidente potrebbe anche condizionare i livelli di produzione dei prossimi due anni. La scorsa estate Rio Tinto aveva annunciato un piano di investimenti di 660 milioni di dollari, da realizzare nei prossimi sette anni, per estendere la vita della miniera. L’obiettivo è trovare e realizzare nuovi punti di estrazione per consentire alla miniera di funzionare almeno fino al 2029, e non fino al 2018 come previsto inizialmente.