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  • Mercoledì 20 marzo 2013

Cipro, il giorno dopo il rifiuto

C'è il rischio che le banche «non possano più riaprire», dice il ministro tedesco dell'economia, dopo che il Parlamento ha respinto gli aiuti e il prelievo forzoso dai conti correnti

Aggiornamento delle 18:20
Mentre le consultazioni politiche proseguono per trovare una soluzione per il piano di salvataggio di Cipro, la Banca Centrale di Cipro ha annunciato che le banche nel paese saranno chiuse anche venerdì.

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Nel tardo pomeriggio di martedì 19 marzo, il Parlamento di Cipro ha respinto il piano di salvataggio concordato con le autorità europee e il Fondo Monetario Internazionale, accordo che avrebbe comportato un prelievo forzoso una tantum dai conti correnti dei ciprioti con un tasso fino al 9,9 per cento. Come era stato anticipato nelle ore prima del voto, 36 parlamentari hanno votato no, mentre i restanti 19 si sono astenuti. Il provvedimento era stato sostenuto con convinzione dal presidente cipriota, Nicos Anastasiades, che aveva invitato il Parlamento ad assumersi le proprie responsabilità per evitare altre gravi conseguenze all’economia del paese. Senza un piano di salvataggio, infatti, le banche di Cipro rischiano di fallire e di compromettere seriamente i conti pubblici.

Il ministro dell’economia tedesco, Wolfgang Schaeuble, ha ricordato alle autorità di Cipro che le loro banche rischiano l’insolvenza se non saranno sostenute con un piano di aiuti: “La Banca Centrale Europea ha detto chiaramente che senza un programma di riforme per Cipro il piano di aiuti non può continuare. Qualcuno lo deve spiegare ai ciprioti e penso che ci sia il pericolo che le loro banche non possano più riaprire del tutto. Due grandi banche cipriote saranno insolventi se non arriveranno i fondi di emergenza della BCE”. Nelle fasi di contrattazione, la Germania aveva spinto più di altri paesi europei per fare in modo che parte delle risorse necessarie al salvataggio delle banche di Cipro fossero trovate direttamente nel paese, il cui sistema bancario è da tempo usato come paradiso fiscale, soprattutto da danarosi correntisti russi.

Per evitare ulteriori stress al settore bancario, lunedì si era deciso di tenere le banche chiuse fino a giovedì 21 marzo. Questa soluzione è servita anche per evitare la cosiddetta “corsa agli sportelli“, cioè il prelievo di massa di denaro da parte dei correntisti, dopo l’annuncio del piano per eseguire un prelievo forzoso dai conti correnti ciprioti. In cambio degli aiuti da 10 miliardi di euro da Unione Europea, BCE e FMI, Cipro si era infatti impegnata a condurre un prelievo obbligatorio una tantum, cosa che avrebbe consentito di trovare immediatamente nuove risorse per contribuire al salvataggio del settore bancario. Il piano prevedeva un prelievo pari al 6,75 per cento per i conti correnti con meno di 100mila euro, e un prelievo forzoso pari al 9,9 per cento della parte eccedente per i conti sopra i 100mila euro. La proposta aveva suscitato una dura reazione da parte dell’opinione pubblica, portando infine alla bocciatura di martedì da parte del Parlamento.

Constata l’impossibilità di fare passare la soluzione del prelievo forzoso, il presidente Anastasiades ha organizzato una nuova serie di incontri con i leader di partito per trovare una soluzione alternativa: si parla di un possibile accordo per ricevere un prestito dalla Russia, ma non c’è ancora niente di certo. Della questione si Cipro si parlerà con ogni probabilità anche nel corso della riunione prevista per oggi della BCE a Francoforte. Si deciderà se dare ulteriore tempo al paese per approntare un’alternativa o se iniziare a tagliare i fondi per la liquidità delle banche cipriote. Si parla anche della possibilità di estendere il periodo di chiusura delle banche di Cipro in attesa di nuovi sviluppi. La borsa del paese rimarrà chiusa.