• Sport
  • Martedì 12 giugno 2012

Andriy Shevchenko in 12 video

Il meglio della carriera di un calciatore ucraino di 35 anni, senza squadra, che ieri sera è sembrato di nuovo uno degli attaccanti più forti del mondo

foto: DAMIEN MEYER/AFP/GettyImages
foto: DAMIEN MEYER/AFP/GettyImages

Andriy Shevchenko è un calciatore ucraino. Ha 35 anni e oggi non ha una squadra, sebbene fino a qualche anno fa fosse considerato uno dei calciatori più forti del mondo: ha vinto molti trofei con le squadre in cui ha giocato, nel 2004 ha vinto anche il Pallone d’Oro, il premio più prestigioso per i calciatori che giocano in Europa. Shevchenko è considerato uno degli attaccanti più completi degli ultimi vent’anni, dotato di velocità, forza fisica, tecnica, colpo di testa, tiro forte e preciso. Insieme a un altro attaccante molto prolifico, Filippo Inzaghi, ha fatto le fortune del Milan, squadra con la quale ha vinto moltissimo. In carriera, fino a questo momento, Shevchenko ha segnato complessivamente, tra squadre di club e nazionale, 374 reti su 762 partite. Ieri è stato l’uomo del giorno, agli Europei, segnando due gol bellissimi e ribaltando il risultato della partita tra Ucraina e Svezia.

Nato il 29 settembre 1976 a Dvirkivščyna, un villaggio ucraino a circa cento chilometri dalla capitale Kiev, Shevchenko dovette presto scappare in un’altra città insieme alla sua famiglia per il disastro nucleare della vicina Chernobyl nel 1986. Sempre in quell’anno, non superò una prova di dribbling a una scuola speciale per giovani calciatori di Kiev a cui non venne ammesso. Sempre nel 1986, poco tempo dopo non aver passato la prova di dribbling, venne notato da un osservatore della Dinamo Kiev durante un torneo giovanile. Venne subito inserito nelle squadre giovanili della Dinamo, dove fece tutta la trafila fino alla prima squadra. Proprio con la Dinamo Kiev Shevchenko è diventato famoso nel mondo: nel maggio del 1999 è stato acquistato dal Milan per 25 milioni di dollari, all’epoca una cifra molto alta.

Si dice che nella formazione calcistica e umana di Shevchenko sia stato fondamentale l’allenatore della Dinamo Kiev Valery Lobanovski, un ex calciatore e allenatore della nazionale di calcio dell’URSS molto famoso per disciplina quasi militare che imponeva ai suoi giocatori e per il suo approccio scientifico al calcio. Shevchenko è sempre rimasto molto legato a lui, fino alla sua morte, avvenuta il 13 maggio del 2002.

Shevchenko ha segnato 106 gol e ha vinto cinque campionati ucraini consecutivi (dal 1995 al 1999), tre Coppe d’Ucraina e la classifica cannonieri nel 1998-1999. Nel video qui sotto c’è un piccolo sunto di quello che ha saputo fare in quegli anni, specialmente nella stagione 1997-1998, quando segnò ben 36 reti stagionali con la Dinamo Kiev (il suo record). Aveva 21 anni.

Di quella stagione è rimasta indimenticabile la sua tripletta al Barcellona, fuori casa, in Champions League, nella partita vinta clamorosamente dalla Dinamo Kiev per 4-0 allo stadio Camp Nou. Dopo quella serata Shevchenko è diventato famoso in tutto il mondo.

Nel maggio del 1999 Shevchenko passò al Milan, dove segnerà 173 gol in 292 partite e vincerà tutto il possibile: un campionato, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana, una Champions League e una Supercoppa Europea. Questo è il suo primo gol con il Milan, segnato a Lecce il 28 agosto 1999.

Col Milan Shevchenko ha segnato molti gol, alcuni molto belli, come questo contro il Bari nel marzo del 2001.

Il 9 dicembre 2001, contro la Juventus, Shevchenko segnò uno dei gol più belli della storia del Milan. Alcuni dissero che fu un gol involontario, un colpo di fortuna, perché secondo loro Shevchenko avrebbe voluto crossare invece di tirare. La sostanza, comunque, non cambiò: la rete fu meravigliosa.

Sempre contro la Juventus Shevchenko ha segnato un altro gol molto importante. La partita era la finale di Champions League della stagione 2002-2003: si giocò all’Old Trafford di Manchester, in Inghilterra. A Shevchenko toccò l’ultimo rigore, quello decisivo.

Nelle due semifinali prima della finale di Manchester, contro l’Inter, Shevchenko fu ancora una volta decisivo. Quelle due partite sono rimaste famose però anche per il trattamento che gli riservò il difensore dell’Inter Marco Materazzi, non proprio dei più carini (si vedano i falli numero 3 e 1 del video).

Shevchenko si vendicò qualche anno dopo, sempre in Champions League, sempre durante un Milan-Inter, sempre vinto dal Milan.

Shevchenko ha avuto anche momenti meno felici, con il Milan: nella finale di Champions League contro il Liverpool il Milan perse incredibilmente ai rigori dopo esser stato in vantaggio per 3-0. Alla fine del secondo tempo supplementare Shevchenko sbagliò un gol incredibile (minuto 10.18 del video sotto) davanti a Jerzy Dudek, il portiere del Liverpool, e poi fece anche l’errore decisivo ai rigori (minuto 12.54 del video), una sorta di nemesi della finale contro la Juventus.

Shevchenko fu decisivo anche nella finale di Supercoppa Europea contro il Porto nel 2003 e in quella di Supercoppa italiana nel 2004, che il Milan vinse contro la Lazio per 3-0 grazie a tre suoi gol.

Nel 2006 Shevchenko lasciò il Milan per il Chelsea di Londra, per 30 milioni di sterline. Le sue spiegazioni non convinsero del tutto i tifosi del Milan: disse che voleva che i suoi figli parlassero l’inglese. Da quel momento è cominciato il suo declino: al Chelsea Shevchenko ha segnato poco, anche per incomprensioni con l’allora allenatore José Mourinho. La sua esperienza in Inghilterra comunque cominciò bene, con un gol all’esordio nella Supercoppa contro il Liverpool poi vinta dal Chelsea per 2-1. Nell’occasione baciò la maglia del Chelsea e il suo gesto fece innervosire molti tifosi del Milan.

Nel 2008 tornò al Milan in prestito, ma in 18 partite non riuscì a segnare nemmeno un gol in campionato. Nel 2009 Shevchenko è tornato alla Dinamo Kiev, dove ha ripreso a segnare con una certa continuità anche se non ai livelli precedenti. Il suo contratto è scaduto questo mese. Oggi Shevchenko è senza squadra e non si sa dove giocherà l’anno prossimo. Ieri sera ha giocato e segnato così, come ai bei tempi.

foto: DAMIEN MEYER/AFP/GettyImages