Il governo apre alle biciclette contromano

Il ministero dei Trasporti ha dato parere positivo: i comuni potranno autorizzare i ciclisti a circolare contromano, ma non dappertutto

La direzione generale per la sicurezza stradale del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha dato parere positivo alla richiesta di un’associazione di ciclisti, riguardo la possibilità per le biciclette di circolare contromano nei centri urbani. Ponendo dei paletti, però. Le decisioni finali naturalmente spettano ai comuni. Lo racconta Alessio Ribaudo sul Corriere della Sera.

MILANO — «Strada a senso unico, eccetto che per le bici».

Questo cartello, sogno di ogni ciclista urbano, da oggi potrebbe diventare realtà. Tradotto significa tragitti più brevi e, quindi, spostamenti più veloci imboccando «contromano» strade a senso unico pensate oggi esclusivamente per le auto.
Il via libera arriva dalla direzione generale per la sicurezza stradale del ministero Infrastrutture e Trasporti che, con un parere, ha risposto a un documento della Federazione Italiana Amici della Bicicletta (Fiab).

Certo, chi spera di sottrarsi impunemente al codice della Strada, trasformandosi in un «pirata» si sbaglia di grosso perché il ministero ha fissato dei «paletti» ben precisi che salvaguardano scrupolosamente la sicurezza stradale. Si potrà autorizzare questo tipo di circolazione solo «su strade larghe almeno 4,25 metri, in zone con limite di velocità di 30 km/h, nelle zone a traffico limitato e in assenza di traffico pesante».

Il parere del ministero precisa anche che può essere consentita se «non è stato possibile realizzare delle piste ciclabili di senso opposto a quello veicolare per difetto di spazio» e se si limiterà il traffico, sempre in senso opposto, esclusivamente alle bici. In più occorrerà l’installazione di una cartellonistica che avverta chiaramente della possibile presenza delle due ruote. Una prassi che già avviene in alcuni Paesi europei.

«Siamo soddisfatti e ringraziamo il ministero per questa apertura verso la mobilità ciclistica — dice Antonio Dalla Venezia, presidente della Fiab — ha finalmente prevalso il buon senso».

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