• Mondo
  • Lunedì 5 marzo 2012

La battaglia in Yemen

Solo ieri 139 morti: da quando è stato eletto il nuovo presidente gli attacchi degli estremisti islamici sono diventati sempre più violenti

(AP Photo/Hani Mohammed)
(AP Photo/Hani Mohammed)

Ieri a Zinjibar, nel sud dello Yemen, decine di miliziani ribelli legati al Al-Qaida hanno condotto un violento attacco contro una base dell’esercito. La battaglia è durata per tutta la giornata di ieri e ha provocato almeno 139 morti, tra cui 107 soldati e 32 miliziani. Alcuni testimoni hanno parlato di “massacro”. Altri 55 soldati sarebbero stati sequestrati e secondo alcune testimonianze sarebbero poi stati mostrati in una parata di scherno a Jaar, una città vicino a Zinjibar, il capoluogo della provincia di Abyan conquistato lo scorso maggio dagli estremisti.

L’attacco sarebbe partito nelle prime ore di domenica e avrebbe colto di sorpresa i militari. I miliziani, nella circostanza, avrebbero rubato numerose armi, munizioni, razzi, veicoli militari e avrebbero occupato la base per tutto il giorno prima che questa venisse riconquistata dall’esercito al tramonto. Gli estremisti avrebbero realizzato l’attacco dopo il licenziamento del comandante dell’esercito yemenita responsabile del sud del paese, scaricato insieme ad altri importanti militari. La decisione era stata presa dal nuovo governo di Abed Rabbo Mansour Hadi, eletto lo scorso febbraio dopo la rinuncia al potere dell’ex presidente Ali Abdullah Saleh.

Il sud dello Yemen è stato sempre caratterizzato da una folta presenza di estremisti islamici e militanti del braccio armato di al-Qaida della zona, cioè il gruppo “al-Qaida nella Penisola Araba” (AQAP). Gli attacchi si sono decisamente intensificati dopo l’elezione di Hadi, che ha promesso una dura lotta nei confronti degli estremisti. Il giorno stesso in cui Hadi ha giurato, un’autobomba esplosa nella provincia sudorientale di Hadramawt ha ucciso 26 soldati. Sabato e domenica scorsi, invece, altri attentati nel sud hanno ucciso almeno altri due militari. L’ex presidente Saleh è stato per anni alleato degli Stati Uniti nella lotta al terrorismo ma durante i suoi 30 anni di governo ha ampiamente tollerato l’esistenza di gruppi di estremisti islamici per mantenere una tregua molto fragile che oggi sembra essere definitivamente saltata.

foto: AP/Hani Mohammed