Matteo Renzi e i soldi di Lusi

Libero lo accusa, lui risponde su Facebook e Twitter, e finisce a querele annunciate da parte di tutti

Oggi Libero pubblica un articolo [pdf] del suo vicedirettore, Franco Bechis, su una serie di fatture del 2009 che dimostrerebbero un contributo economico da parte di Luigi Luisi (il tesoriere della Margherita accusato di aver sottratto 13 milioni di euro dalle casse del partito e di aver finanziato in modo poco trasparente alcuni suoi esponenti) per la campagna elettorale dell’attuale sindaco di Firenze, Matteo Renzi. Nell’articolo, intitolato “Toh, Lusi pagò anche Renzi”, non è del tutto chiaro come sarebbe stato usato il denaro che si dice messo a disposizione dal tesoriere. Sul suo blog, Gad Lerner è intervenuto ipotizzando che potessero far parte delle “spese altamente discrezionali, opache, decise non si sa da chi e per conto di chi, con cui il partito defunto ma straricco della Margherita ha continuato a finanziare alcuni nella competizione con altri”.

Scrive Bechis nel suo articolo:

Tre fatture, con un appunto vergato a penna probabilmente da Luigi Lusi, senatore del PD ed ex tesoriere della Margherita. L’importo totale è di poco inferiore ai 122 mila euro, e le date sono tutte del 2009. È un piccolo rivolo rispetto ai milioni di euro inseguiti dagli inquirenti che stanno indagando sui misteri dei bilanci del partito che fu guidato da Francesco Rutelli. Ma porta dove non ti saresti aspettato: a Matteo Renzi, attuale sindaco di Firenze e fondatore della Leopolda. […]

La prima fattura scoperta che riporta a Renzi è dell’11 giugno 2009, e porta il numero di serie 4766. L’importo è di 36mila euro e il beneficiario risulta essere la società Web & Press di Firenze. La seconda fattura è di importo lievemente superiore: 40.200 euro, porta il numero di serie 01/09 e il beneficiario è la società Dinamiche. La terza fattura dello stesso periodo è sempre riferita alla Web & Press, con importo di 45.660 euro e numero di serie 5760. Su tutte e tre i documenti è stato apposto il nome di Renzi. Nel terzo caso Lusi ha appuntato anche a matita un “Rutelli ha detto no”, che lascia aperto un interrogativo sul saldo effettivo. Certamente le prime due sono state saldate.

Dopo essere venuto a conoscenza dell’articolo pubblicato su Libero, questa mattina Renzi ha risposto a Bechis con una nota sul proprio profilo Facebook, specificando di non avere mai ricevuto finanziamenti per la sua campagna elettorale “da Lusi, ma neanche dal PD, a differenza di ciò che scrive Bechis e che dovrà provare in tribunale”.

Oggi Libero diretto da Belpietro aggiunge l’ennesima ulteriore diffamazione alla costante campagna polemica contro di me. Il vicedirettore Bechis infatti scrive un articolo dal titolo: “Toh, Lusi pagò anche Renzi”.

Il tema dell’articolo – per chi proprio non riesce a comprare Libero – è più o meno questo: Renzi, che combatte contro il finanziamento ai partiti è un ingrato (hanno scritto proprio così), perché ha ricevuto soldi dal PD e dalla Margherita per la sua campagna elettorale. Niente di illegittimo, assicura Bechis, convinto di sfangare con questa premessa la mia naturale richiesta di risarcimento danni. Ma non basta dire nulla di illegittimo.

Che in teoria non fosse nulla di illegittimo non c’è dubbio: i soldi dei partiti servirebbero per le campagne elettorali, non per le case dei dirigenti. Tanto è vero che nel 2009 io ho più volte chiesto che la mia campagna elettorale fosse aiutata dai partiti della coalizione. Ma mi hanno detto di no tutti – nessuno escluso, sia i partiti vivi che i partiti morti – e non è un caso se per pagare i debiti abbiamo allora acceso un mutuo che stiamo ancora onorando. Dunque non è come la storia della volpe e dell’uva: se me li avessero dati io quei soldi li avrei usati per la campagna elettorale, ci sarebbero stati utili. Ma mi dicevano che non c’erano. Oggi come tutti gli italiani rabbrividisco nel capire perché non c’erano. Ma questa è un’altra storia.

La cosa sorprendente, dunque, non è che io abbia avuto dei finanziamenti per la mia campagna elettorale: la cosa sorprendente è che io non li abbia avuti. Non li ho avuti da Lusi ma neanche dal PD, a differenza di ciò che scrive Bechis e che dovrà provare in tribunale. Vediamo di essere chiari: Lusi, la Margherita e neanche il PD nazionale, regionale e fiorentino, NON mi hanno mai dato un centesimo né per le primarie, né per le elezioni, né per il ballottaggio, né per la Leopolda uno o due. Chi dice il contrario mente sapendo di mentire. O è in malafede.

Sono tra i non moltissimi (eufemismo) amministratori a dire che il finanziamento pubblico ai partiti va abolito, non riformato: abolito. Ho detto alla Leopolda che io abolirei anche il finanziamento ai giornali di partito, ma questa è un’altra storia che forse a Libero non farà piacere, ma che potrebbe spiegare certa acredine. E ripeto di essere sconvolto per l’uso dei fondi della Margherita, su cui deve essere fatta chiarezza al più presto. Per la mia campagna elettorale 2009 del resto abbiamo speso ben 209.152,27 euro. Tutti i denari sono stati pagati dal Comitato Elettorale per Matteo Renzi sindaco (piazza Ravenna 4, Firenze), non da altri soggetti. Le fatture sono lì a testimoniarlo.

Gad Lerner invece riprende la notizia sul blog dicendo che “gli sembra più probabile” che i soldi siano stati usati per le primarie: in quel caso tutte le spese sono state fatturate all’Associazione NoiLink, via Martelli 5, Firenze. E i soldi sono stati incassati dai contributi di singoli o dal versamento di persone che partecipavano a cene da 1.000 euro a testa. Una cosa molto criticata, molto americana: ma che consente oggi di dire a Lerner che – suo malgrado – anche sul finanziamento delle primarie tutto è trasparente. Se avessero dato soldi per le elezioni sarebbe stato corretto: lo avessero fatto per le primarie no. Ma non li hanno dati neanche lì.

Non mi stupisce che nei fascicoli Lusi ci siano fatture pagate a diverse aziende toscane: che ci fossero numerose spese sostenute dalla Margherita – non credo sinceramente solo quelle dette da Bechis, ma immagino molto di più – per regolari iniziative politiche a Firenze e in Toscana era cosa nota. E normale trattandosi di soldi dati ai partiti che i partiti dovevano spendere. Ma non li hanno spesi per le mie campagne elettorali, tutto qui. E non avendo mai discusso votato il Bilancio della Margherita non posso dire come e dove sono stati spesi.

In questi casi si annuncia che il risarcimento danni andrà in beneficenza. Io da subito informo che porterò a cena i volontari del comitato elettorale. E poi metterò la cifra a copertura del mio mutuo prima casa trentennale, non appartenendo alla categoria dei politici che comprano l’abitazione a loro insaputa. Quanto a Lusi e alla Margherita come pure alla Lega che porta i soldi in Tanzania e a tutti quelli che ricevono soldi dal pubblico, ripeto qui quanto detto in Stazione Leopolda: è l’ora di abolire il finanziamento pubblico ai partiti e ai giornali di partito. Continuerò su questa battaglia, anche se Libero non vuole.

Il confronto tra Bechis e Renzi si è poi spostato su Twitter, con accuse reciproche e l’annuncio di azioni legali da entrambe le parti. Bechis ha ribadito di aver scritto la verità nel proprio pezzo, ricordando di essere in possesso anche dei numeri delle fatture, e ha annunciato di voler querelare il sindaco di Firenze:

Renzi ha risposto confermando di voler seguire le vie legali: