L’oscuramento di Vajont.info

Il sito è stato bloccato dal Gip di Belluno con l'accusa di diffamazione su richiesta dei deputati Paniz e Scilipoti, ma la chiusura ha reso irraggiungibili centinaia di siti web

Ieri i deputati Domenico Scilipoti e Maurizio Paniz hanno ottenuto dal giudice delle indagini preliminari di Belluno, Aldo Giancotti, l’oscuramento di Vajont.info dedicato al disastro del 1963 che uccise 1910 persone. Il sito è stato sottoposto a sequestro preventivo con l’accusa di diffamazione, un provvedimento senza con pochi precedenti nel nostro paese, come spiegano su Repubblica.

“Offese agli onorevoli Domenico Scilipoti e Maurizio Paniz”. Con questa motivazione il giudice delle indagini preliminari di Belluno Aldo Giancotti ha ordinato la chiusura dell’intero portale dedicato alla strage del Vajont, costata la vita nel 1963 a 1910 persone. Nell’inchiesta è indagato un 54enne residente a Belluno, accusato di diffamazione ai danni proprio di Paniz. Nel provvedimento con cui ha disposto il sequestro preventivo e l’oscuramento del sito, il giudice spiega che nel portale sono state pubblicate “le espressioni dal tono gravemente diffamatorio: “E se la mafia è una montagna di merda…i Paniz e gli Scilipoti sono guide alpine!'”, nelle quali il giudice ha ravvisato “l’aggravante di aver commesso il fatto con un mezzo di pubblicità (rete telematica internet) e contro un pubblico ufficiale”.

La misura richiesta dalla procura e disposta dal gip, in virtù di una frase sarcastica adottata nei confronti dei due parlamentari, però è stata adottata non solo nei confronti del portale ma anche a carico di 226 internet service providers italiani, ai quali è stato ordinato di “inibire ai rispettivi utenti l’accesso all’indirizzo web www.Vajont.Info 1, ai relativi alias e ai nomi di dominio presenti e futuri, rinvianti al sito medesimo, all’indirizzo ip statico che al momento dell’esecuzione del sequestro risulta associato al predetto nome di dominio e ad ogni ulteriore indirizzo ip statico che sarà associato in futuro (interdizione alla risoluzione dell’indirizzo mediante dns)”.

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