Cosentino non sarà arrestato

Con 309 voti contrari la Camera ha respinto la richiesta della procura di Napoli

14.12 – La Camera ha negato la richiesta di arresto nei confronti di Nicola Cosentino. Presenti 607, maggioranza 304, favorevoli 298, contrari 309.

14.10 – Il PdL ha chiesto il voto segreto, così sarà.

14.09 – Maurizio Turco interviene per annunciare il voto contrario alla richiesta di arresto da parte dei deputati radicali.

14.07 – Contento chiude, ora due interventi a titolo personale: prima Barani, del PdL, che cita Bertolt Brecht (sbagliando).

14.04 – I banchi del PdL ora sono pieni, c’è anche Berlusconi.

14.03 – Manlio Contento è sovraeccitato come sempre.

13.58 – Parla Manlio Contento, per il PdL. Poi il voto.

13.52 – Chi annuncia il voto favorevole, come ora Zaccaria per il PD, spiega a lungo perché la Camera non deve esprimersi sul merito dell’inchiesta ma solo sull’esistenza o no di un intento persecutorio nei confronti di Cosentino. Nessuno però ha spiegato perché Cosentino andrebbe arrestato, se ci sono elementi concreti sulla base dei quali pensare che Cosentino possa inquinare le prove o fuggire.

13.43 – Secondo Andrea Sarubbi, deputato del PD, Cosentino non sarà arrestato. “Pdl, Lega, Responsabili, radicali, anime perse del gruppo misto, un bel pezzo di Udc: Cosentino si salva. Spero di sbagliarmi”.

13.38 – Luca Rodolfo Paolini, della Lega Nord, annuncia il suo voto contrario: è la linea Bossi, e non quella Maroni. Paolini è segretario nazionale della Lega Nord Marche.

13.30 – D’Anna ha concluso il suo intervento dando del “mazzettaro” al deputato Francesco Barbato, dell’Italia dei Valori. Ora sta facendo la dichiarazione di voto Mantini, dell’UdC. Seguiranno Lega, PD e PdL.

13.18 – Il responsabile D’Anna inizia il suo intervento citando Émile Zola e Alfred Dreyfus.

13.15 – Prima dell’inizio della seduta, Cosentino ha detto: «Un minuto dopo il voto, indipendentemente dall’esito, mi dimetterò da coordinatore regionale del PdL in Campania».

13.13 – “albertoc” segnala giustamente nei commenti che i sei deputati radicali eletti nelle liste del PD voteranno contro la richiesta di arresto. Alleanza per l’Italia e l’Italia dei Valori hanno annunciato il loro voto favorevole.

13.11 – Promemoria. La Camera non deve esprimersi sulla solidità delle accuse nei confronti di Nicola Cosentino, né tantomeno anticipare l’eventuale processo e giudicare la sua innocenza o colpevolezza: la legge stabilisce che all’aula spetti il giudizio sulla presenza o meno del cosiddetto fumus persecutionis, cioè un evidente e ingiusto intento persecutorio da parte dei pubblici ministeri che hanno richiesto – ingiustificatamente, a quel punto – la misura di custodia cautelare. Non se Cosentino vada indagato o processato, ma che vada arrestato.

13.09 – Cominciano le dichiarazioni di voto. Iannaccone annuncia il voto contrario dei Responsabili.

13.06 – Il 7 dicembre il Corriere della Sera aveva spiegato il coinvolgimento di Cosentino nell’inchiesta della procura di Napoli, da cui ha origine la richiesta di arresto.

Il nome di Nicola Cosentino ricompare in un’inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Napoli sulla camorra casalese, e nei confronti del potente coordinatore del Pdl campano – e a lungo sottosegretario all’economia durante l’ultimo governo Berlusconi – il tribunale emette per la seconda volta un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, e toccherà ancora alla Camera decidere se autorizzarne o meno l’applicazione. […] Cosentino è accusato di concorso in falso, violazione della normativa bancaria e reimpiego di capitali («chiederò di essere interrogato e chiarirò tutto», dice lui), e per gli stessi reati è indagato un altro parlamentare del Pdl: il presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro, per il quale, però, non è stato emesso (né richiesto dalla Procura) alcun provvedimento cautelare. I nomi dei due esponenti del centrodestra compaiono nell’ambito di una indagine che ha portato all’emissione di 57 ordinanze di custodia cautelare (55 quelle eseguite l’altra notte dai carabinieri e dalla Dia), quasi tutte nei confronti di personaggi che il procuratore aggiunto Federico Cafiero de Raho ha definito «appartenenti alla borghesia mafiosa». Non capiclan o killer ma politici locali, come l’ex sindaco di Casal di Principe Cipriano Cristiano o il consigliere provinciale di Caserta Sebastiano Ferraro, oltre a un assessore e vari consiglieri di piccoli Comuni. E poi imprenditori, un avvocato, un ingegnere, un architetto, tecnici comunali, funzionari di banca. Cioè quel vasto mondo che la camorra di Francesco Schiavone e Francesco Bidognetti ha saputo far crescere intorno a sé per potersi espandere sempre di più in settori dove reinvestire in attività lecite gli enormi capitali di cui può disporre. Delle cosche casalesi Cosentino è definito dal giudice delle indagini preliminari Egle Pilla – che ha firmato le ordinanze su richiesta dei pubblici ministeri Antonello Ardituro, Francesco Curcio, Henry John Woodcock, Giovanni Conzo, Catello Maresca e Cesare Sirignano – «il referente nazionale». E in questa veste sarebbe intervenuto, quando era ancora sottosegretario, per sbloccare un’apertura di credito per 5 milioni e mezzo di euro chiesta alla Unicredit, presentando una falsa fidejussione, dall’imprenditore Nicola Di Caterino, cugino di due capi storici della camorra casalese come i fratelli Giuseppe e Massimo Russo. Il finanziamento serviva per la realizzazione – grazie a una licenza edilizia irregolare – di un centro commerciale alla periferia di Casale, e all’operazione i clan casalesi tenevano particolarmente perché aveva un duplice scopo: riciclare danaro sporco e consentire di distribuire subappalti e posti di lavoro che significano allargamento del consenso. Ma la pratica si era arenata, sia per la documentazione falsa, sia perché la società che faceva capo a Di Caterino non offriva alcuna garanzia. Ecco allora il ricorso al «referente nazionale», che all’incontro con i funzionari dell’Unicredit (il 7 febbraio del 2007) si fece anche accompagnare da Cesaro. Ci sono immagini raccolte dagli investigatori nelle quali i due parlamentari si vedono arrivare all’appuntamento a piedi e poi andarsene via in taxi. Dopo quell’incontro il finanziamento in favore di Di Caterino ebbe il via libera.

12.57 – Ora parla Paniz, ex relatore di maggioranza, e ricorda che una cosa è indagare Cosentino, una cosa è processarlo, altra cosa è arrestarlo.

12.54 – Marilena Samperi del Partito Democratico sta esponendo all’aula la relazione della giunta su Cosentino. La sua relazione era di minoranza, è diventata di maggioranza dopo il voto della giunta dell’altroieri.

12.47 – Comincia la discussione su Cosentino. Intanto la Corte Costituzionale ha bocciato i due referendum elettorali.

12.28 – Approfittiamone per fare qualche conto, allora, supponendo che i deputati siano tutti presenti. Il PdL voterà sicuramente no, e sono 212. I Responsabili sono 23 e dovrebbero votare contro. Partito Democratico, Italia dei Valori, Unione di Centro e Futuro e Libertà si sono espressi a favore della richiesta di arresto, e sono 287. I deputati che compongono il gruppo misto sono 45: tra questi ci sono quelli del Terzo Polo, come i 6 di Alleanza per l’Italia, e altri di componenti più piccole. Non è ancora chiaro come si esprimeranno, visto anche l’attivismo persuasivo di Berlusconi delle ultime ore. E poi c’è la Lega Nord, 59 deputati, al centro delle notizie delle ultime ore: Maroni e i suoi sono per autorizzare l’arresto, Bossi e i suoi sono contrari. Il tutto senza contare che se la Camera si esprimerà con voto segreto, come possibile, il tutto potrebbe facilmente rimescolarsi.

12.16 – Ora sono i deputati a prendere la parola per ricordare Tremaglia.

12.09 – Seduta iniziata, in questo momento Gianfranco Fini sta ricordando con gran solennità Mirko Tremaglia, deputato e tra l’altro suo storico compagno di partito, prima nel Movimento Sociale Italiano e in Alleanza Nazionale e poi nel Popolo delle Libertà e in Futuro e Libertà.

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Oggi la Camera dei Deputati, a partire dalle 12, discuterà e poi voterà sulla richiesta di arresto presentata dalla procura di Napoli nei confronti di Nicola Cosentino, parlamentare del Popolo delle Libertà ed ex sottosegretario. Cosentino è indagato per concorso esterno in associazione camorristica. Una richiesta di arresto era già stata inoltrata nel novembre del 2009 e fu respinta prima dalla giunta per le autorizzazioni della Camera. La Camera aveva poi respinto anche una richiesta di utilizzare le intercettazioni telefoniche di Cosentino. Quella che sarà votata oggi è un’altra richiesta di arresto, inoltrata dopo che il suo nome era comparso in un’inchiesta sulla camorra della direzione distrettuale antimafia di Napoli. Il giudice delle indagini preliminari Egle Pilla aveva definito Cosentino “il referente nazionale” delle cosche di Casal di Principe.

Il 10 gennaio la Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera aveva bocciato la relazione di Maurizio Paniz, del PdL, che chiedeva di negare la richiesta di arresto: era stato decisivo il voto dei deputati della Lega Nord, che al termine di una riunione della segreteria del partito aveva deciso di schierarsi a favore e non contro, come era accaduto molte altre volte in casi simili durante questa legislatura. La decisione era stata letta come una vittoria dell’ala della Lega vicina a Roberto Maroni, da tempo impegnata in una guerra sotterranea con l’area più vicina a Umberto Bossi: lo stesso era accaduto con la richiesta di arresto nei confronti di Alfonso Papa, approvata dalla Camera con i voti della Lega, convinta da Maroni. Se non fosse che poi ieri sera lo stesso Bossi ha fatto marcia indietro, dicendo ai giornalisti che «nelle carte non c’è nulla» e che quindi «lascerò libertà di coscienza».

Il voto di oggi, quindi, stabilirà due cose molto diverse e molto importanti: il prossimo futuro di Nicola Cosentino, e quello della Lega Nord. Non è chiaro che cosa faranno i deputati della Lega Nord, se si atterranno a quanto stabilito due giorni fa o ascolteranno quanto detto da Umberto Bossi. Secondo Repubblica, “Berlusconi ha spezzato le resistenze di Bossi, poi ha chiamato i leghisti uno a uno e, già nel pomeriggio, era convinto di averne recuperati una trentina su 59. Ma i maroniani sono tanti, forse quaranta. E se l’ex ministro terrà il punto, lo seguiranno”. Partito Democratico, Italia dei Valori e Terzo Polo hanno annunciato il loro voto favorevole alla richiesta di arresto, come avevano fatto in giunta. Il Popolo delle Libertà ha annunciato il suo voto contrario.

La Camera non deve esprimersi sulla solidità delle accuse nei confronti di Nicola Cosentino, né tantomeno anticipare l’eventuale processo e giudicare la sua innocenza o colpevolezza: la legge stabilisce che all’aula spetti il giudizio sulla presenza o meno del cosiddetto fumus persecutionis, cioè un evidente e ingiusto intento persecutorio da parte dei pubblici ministeri che hanno richiesto – ingiustificatamente, a quel punto – la misura di custodia cautelare.

foto: LaPresse