Contro internet a scuola

Su Repubblica Raffaele Simone contesta l'uso di tablet e lavagne interattive, e anche un po' la "cultura digitale"

Il giornalista americano Nicholas Carr è diventato l’autore di riferimento per molti sbrigativi contestatori delle nuove tecnologie del cambiamento digitale (che spesso sconfinano nel luddismo), soprattutto attraverso il suo ormai notissimo articolo “Google ci rende stupidi?” (pubblicato sull’Atlantic Monthly e in Italia su Internazionale). Spesso chi lo tira per la giacchetta non lo ha letto con attenzione e trascura le sfumature della sua analisi e la complessità delle sue critiche, e a momenti anche l’articolo di Raffaele Simone su Repubblica di oggi sembra un po’ pregiudizialmente ostile al cambiamento: è difficile sostenere che la scuola non va cambiata perché altrimenti cambierebbe o perché bisogna arginare le tendenze culturali che governano questi tempi. Però il tema concreto di quali siano i mezzi con cui affrontare questo cambiamento è importante, e il rischio di fare sbagli c’è senz’altro: che è quello di cui scrive Simone, e una discussione competente è utilissima.

Due spettri s´aggirano per le scuole italiane: la lavagna interattiva e il tablet. Il primo è un apparecchio del tipo dell´iPad, che si collega in rete e permette di leggere, ascoltare, vedere, scrivere, calcolare più o meno come un computer, con la differenza che pesa solo qualche centinaio di grammi. La lavagna interattiva è un grande display che sembra una lavagna: ci si scrive con una penna speciale o col dito e quel che si scrive si può salvare, modificare, spedire… Da un po´ di tempo qualcuno ha stabilito che sono il futuro della scuola: nessuno sa di preciso chi abbia preso questa decisione ma sta di fatto che, appena un ministro s´installa, dichiara che i due gadget sono indispensabili. Il ministro Profumo non fa eccezione: quando, appena arrivato, ha scoperto (dati Istat 2009) che a scuola (non a casa) i ragazzi che usano il computer sono solo il 4%, ha annunciato che, per rendere la scuola italiana più “moderna e visionaria”, punta sulla diffusione di lavagna interattiva e tablet.

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