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  • Martedì 20 dicembre 2011

La protesta delle donne in Egitto

Nel quinto giorno consecutivo di scontri al Cairo tra forze di sicurezza e manifestanti, migliaia di donne hanno protestato pacificamente contro la violenza

Egyptian women hold signs during a protest in downtown Cairo on December 20, 2011 to denounce the military’s attacks on women and to call for an immediate end to the violence against protesters. AFP PHOTO/KHALED DESOUKI (Photo credit should read KHALED DESOUKI/AFP/Getty Images)

Egyptian women hold signs during a protest in downtown Cairo on December 20, 2011 to denounce the military’s attacks on women and to call for an immediate end to the violence against protesters. AFP PHOTO/KHALED DESOUKI (Photo credit should read KHALED DESOUKI/AFP/Getty Images)

Migliaia di donne egiziane hanno manifestato oggi al Cairo, in piazza Tahrir, mostrando le foto della ragazza con il velo che è stata picchiata e trascinata per terra dalle forze di sicurezza sabato 17 dicembre e che si troverebbe ora a casa «in gravi condizioni» di salute. Quella di oggi è stata forse la più grande protesta di sole donne che si è svolta da febbraio, quando sono iniziate in Egitto le rivolte che hanno portato alla caduta del regime di Hosni Mubarak. Donne e ragazze, velate e non, hanno sfilato pacificamente unite dall’indignazione per il comportamento dei militari e della polizia egiziana che, come ha dichiarato il Segretario di stato americano Hillary Clinton, sta mirando deliberatamente alle donne.

Sui cartelli e sugli striscioni che sono stati mostrati durante la manifestazione di oggi si leggeva «Dicono che sono qui per proteggerci (i militari del Consiglio Supremo delle Forze Armate), ma ci spogliano soltanto». E una manifestante, Negm Nawara, ha spiegato alla BBC che le forze di sicurezza stanno cercando di umiliare e colpire le donne perché «sanno che le persone che non si preoccupano della loro vita tengono comunque alla loro madre, moglie e sorella. Così hanno voluto umiliare il popolo egiziano umiliando le loro donne».

Il Consiglio Supremo delle Forze Armate, in un comunicato, ha espresso oggi un «forte rammarico per le trasgressioni compiute contro le grandi donne d’Egitto che si sono verificate durante alcuni incidenti». Già ieri, durante una conferenza stampa, il generale Adel Emara, membro del Consiglio militare, facendo riferimento alla ragazza picchiata in piazza Tahrir aveva detto che l’attacco alla donna era stato «un episodio isolato» e che sarebbe diventato oggetto di indagine. Secondo quanto riferito dal capo della giustizia militare Adel al Morsip sarebbero iniziate anche le indagini sui militari egiziani che, poco dopo l’inizio delle rivolte di febbraio, avevano arrestato alcune manifestanti costringendole in carcere a sottoporsi ai test di verginità.

La protesta delle donne si è svolta nel quinto giorno consecutivo di scontri al Cairo quando soldati e polizia egiziani hanno sparato all’alba lacrimogeni e colpi di arma da fuoco sui dimostranti nella zona di piazza Tahrir: il bilancio dei morti delle violenze che sono iniziate venerdì mattina è salito a 14, secondo Al Jazeera, e i feriti sarebbero oltre 900.