I numeri sballati del ministro Gelmini sui bocciati

La vantata "linea dura" sugli studenti delle scuole superiori non è mai esistita, si scopre cercando di districarsi tra i dati del ministero per l'Istruzione

Per molto tempo il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, ha insistito sulla necessità e sulla bontà della sua cosiddetta “linea dura”: bocciare di più per avere studenti più preparati. Nel giugno del 2009, commentando un dato sull’aumento degli studenti bocciati, Gelmini diceva che “la scuola italiana deve ritrovare la via del merito”. Un mese dopo il Giornale celebrava “il giro di vite” del ministro Gelmini, dando conto dei dati sui bocciati in crescita. Dati inesistenti, però, scrive oggi Repubblica: nel migliore dei casi imprecisi, nel peggiore inventati.

Calano i respinti alle scuole superiori: dal giugno 2008 al giugno 2011 sono scesi quasi del due per cento. La “linea della severità” annunciata da Mariastella Gelmini esce ridimensionata dalle scelte dei professori, lo si scopre leggendo i dati dell’ultima stagione approdati in viale Trastevere, mai resi pubblici e ora consultati da Repubblica. È dal 2008 che il Miur non ha più pubblicato ufficialmente, ovvero sul sito del ministero, i risultati integrali degli scrutini di fine anno limitandosi a stringati comunicati stampa. Adesso si scopre che negli anni del Governo Berlusconi non c’è mai stata alcuna crescita dei bocciati alle medie superiori: niente pugno di ferro dei professori contro gli studenti riottosi e pelandroni.

È una storia travagliata e piena di censure quella degli scrutini di fine anno ai tempi della Gelmini. L’ultima pubblicazione completa e senza errori sugli esiti di fine anno risale al luglio del 2007, quando a Palazzo della Minerva sedeva Giuseppe Fioroni. L’anno dopo, con il cambio del ministro, arriva la prima sorpresa: un clamoroso refuso aritmetico fa schizzare in alto il numero complessivo dei bocciati. Il 13 settembre del 2008, quattro mesi dopo l’insediamento della Gelmini, il ministero comunica infatti che “dopo le verifiche di fine agosto il totale degli studenti non promossi per l’anno 2007-2008 si attesta al 16,2 per cento del totale, mentre nell’anno scolastico 2006-2007 i bocciati furono il 14,2 per cento”. Nel conteggio, già allora, c’era qualcosa che non quadrava. “A giugno – spiegava il comunicato ufficiale – gli studenti promossi sono stati il 59,4 per cento del totale, i non ammessi sono stati il 13,8 per cento e quelli con giudizio sospeso il 26,8 per cento”. Proseguiva la nota: “Circa il 6 per cento degli studenti che hanno effettuato le prove di verifica a fine agosto sono stati bocciati portando la percentuale dei non ammessi al 16,2 per cento”. Però il 5,9 per cento – che è quel “circa il 6 per cento” – di bocciati a settembre sul 26,8 di rimandati a giugno determina l’1,6 per cento di respinti. Se si somma questa quota al 13,8 dei bocciati a giugno la percentuale complessiva di respinti arriva al 15,4 per cento. E non al 16,2. In quella stagione di partenza, ecco, i dati già non tornavano e, comunque, erano inferiori di uno 0,8 per cento a quelli dichiarati.

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