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  • Martedì 20 settembre 2011

S&P taglia il rating dell’Italia

La valutazione sul debito italiano passa da A+ ad A, il comunicato di Standard & Poor's è pieno di critiche a come il governo ha gestito la crisi

NEW YORK, NY – AUGUST 10: Standard and Poor’s headquarters are seen in Manhattan on August 10, 2011 in New York City. Worldwide markets remain turbulent days after Standard and Poor’s downgraded the debt rating of the United States.(Photo by Mario Tama/Getty Images)

NEW YORK, NY – AUGUST 10: Standard and Poor’s headquarters are seen in Manhattan on August 10, 2011 in New York City. Worldwide markets remain turbulent days after Standard and Poor’s downgraded the debt rating of the United States.(Photo by Mario Tama/Getty Images)

Questa notte, quando in Italia erano circa le due e mezza del mattino, l’agenzia Standard and Poor’s ha comunicato la decisione di tagliare il rating sul debito italiano, facendolo passare da A+ ad A. Nel testo con cui l’agenzia motiva la sua decisione, si legge che la situazione politica e la fragilità del governo italiano “limitano la capacità di risposta dello Stato” alla crisi economica. L’ANSA sintetizzava così stanotte.

“A nostro parere una crescita economica più debole probabilmente limiterà l’efficacia del programma di consolidamento del bilancio in Italia”, afferma Standard and Poor’s, sottolineando come siano state riviste la previsioni sul debito pubblico italiano, il cui picco è previsto ora più in là nel tempo e ad un livello più elevato rispetto alle precedenti aspettative. L’agenzia di rating sostiene come “le prospettive di crescita economica dell’Italia si stanno indebolendo. E ci aspettiamo – prosegue il rapporto – che la fragile coalizione di governo e le differenze politiche all’interno del Parlamento continueranno a limitare la capacità del governo di rispondere in maniera decisa alle sfide macroeconomiche interne ed esterne”.

S&P scrive che gli obiettivi fissati dalla manovra sono “difficili da raggiungere” e che “il tentativo di risposta politica del governo italiano alle recenti pressioni dei mercati suggerisce il prosieguo di una incertezza politica sui mezzi con cui affrontare le sfide economiche dell’Italia”. Le autorità italiane, infatti, “rimangono riluttanti” ad affrontare le questioni più importanti e decisive, “come gli ostacoli strutturali alla crescita, il basso tasso di partecipazione al lavoro e mercati dei servizi e del lavoro troppo strettamente regolati”. Il comunicato si chiude in modo piuttosto minaccioso: “potremmo abbassare nuovamente il rating di lungo e breve termine”.

Ieri la Borsa di Milano aveva chiuso con il peggior risultato d’Europa, sotto di oltre tre punti percentuali. Oggi sarà un giorno importante per la Grecia, con la cosiddetta troika – UE, FMI e BCE – che sentirà il ministro delle Finanze. Commentando la possibilità di un suo default, ieri il cancelliere tedesco Angela Merkel aveva detto che «la disgregazione dell’euro porterà alla disgregazione dell’Europa».

Le agenzie di rating sono società private che, al termine di studi e ricerche, forniscono giudizi – rating, appunto – su titoli obbligazionari e imprese. Semplificando, tali giudizi fanno riferimento all’affidabilità degli investimenti: un rating basso corrisponde a un rischio più alto e viceversa. Esistono diverse agenzie di rating e la gran parte di queste si occupano di declassare o promuovere i titoli delle società quotate in borsa. Ce ne sono tre, però, che fanno la stessa cosa con i titoli di Stato. Sono le tre agenzie di rating più grosse e influenti e i loro nomi ci sono familiari: Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch Ratings. Insieme, vengono definite le Tre Grandi, le Big Three. Nelle ultime settimane era sembrato che Moody’s fosse la più propensa a declassare il rating dell’Italia, e per questo c’è oggi chi scrive che la decisione di S&P è arrivata a sorpresa.

Che cosa sono le agenzie di rating
I diciotto eletti dello AAA

foto: Mario Tama/Getty Images