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  • Lunedì 29 agosto 2011

L’attentatore di Lockerbie sta morendo

Al Megrahi era stato rilasciato dalla Scozia nel 2009 per motivi di salute, tra molte polemiche

Abdel Basset Ali al-Megrahi, il cittadino libico condannato per essere il responsabile dell’attentato di Lockerbie, sta morendo. Nic Robertson, corrispondente della CNN da Tripoli, lo ha trovato ieri in una villa della capitale libica: in coma, attaccato all’ossigeno, nutrito per via venosa. Si tratta di una grossa notizia, viste le critiche che erano arrivate al governo scozzese da tutto il mondo per la decisione di rilasciare l’uomo nel 2009.

La storia è questa. Il 21 dicembre del 1988, alle 19:03, il volo Pan Am 103 partito da Londra e diretto a New York esplose in volo e si schiantò sulla cittadina di Lockerbie, in Scozia. Morirono tutte le 259 persone che si trovavano a bordo dell’aereo: alcuni furono sbalzati fuori e precipitarono per nove chilometri, molti dei quali a una temperatura di -46 gradi. Chi rimase attaccato al sedile morì nello schianto. Morirono anche undici residenti di Lockerbie: le ali dell’aereo colpirono le loro case alla velocità di 800 chilometri orari e praticamente le disintegrarono, creando un cratere lungo 47 metri. Le indagini, svolte congiuntamente tra l’FBI e la polizia di Dumfries e Galloway, nel 1991 accusarono dell’attentato solo due persone: Abdel Basset Ali al-Megrahi, all’epoca ufficiale dell’intelligence libica e capo della sicurezza per Libyan Airways, e Lamin Khalifah Fhimah, responsabile di Libyan Airways all’aeroporto di Malta. La Libia rifiutò per anni di consegnarli e lo fece solo nel 1999, dopo anni di pressioni, negoziati e l’emissione di sanzioni economiche. Megrahi fu condannato all’ergastolo nel 2001, mentre Fhimah fu prosciolto.

Il 20 agosto del 2009, dopo settimane di forti polemiche nazionali e internazionali, le autorità scozzesi avevano deciso di rilasciare al-Megrahi per motivi di salute, sostenendo che fosse malato di cancro e che non gli restassero da vivere più di tre mesi. Megrahi è tornato in Libia applaudito e accolto come un eroe dall’opinione pubblica e dallo stesso Gheddafi: un anno fa lo stesso medico che gli aveva dato non più di tre mesi di vita aveva detto che poteva campare tranquillamente altri dieci anni. Alla decisione del governo scozzese seguirono mesi di polemiche: sia l’opposizione che il Congresso statunitense e molti altri leader mondiali espressero le loro critiche, assecondate in Scozia da molti cittadini. Il Senato degli Stati Uniti aveva aperto un’inchiesta per capire se era stata la società petrolifera BP a convincere il governo scozzese a rilasciare Megrahi, come si diceva, nell’ambito di un accordo più ampio con la Libia, necessario per sbloccare l’accesso ad alcuni giacimenti petroliferi nel Golfo della Sirte. La scoperta fatta ieri dal giornalista della CNN dà ragione al governo scozzese.

 

«Come abbiamo sempre detto, Megrahi è un malato terminale», ha detto ieri il governo scozzese. «Le teorie sul suo conto sono state inutili, dannose e disinformate». Negli ultimi giorni il governo transitorio libico si era detto fermamente contrario a una nuova estradizione per Megrahi. L’uomo era apparso in pubblico per l’ultima volta un mese fa, su una sedia a rotelle, accanto a Muammar Gheddafi. Megrahi è considerato anche l’unica persona ancora in vita a conoscere esattamente il ruolo di Gheddafi nella pianificazione dell’attentato di Lockerbie. Lo scorso febbraio l’ex ministro della giustizia libico, Mustafa Abdel-Jalil, aveva detto di avere «le prove che Muammar Gheddafi ordinò l’attentato di Lockerbie». Abdel-Jalil non ha detto di che genere di prove si tratta, né le ha mai fornite.