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  • Venerdì 23 luglio 2010

Caso Lockerbie, gli Stati Uniti non mollano

L'inchiesta del senato americano cercherà di capire se davvero fu la BP a convincere l'esecutivo di Londra a rilasciare il terrorista libico responsabile della strage

L’ex ministro della giustizia inglese Jack Straw è stato invitato a comparire davanti alla commissione d’inchiesta americana che sta indagando sul caso Lockerbie. La prossima settimana il senato americano avvierà una serie di audizioni per chiarire quali sono stati i motivi che hanno portato alla liberazione del terrorista libico Abdelbaset al-Megrahi, condannato all’ergastolo da un tribunale scozzese nel 2001 per la strage di Lockerbie e rilasciato l’anno scorso per “ragioni umanitarie”.

Abdelbaset al-Megrahi fu riconosciuto colpevole per la strage del 21 dicembre 1988, quando il volo Pan Am 103 Londra-New York esplose in aria sui cieli scozzesi provocando 270 morti (259 a bordo e undici al suolo), tra cui 189 americani. L’anno scorso al-Megrahi è stato rilasciato dal governo regionale della Scozia dopo che i medici gli avevano dato tre mesi di vita a causa di un tumore alla prostata, ed è tornato in Libia come un eroe. Da allora i rapporti tra Londra e Washington si sono molto irrigiditi.

L’inchiesta del senato americano cercherà tra l’altro di capire se davvero fu la BP a convincere l’esecutivo di Londra a rilasciare Megrahi: la sua liberazione sarebbe stata parte di un accordo più ampio con la Libia, necessario per sbloccare l’accesso ad alcuni giacimenti petroliferi nel Golfo della Sirte.

Straw non ebbe nessun ruolo diretto nel rilascio di Megrahi, che fu liberato per motivi umanitari dal governo scozzese. Ma l’ex ministro della giustizia in quel periodo era coinvolto in una trattativa tra Gran Bretagna e Libia per il rilascio di alcuni prigionieri. L’accordo non fu usato ufficialmente nel caso Megrahi, ma il senato americano sta cercando di capire se un accordo che sanciva il diritto a uno sfruttamento delle risorse petrolifere pari a 900 milioni di dollari avesse “direttamente o indirettamente” influenzato la decisione di liberarlo.

La BP – che ha poi effettivamente avuto accesso a quei giacimenti – ha ammesso di avere fatto pressioni su John Straw per arrivare alla firma dell’accordo. E ora il senato americano sta indagando soprattutto sui rapporti tra il ministro Straw e Mark Allen, ex agente del MI6, che avrebbe aiutato la BP ad accaparrarsi i contratti per lo sfruttamento delle risorse petrolifere libiche. Secondo il Telegraph, Mark Allen in quel periodo parlò almeno due volte per telefono con il ministro Straw a proposito della trattativa in corso con la Libia e si incontrò anche con il colonnello Muammar Gheddafi. L’ex ministro ha dichiarato di non avere nessuna obiezione a fornire spiegazioni su quanto avvenuto, ma di non avere ancora deciso se accettare l’invito a comparire del senato americano.

“Prima di prendere qualsiasi decisione mi consulterò con Gordon Brown , visto che all’epoca era il primo ministro, e chiederò consiglio anche al ministero degli esteri. Nella mia esperienza, è molto strano che la legislazione di uno stato conduca un’inchiesta che riguarda un altro stato”.

Tony Hayward — il maldestro CEO della BP ormai al centro di accuse e polemiche da settimane per il disastro nel Golfo del Messico — è stato invitato a sua volta a comparire insieme all’ex agente del MI6 Mark Allen. Il senato americano ha chiesto anche di poter ascoltare il primo ministro scozzese Alex Salmond o il ministro della giustizia Kenny MacAskill, ma i rappresentanti del governo scozzese hanno fatto sapere con una lettera al senato americano che non hanno nessuna intenzione di accettare l’invito, sostenendo di non avere preso parte in nessun modo alla trattativa BP con la Libia e che non esiste nessun obbligo legale per cittadini stranieri di comparire di fronte a una commissione d’inchiesta americana.