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  • Martedì 19 luglio 2011

La protesta dei giornalisti in Georgia

I maggiori quotidiani georgiani sono usciti senza foto in prima pagina per protestare contro l'arresto di tre fotografi, accusati di essere spie al soldo della Russia

Georgian photographers protest in front of pre-trial prison in Tbilisi late on July 8, 2011. Georgia arrested four news photographers: President Mikheil Saakashvili's personal photographer Irakly Gedenidze, European Pressphoto Agency (EPA) photographer Zurab Kurtsikidze, Foreign Ministry press centre photographer Giorgi Abdaladze, and Gedenidze's wife, local newspaper photographer Natia Gedenidze on accusations of spying for a foreign country, the interior ministry said. AFP PHOTO/ VANO SHLAMOV (Photo credit should read VANO SHLAMOV/AFP/Getty Images)
Georgian photographers protest in front of pre-trial prison in Tbilisi late on July 8, 2011. Georgia arrested four news photographers: President Mikheil Saakashvili's personal photographer Irakly Gedenidze, European Pressphoto Agency (EPA) photographer Zurab Kurtsikidze, Foreign Ministry press centre photographer Giorgi Abdaladze, and Gedenidze's wife, local newspaper photographer Natia Gedenidze on accusations of spying for a foreign country, the interior ministry said. AFP PHOTO/ VANO SHLAMOV (Photo credit should read VANO SHLAMOV/AFP/Getty Images)

Oggi alcuni tra i più importanti giornali della Georgia sono usciti senza immagini in prima pagina per protestare contro l’arresto di tre fotografi georgiani accusati di essere spie al soldo della Russia. Alla protesta hanno partecipato anche alcuni giornali online e siti web, mentre decine di attivisti e giornalisti hanno manifestato davanti alla prigione di Tbilisi, la capitale del paese, dove sono detenuti i tre fotografi.

Giorgi Abdaladze collabora con l’Associated Press e il ministero degli Esteri georgiano, Zurab Kurtsikidze lavora per l’European Pressphoto Agency e Irakli Gedenidze è il fotografo personale del presidente georgiano Mikheil Saakashvili. I tre sono stati arrestati nella mattinata del 7 luglio con l’accusa di aver fotografato documenti segreti, tra cui i dettagli degli spostamenti di Saakashvili, e di averli venduti all’intelligence militare russa. Al momento si trovano agli arresti dove rimarranno in attesa del processo che si svolgerà il primo settembre. Rischiano fino a 12 anni di carcere.

Sabato scorso il ministero della Giustizia georgiano ha diffuso un video in cui Abdaladze ammette di aver collaborato con l’intelligence russa dal 2002 sotto la minaccia che i suoi familiari venissero uccisi, mentre lunedì il governo ha fatto sapere che tutti e tre i fotografi avevano confessato. Più di 40 giornali hanno firmato una lettera aperta per avere più informazioni sugli arresti, che vengono definiti «una rappresaglia e una persecuzione per aver documentato la verità. Confessioni estratte in circostanze dubbie e con modi coercitivi non riescono a convincerci che i fotoreporter siano delle spie».

Secondo molti attivisti la confessione sarebbe particolarmente inverosimile: poco dopo l’arresto infatti Abdaladze aveva inviato una dichiarazione a un giornale in cui negava le accuse e sosteneva che lui e i suoi colleghi erano stati arrestati su ordine di Saakashvili per aver fotografato la sanguinaria repressione di una dimostrazione antigovernativa, avvenuta lo scorso 26 maggio. «Le nostre foto hanno fatto il giro del mondo – spiegava Abdaladze – e sono state riprese da molti giornali dei paesi in cui Mikheil Saakashvili si presenta come un campione della democrazia. Non ci ha perdonato per aver rovinato la sua immagine». Lunedì Abdaladze ha incontrato il suo avvocato che ha detto di averlo trovato «molto spaventato» e ha aggiunto che «potrebbe essere stato psicologicamente costretto a confessare».

Nel 2008 la Georgia ha occupato militarmente parte della regione dell’Ossezia del Sud, che da anni rivendicava autonomia e indipendenza sulla base di una sua maggiore vicinanza alla Russia. La Russia ha reagito bombardando i soldati georgiani e ha imposto un blocco navale al paese. La situazione si è risolta con il ritiro dei soldati russi e georgiani dall’Ossezia ma da allora la Georgia ha arrestato numerose persone accusandole di spionaggio. Secondo molti attivisti gli arresti vengono utilizzati per eliminare e screditare gli oppositori del governo.

Le proteste in Georgia
Continuano le proteste in Georgia

Foto: VANO SHLAMOV/AFP/Getty Images