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  • Giovedì 12 maggio 2011

La FIFA accusata ancora di corruzione

L'ex presidente del comitato britannico per i mondiali del 2018 ha fatto pesanti rivelazioni davanti a una commissione parlamentare

A dicembre dello scorso anno, la FIFA annunciò che i mondiali di calcio del 2018 si sarebbero tenuti in Russia e quelli del 2022 in Qatar. Nei mesi precedenti c’erano stati diversi scandali intorno all’assegnazione delle sedi. Il più famoso fu quello che coinvolse un componente nigeriano dell’esecutivo della FIFA, Amos Adamu, disposto a vendere il suo voto per 800.000 dollari ad alcuni giornalisti del Sunday Times, che gli si erano presentati come imprenditori americani interessati a portare il mondiale negli Stati Uniti. Due componenti dell’esecutivo di 24 persone incaricato di decidere le candidature vennero sospesi.

Se la scelta della Russia era plausibile, il Qatar battè la concorrenza di Australia, Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud. Subito dopo l’annuncio di Blatter, in molti si chiesero come fosse stato possibile che il piccolo paese arabo, dalla scena calcistica quasi inesistente e privo di impianti adeguati, avesse vinto la gara. Anche alla luce degli scandali precedenti, iniziarono a nascere sospetti di corruzione e di compravendita dei voti dei delegati.

Pochi giorni fa l’ex presidente del comitato inglese che promuoveva l’assegnazione dei mondiali del 2018 al Regno Unito, Lord David Triesman, è comparso davanti alla commissione della Camera dei Comuni per la cultura, i mezzi di comunicazione e lo sport. Durante la riunione, Lord Triesman ha lanciato nuove accuse a quattro membri del comitato FIFA, che avrebbero avanzato in diverse occasioni richieste economiche in cambio del loro voto.

Uno degli attuali vicepresidenti della FIFA, Jack Warner, avrebbe detto a Lord Triesman di essere disponibile a votare per il Regno Unito in cambio del finanziamento di un centro scolastico nel suo paese natale, Trinidad e Tobago; in un’altra occasione avrebbe richiesto 500.000 sterline al comitato inglese per pagare la trasmissione delle partite di calcio ad Haiti. Il rappresentante del Paraguay, Nicolás Leóz, incontrato da Triesman ad Asunción, avrebbe avanzato la richiesta di una onorificenza britannica «per dare adeguato riconoscimento ai suoi risultati nel calcio mondiale» (Leóz è attualmente presidente del CONMEBOL, la federazione calcistica sudamericana). Le altre accuse riguardano il brasiliano Ricardo Teixeira e il tailandese Worawi Makudi.

Lord Triesman ha però ricordato che diversi rappresentanti presso la FIFA, tra cui il presidente della UEFA Michel Platini, hanno dimostrato invece un comportamento assolutamente corretto. Le rivelazioni di Lord Triesman allungano la lista dei membri del comitato su cui la commissione britannica ha raccolto accuse di corruzione, anche a partire dalle inchieste del Sunday Times: tra questi, il camerunense Issa Hayatou avrebbe ricevuto un milione e mezzo di dollari per sostenere la candidatura del Qatar, e la stessa cifra sarebbe andata anche a Jacques Anouma, rappresentante della Costa d’Avorio e molto vicino all’ex presidente della repubblica Laurent Gbagbo.

Tra gli accusati e gli espulsi, è stato messo in discussione l’operato di un terzo della commissione incaricata di assegnare la sede dei mondiali. I coinvolti nelle ultime indagini si sono affrettati a negare ogni coinvolgimento, ma le vicende hanno portato a dichiarazioni molto dure da parte dei parlamentari britannici che hanno preso parte alle sedute. Sulla questione è intervenuto anche il presidente della FIFA, Sepp Blatter, dicendo che l’organizzazione calcistica internazionale prenderà visione di tutto il materiale e farà pienamente luce sulla vicenda.

foto: Lord Triesman (a destra) e il presidente del CONMEBOL, Nicolás Leóz, nel 2009
(NORBERTO DUARTE/AFP/Getty Images)