Chi apre e chi no il Primo Maggio

Repubblica fa una parziale mappa di cosa fanno i negozi in diverse città d'Italia e nei paesi d'Europa

Le discussioni sull’apertura dei negozi il Primo Maggio sono interessanti perché segnalano la necessità di un dibattito sui cambiamenti nel mondo del lavoro, in meglio e in peggio, ma sono spesso fondate su valutazioni superficiali dell’esistente: in molte città d’Italia i negozi possono già aprire il Primo Maggio e molti lo fanno (oggi annuncia l’apertura un’impresa considerata “progressista” come Eataly). Repubblica fa oggi una breve ricognizione, aggiungendo informazioni su alcuni paesi europei.

Dopo settimane di dibattito all`appuntamento del primo maggio inegozi italiani arrivano in ordine sparso, allargando la crepa che già da qualche anno minaccia la «sacralità» dell a festa del lavoro.
E il fatto che quest`anno la data coincida con la domenica non semplifica le cose, perché considerati i tempi di crisi e l`abitudine diffusa delle famiglie italiane e dei turisti di passare le ore libere nei centri commerciali – la chiusura festiva, per molti esercenti, è comunque considerata un`occasione persa.
Visti i conflitti che la questione ha fatto esplodere fra sindaci e parti sociali, l`Anci, l`associazione dei comuni, ha cercato di suggerire una via d`uscita ecumenica, invitando a trovare «soluzioni condivise», ma l`appello è caduto nelvuoto:l`Italiaè divisaelafacoltàdi aprire, riconosciuta in diverse città, ha già fatto scattare la contestazione. Cgil, Cisl e Uil di Milano e Firenze hanno proclamato lo sciopero, a Torino, accanto ai negozi aperti compariranno striscioni di protesta.
L`impatto della frattura è diverso da luogo a luogo. A Roma, per esempio il problema non si è posto più di tanto: fra la beatificazione di Wojtyla e il «concertone» del primo maggio la città sarà invasa dai turisti e non ci sono state grandi obiezioni all`ordinanza del sindaco che concede la facoltà di aprire i negozi nelle zone interessate ai due eventi. A Napoli sono intervenute cause di forza maggiore: i commercianti hanno sollecitato e ottenuto la possibilità di aprire, ma di fatto nella stragrande maggioranza i loro negozi resteranno chiusi. Il «caso rifiuti» ha inciso profondamente sull`afflusso dei turisti in città e sulle intenzioni degli esercenti: «resteremo aperti solo dove ci sono le condizioni logistiche per farlo» dicono.
Anche a Bologna in teoria si potrà fare shopping, ma visto che in città non sono previste presenze di visitatori extra, solo pochi negozi hanno deciso di sfruttare la possibilità. A Palermo si potrà fare la spesa solo nei grandi centri commerciali, i «piccoli» resteranno chiusi. A Bari la decisione è stata chiara fin dall`inizio: sarà dì di festa e le serrande resteranno abbassate, sceltache – a livello regionale – ha creato qualche polemica solo nel Salento e aLecce.

(continua a leggere sulla rassegna stampa del Governo)

– Francesco Maggio: Primo Maggio e dintorni
Il Primo maggio e lo shopping