Come sarebbe iniziata la rivolta in Siria

Davide Frattini, inviato del Corriere a Deraa, ha raccolto una versione dei fatti

Le cause delle rivolte in Nordafrica sono moltissime, alcune sono vecchie e note, altre sono probabilmente meno intuibili e di lettura più complessa. Per ogni Paese, poi, c’è stata una scintilla: un episodio che ha permesso al malessere di coagulare e diventare una rivolta. In Tunisia fu la decisione di un giovane commerciante ambulante di darsi fuoco, per protesta contro le vessazioni del regime. In Siria, racconta Davide Frattini sul Corriere della Sera, sarebbero state le scritte sui muri di un gruppo di ragazzini.

Il soldato stringe il blocco di fogli sgualciti, la lista dei ricercati è scritta a penna. Chi esce in manifestazione entra nell’elenco. I posti di blocco sono predisposti a cerchi che si stringono verso il centro di Deraa per strangolare la rivolta. Un’intera città è agli arresti domiciliari. Gli oppositori sono braccati e seguono i percorsi sulla mappa mentale disegnata dalla paura. Schivano le pattuglie della Guardia Repubblicana, le forze speciali comandate da Maher Assad, il fratello minore del presidente. In strada ci sono loro: armati di fucili mitragliatori, sorvegliano dalle torrette dei blindati. I gabbiotti della polizia restano deserti da giorni.

I centodieci chilometri da Damasco verso sud e il confine con la Giordania attraversano la piana di Hauran e i campus universitari, la promessa mantenuta dal leader di garantire l’educazione ai giovani siriani, che prima finivano esportati (negli atenei in Russia o nei Paesi arabi) come i pomodori coltivati in questa regione molto fertile. L’autostrada a quattro corsie scende parallela alla vecchia provinciale, che si spezza verso i villaggi dove i cammelli pascolano tra i dadi grigi delle case non intonacate. I carrarmati controllano gli ingressi a questi incroci, la ribellione è iniziata tra i 350 mila abitanti di Deraa e si è estesa ai villaggi di tutta la zona, dove i sunniti sono ancor più maggioranza che nel resto del Paese. Gli alauiti al potere, la setta religiosa della famiglia Assad, sono ossessionati da un’insurrezione etnica che parta dalle tribù di quest’area.

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