Un giorno di guerra in Libia
Riprendono gli attacchi delle forze internazionali, colpito con 40 bombe un aeroporto in Libia
Ricapitoliamo quanto accaduto oggi, quindi. Le forze internazionali hanno colpito diversi obiettivi militari, stanotte e questa mattina, e la no-fly zone è operativa. La tv di stato libica ha detto che più di sessanta persone sono state uccise dai bombardamenti ma nessun media indipendente ha potuto confermare questa cifra: il capo di stato maggiore statunitense ha detto che non risultano vittime civili, mentre alcune testimonianze da Tripoli hanno riferito di cadaveri di persone morte negli scontri degli ultimi giorni trasportati ad arte sul luogo dei bombardamenti da membri del regime.
Le difese aeree di Gheddafi sono state gravemente danneggiate ma sul suolo libico la situazione è tutt’altro che sulla via della risoluzione: si combatte a Bengasi, dove le forze fedeli al regime sono confinate nella parte ovest della città, e si combatte a Misurata, che invece pare completamente in mano a Gheddafi. Tra ieri e oggi sarebbero morte oltre cento persone nelle due città, riferiscono fonti ospedaliere.
Il leader della Lega Araba, Amr Moussa, ha espresso perplessità sulle operazioni militari, dicendo che vanno oltre il mandato delle Nazioni Unite. Non è così, gli è stato risposto – direttamente o indirettamente – dal governo britannico e dal governo francese. Nelle prossime ore anche il Qatar unirà i propri caccia a quelli della coalizione internazionale. Gli attacchi sugli obiettivi militari dovrebbero proseguire questa notte, quando in Italia erano le 19,20 la CNN ha riferito di nuovi spari e scontri a Tripoli, dove il regime avrebbe schierato la contraerea. Intorno alle 20 ora italiana, invece, il capo delle forze armate libiche ha ordinato un nuovo cessate il fuoco (in realtà sarebbe teoricamente ancora in vigore quello di ieri, che però sappiamo non essere mai stato rispettato).
La notizia principale di oggi, comunque, è il messaggio audio diffuso questa mattina da Gheddafi sulla tv di stato libica: Gheddafi ha fatto il solito discorso molto combattivo, accusando le “potenze coloniali cristiane” di molti crimini e avvertendole che faranno “la fine di Mussolini e Hitler”. In sostanza, ha fatto capire di non avere alcuna intenzione di arrendersi.
Un’ultima cosa. Un rimorchiatore italiano è stato sequestrato questa mattina al porto di Tripoli da alcuni uomini armati che hanno detto di essere dipendenti del governo libico. Dopo alcune ore fermi al porto, la nave è partita con tutto il suo equipaggio – undici persone – verso una destinazione sconosciuta, insieme ai libici armati. L’imbarcazione sarebbe comunque in continuo contatto con la Farnesina. Di seguito, gli aggiornamenti della giornata minuto per minuto.
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19,16 – “Il destino delle persone nel mondo arabo sarà deciso da loro stessi”, dice Obama. “In questi giorni abbiamo visto la gente della Libia esprimersi coraggiosamente contro un regime determinato a reprimere con brutale violenza i suoi stessi cittadini”
19,03 – Anche il ministero degli Esteri britannico dirama una nota che sembra una risposta alle dichiarazioni di Amr Moussa, segretario della Lega Araba, che hanno generato parecchia irritazione.
“Al contrario di Gheddafi, le forze internazionali non stanno attaccando i civili. La risoluzione delle Nazioni Unite autorizza tutte le misure necessarie alla protezione del popolo libico. Per instaurare una no-fly zone in sicurezza, è necessario portare avanti operazioni mirate contro la difesa aerea dell’esercito libico. Tutte le missioni sono pianificate meticolosamente, prendendo in considerazione tutte le misure possibili per evitare vittime civili. Continueremo a lavorare con i nostri partner arabi per rafforzare la risoluzione dell’ONU, per il bene del popolo libico”
18,59 – Obama sta tenendo un discorso in Brasile. Si parla di diritti umani, probabile un passaggio sulla Libia.
18,49 – Al Jazeera riporta che le forze di Gheddafi stanno avanzando a Bengasi, da ovest verso est.
18,43 – Il Qatar non è l’unico paese arabo coinvolto nelle operazioni. Anche gli Emirati Arabi Uniti stanno fornendo degli aerei militari, mentre la risoluzione approvata dall’ONU è stata presentata dal Libano.
18,38 – Sempre il ministro della Difesa francese ha confermato che le forze del Qatar si uniranno “nelle prossime ore” alle operazioni militari condotte in attuazione della risoluzione dell’ONU, enfatizzando il valore politico e simbolico di questo fatto.
18,33 – Anche il ministro della Difesa francese conferma che le forze internazionali stanno “solamente e completamente” applicando il dettato della risoluzione delle Nazioni Unite.
18,26 – Dal sito della BBC, una guida ai principali aerei militari utilizzati dalle forze internazionali in Libia.
18,21 – Altro aggiornamento sul rimorchiatore italiano. La società armatrice conferma che il rimorchiatore si sta dirigendo al largo con a bordo gli undici membri dell’equipaggio e “persone che si sono dichiarate appartenenti ad autorità portuali e militari libiche”.
18,13 – Si sono perse le tracce anche di due giornalisti di AFP, l’agenzia di stampa francese. Si chiamano Dave Clark e Roberto Schmidt e si trovavano nella zona di Tobruk insieme a Joe Raedle, fotografo per Getty Images. Non si hanno loro notizie da venerdì sera. Ricordiamo che una troupe di Al Jazeera è stata arrestata dall’esercito libico.
18,07 – L’Italia ha congelato beni di Gheddafi o di non meglio precisate “entità libiche” per 6-7 miliardi di euro. Lo ha reso noto il rappresentante permanente italiano alle Nazioni Unite, Cesare Maria Ragaglini.
17,55 – Un portavoce del governo francese ha detto che 15 aerei francesi oggi hanno partecipato alle operazioni in Libia e nessuno di questi ha avuto problemi di alcun tipo.
17,47 – L’operazione militare è stata definita dai media italiani “Operation Odyssey Dawn”, tradotto volta per volta operazione “Odissea all’alba” o “Alba dell’Odissea”. In realtà quello è solo il nome dell’operazione delle forze statunitensi. L’operazione delle forze britanniche si chiama “Operation Ellamy”. L’operazione delle forze canadesi si chiama “Operation Mobile”. L’operazione delle forze francesi si chiama “Operation Harmattan”.
17,45 – Dichiarazioni del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. “Non siamo entrati in guerra. Siamo impegnati in un operazione autorizzata dal Consiglio di sicurezza dell’Onu. In Libia abbiamo avuto una repressione forsennata e violenta rivolta contro la stessa popolazione libica da parte del governo e del suo leader Gheddafi”.
17,38 – L’intervista di Seif al-Islam Gheddafi alla BBC si può vedere qui. Il figlio del dittatore ha detto che l’Occidente sta commettendo un errore come aveva fatto in Iraq.
17,33 – L’Enac conferma che dalla mezzanotte di oggi l’aeroporto di Trapani sarà chiuso al traffico civile.
17,32 – Il rimorchiatore italiano bloccato a Tripoli ha lasciato il porto ma sarebbe ancora sotto il controllo degli uomini armati che lo hanno sequestrato.
17,20 – Intanto arrivano le prime risposte ad Amr Moussa, il leader della Lega Araba che ha contestato la legittimità dei bombardamenti dicendo che vanno oltre il mandato dell’ONU. Un funzionario della Casa Bianca ha detto alla Reuters che “la risoluzione, sostenuta da paesi arabi e dal Consiglio di sicurezza dell’ONU, includeva ‘tutte le misure necessarie’ a proteggere i civili, quindi comprende ma va oltre la no-fly zone”. L’unico limite posto dalla risoluzione era effettivamente l’invasione via terra.
17,10 – Alcuni ribelli antigovernativi festeggiano sopra i resti di un carro armato colpito stanotte dagli attacchi alleati, nella foto PATRICK BAZ/AFP/Getty Images.
16,59 – Circolano voci ancora non confermate per cui il rimorchiatore italiano trattenuto nel porto di Tripoli sarebbe stato fatto ripartire.
16,58 – Reuters riporta che un bombardamento alleato ha colpito e danneggiato gravemente le attrezzature della base aerea di Al Watyah, a 170 chilometri da Tripoli.
16,50 – Per chi se l’è persa, abbiamo pubblicato qui l’intervista integrale del ministro La Russa a Lucia Annunziata. Utile a capire meglio il ruolo dell’Italia nell’intervento militare in Libia.
https://www.youtube.com/watch?v=rXdOorJJl-0
16,39 – Amr Moussa, segretario della Lega Araba, ha annunciato una riunione d’emergenza dell’organizzazione. Moussa è critico delle azioni delle forze internazionali: “Quello che sta succedendo in Libia è diverso da imporre una no-fly zone: noi vogliamo proteggere i civili, non bombardarne degli altri”.
16,27 – Altro problema che sta emergendo, che colpisce in qualche modo sia il fronte favorevole all’intervento che quello dei contrari: molti iniziano dire che è troppo tardi. Che le truppe di terra di Gheddafi sono ormai insediate a Misurata e in parte di Bengasi, e bisognava colpirlo prima.
16,17 – Il servizio di Al Jazeera sugli obiettivi militari colpiti dalle forze internazionali e il messaggio audio di Gheddafi.
15,53 – Sembra che alcuni caccia del Qatar si starebbero avvicinando alla Libia. Il Qatar ha dato il proprio sostegno alle operazioni militari ma non vi ha ancora preso concretamente parte.
15,39 – Le agenzie fotografiche stanno iniziando a diffondere alcune foto di un obiettivo militare colpito dagli attacchi della coalizione internazionale. È un carro armato, circondato da alcuni cadaveri. Sono foto sgradevoli, di quelle che non pubblichiamo: e per quanto è certamente possibile che gli attacchi contro l’esercito di Gheddafi abbiano ucciso alcuni membri dell’esercito di Gheddafi, non ci sono notizie in tal senso. Lo ricordiamo: il governo libico dice che oltre sessanta persone sono stati uccise dagli attacchi di questa notte, ma nessun media indipendente ha confermato questa stima. Il capo di stato maggiore americano ha detto che non gli risultano vittime. Secondo alcune testimonianze, le forze fedeli a Gheddafi hanno trasportato sui luoghi dei bombardamenti i cadaveri di alcune persone morte negli scontri degli ultimi giorni.
15,27 – Intanto in Germania si discute della decisione del governo Merkel di non prendere parte alla coalizione internazionale, per quanto avesse ripetuto che bisognava fare “qualcosa”. Questo editoriale sullo Spiegel critica la decisione del governo.
15,18 – La Reuters diffonde una testimonianza inquietante da Misurata. “Due persone sono già state uccise dai cecchini, sono sui tetti. A terra hanno la copertura di quattro carri armati, che pattugliano la città. È molto difficile uscire di casa. In città ci sono così tanti cadaveri che non riusciamo a contarli. Ci sono anche barche attorno al porto che evitano l’arrivo di soccorsi dal mare”.
15,13 – Si va delineando quello che probabilmente sarà il principale problema dei prossimi giorni. Se la difesa aerea di Gheddafi è stata sostanzialmente messa fuori uso, per terra si continua a combattere. E intervenire dall’alto su Misurata e Bengasi è molto complicato: è una guerriglia, non una guerra convenzionale.
14,57 – Il leader della Lega Araba, Moussa, ha detto che i bombardamenti sulla Libia distorcono il mandato della no-fly zone. Moussa è candidato alle elezioni presidenziali in Egitto, la Lega Araba aveva chiesto ufficialmente all’ONU l’istituzione di una no-fly zone.
14,53 – Il ministro della Difesa Ignazio La Russa, intervistato da Lucia Annunziata su Raitre, ha detto che dalla mezzanotte di ieri l’Italia ha messo a disposizione della coalizione internazionale otto aerei, quattro caccia e quattro Tornado “in grado di neutralizzare radar”.
14,30 – Il Corriere della Sera ha un bel grafico interattivo con un sacco di informazioni sulle basi militari nel Mediterraneo e gli obiettivi colpiti in Libia.
14,14 – I talebani hanno diffuso un comunicato che giudica “motivato politicamente e non richiesto” l’intervento delle forze internazionali in Libia.
14,12 – Qualche aggiornamento dall’Italia. Sembra sarà presto chiuso, dice l’ANSA, l’aeroporto civile di Trapani, a causa delle operazioni dell’aeronautica militare: i voli saranno deviati su altri aeroporti. Il ministro Frattini ha parlato del rimorchiatore bloccato da stamattina nel porto di Tripoli, dicendo che “non sappiamo quale siano le intenzioni” e che “non possiamo escludere un sequestro”.
14,03 – Arrivano nuove testimonianze, stavolta riportate da CNN, di scontri e battaglie a Misurata, dove le forze del regime starebbero usando cannoni, artiglieria e carri armati.
13,55 – La Russia ha chiesto a Gran Bretagna, Stati Uniti e Francia di interrompere l’uso della forza.
13,48 – L’agenzia di stampa governativa libica ha annunciato che il regime distribuirà armi a oltre un milione di persone nelle prossime ore, riporta Reuters.
13,30 – Il ministro della salute del governo di Gheddafi ha detto che il numero delle vittime uccise dagli attacchi di questa notte è salito a 64. Si tratta, come abbiamo detto, di una cifra che nessuno ha verificato. Alle forze occidentali non risulta alcuna vittima civile frutto degli attacchi di questa notte.
13,26 – Un punto della situazione, allora. Dopo gli attacchi di questa notte e qualche ora di sospensione, sono ricominciate le attività delle forze internazionali: vari obiettivi militari sono stati colpiti, tutti sulla costa della Libia e prevalentemente a Tripoli. Il capo di stato maggiore dell’esercito statunitense, Mike Mullen, ha detto che la no-fly zone è operativa, che le difese aree di Gheddafi sono già state molto danneggiate e che è stata fermata la sua avanzata a Bengasi, dove la situazione è relativamente tranquilla. Ha detto di non avere notizia di vittime civili degli attacchi di questa notte: la tv di stato libica, invece, ha detto che sono morte 48 persone, ma non esistono verifiche indipendenti di questa notizia.
In mattinata Gheddafi dal suo bunker ha rivolto un nuovo messaggio audio dalla tv di Stato, facendo capire di non avere alcuna intenzione di arrendersi: si è scagliato contro le “potenze coloniali cristiane” che hanno messo in piedi la no-fly zone e col solito eloquio erratico e sconnesso ha detto che non si arrenderà e combatterà fino alla fine.
12,58 – Il tenente colonnello Rocco Massimo Zafarana ha detto che sei caccia danesi F16 sono pronti a partire per la Libia dalla base di Sigonella, in provincia di Siracusa.
12,49 – Combattimenti anche a Bengasi, dice la BBC. Testimonianze di scontri nella parte ovest della città, dove si sono ritirate le forze di Gheddafi rimaste in circolazione. In centro invece la situazione è più tranquilla.
12,39 – BBC ha altre testimonianze che parlano di violenze e battaglie a Misurata tra i ribelli e le forze fedeli a Gheddafi.
12,37 – Human Rights Watch ha espresso sostegno all’intervento militare in Libia, citando noti e documentati abusi del regime di Gheddafi.
12,14 – BBC riporta questa testimonianza oculare da Misurata, avvertendo di non essere stata in grado di verificarla. Una persona ha detto di aver visto carri armati del governo fare irruzione e sparare nel centro della città, provocando la morte di 40 persone.
12,12 – Le operazioni in Libia hanno fatto “progressi significativi” in queste 24 ore, dice Mullen, fermando le azioni delle forze di Gheddafi a Bengasi.
12,10 – Sempre Mullen dice di non avere indizi dell’uso di armi chimiche da parte di Gheddafi, cosa che i ribelli temono molto.
12,07 – L’ammiraglio Mike Mullen, capo di stato maggiore degli Stati Uniti, dice che la no-fly zone è operativa e di non avere notizia di vittime civili dei bombardamenti alleati di questa notte.
11,59 – Almeno 51 persone sarebbero morte oggi a Misurata a causa degli attacchi delle forze fedeli a Gheddafi, dice BBC World.
11,55 – In una conferenza stampa, il generale britannico John Lorimer insieme ai rappresentanti della RAF e della marina britannica hanno detto che gli obiettivi degli attacchi di ieri notte sono stati selezionati “accuratamente” ma è ancora presto per quantificare il loro impatto. Nel corso della giornata saranno esaminate delle fotografie satellitari delle aree colpite.
11,44 – Intanto arriva conferma che 19 caccia americani, inclusi bombardieri e stealth, hanno colpito con 40 bombe un aeroporto in Libia.
11,31 – Girano queste due voci, a cui non abbiamo ancora trovato conferme ufficiali o affidabili: che le forze francesi avrebbero ricominciato a pattugliare e sorvolare la costa della Libia e che l’esercito di Gheddafi avrebbe lanciato un nuovo attacco a Misurata.
11,29 – Mustafa Gheriani, portavoce dei ribelli libici a Tobruk, ha detto alla BBC che Bengasi è “piuttosto sicura”. “Ci sono ancora alcuni membri delle forze fedeli a Gheddafi ma la maggior parte di loro è stata sconfitta. Noi vogliamo rovesciare una tirannia: quest’uomo è un criminale e dev’essere giudicato come tale”
11,20 – Al Arabiya, citando fonti ospedaliere, dice che 94 persone sono state uccise ieri durante gli attacchi di Gheddafi a Bengasi.
11,18 – Questa foto, diffusa dal ministero della difesa statunitense, mostra i luoghi dei primi attacchi delle forze internazionali.
11,09 – Questo servizio di Al Jazeera documenta le violenze avvenute ieri a Bengasi da parte del regime di Gheddafi, nonostante l’annuncio del cessate il fuoco.
11,00 – Molti in queste ore si sono chiesti che fine fa il trattato tra Italia e Libia, che il Post aveva raccontato qui. Il trattato, tra le altre cose, impegna i due paesi a “non ricorrere alla minaccia o all’impiego della forza contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica dell’altra Parte o a qualunque altra forma incompatibile con la Carta delle Nazioni Unite”.
Al di là del fatto che il governo italiano ha già detto di considerare “sospeso” il trattato con la Libia, oggi ci si trova evidentemente in una circostanza di ingerenza compatibile con la Carta delle Nazioni Unite: è l’ONU che ha dato mandato agli attacchi, sulla base della dottrina generale per cui la sovranità nazionale ha limite nella minaccia alla pace e nelle violazioni dei diritti umani. Inoltre, sempre la Carta delle Nazioni Unite enuncia all’articolo 1 il principio dell’autodeterminazione dei popoli: esistono, insomma, i margini per considerare fondata la sospensione del trattato tra Italia e Libia. Un altro punto di quel trattato, infatti, impegna i due paesi ad agire “conformemente alle rispettive legislazioni, agli obiettivi e ai principi della Carta delle Nazioni Unite e della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo”. Non si può certo dire che Gheddafi lo abbia fatto.
10,49 – Gheddafi si trova in un bunker nel complesso militare di Aziziya, a Tripoli, circondato da migliaia di sostenitori che si sono offerti come scudi umani.
10,46 – Fine del messaggio. Gheddafi, nel solito eloquio sconnesso, ha accusato le forze internazionali di essere una potenza “crociata e coloniale”, di essere una “potenza cristiana” (agli attacchi, chiesti dalla Lega Araba e dal Libano, partecipano anche Qatar ed Emirati Arabi) e ha fatto capire di non avere alcuna intenzione di arrendersi, dicendo che le forze internazionali saranno sconfitte e faranno la fine “di Hitler e Mussolini”.
10,44 – “Persino bin Laden, quell’uomo debole, è stato in grado di battervi. Noi ci batteremo per i nostri figli. Non avete imparato niente dal passato? Niente dal Vietnam e dalla Somalia? Siete sempre stati distrutti e sconfitti. Ci stiamo preparando a una battaglia infinita”
10,42 – “Siete stati sconfitti in Vietnam e in Iraq, volete vincere in Iraq per andare poi in Siria, in Iran e alla fine a Mosca”
10,40 – “Chiedo al mondo di schierarsi col popolo libico, di protestare”
10,39 – “Noi vinceremo, voi morirete. Non vi lasceremo issare una bandiera americana su Bengasi, e distruggeremo chi vi sostiene. Chi siete? Noi siamo più forti di voi. Voi siete i nuovi Hitler. Tutte le donne protesteranno contro la vostra coalizione cristiana. Questo è il nostro momento migliore, la gente ci applaudirà quando vi sconfiggeremo”
10,35 – “Tutto il pianeta Terra diventerà una Jamahiriya”
10,34 – “Non c’è giustificazione per questo attacco, questa è una crociata coloniale. Ma l’Islam vincerà, la Libia vincerà”
10,33 – “Non lasceremo che questi cristiani si prendano il nostro petrolio, è dei nostri figli. Abbiamo sconfitto l’Italia quando era una superpotenza come siete voi adesso, mostri. Sarete sconfitti come Hitler e come Mussolini. Stiamo dando armi ai cittadini libici, armi automatiche: ogni persona sarà armata, non potrete venire qui”
10.31 – “Chi sta sulla terra vincerà, chi attacca dal mare sarà sconfitto”
10.29 – Nuovo messaggio audio di Gheddafi sulla tv di stato libica, adesso.
10.24 – Qui sul Post avevamo spiegato due settimane fa cos’è una no-fly zone.
La no-fly zone è un’area in cui vige il divieto di volo per gli aerei non autorizzati. Il divieto può essere totale o parziale, consentendo in questo modo il passaggio agli aerei civili. In genere viene approvato da istituzioni internazionali come l’ONU, la NATO e l’Unione europea, ma può anche essere decisa anche da singole nazioni, com’è avvenuto con la no-fly zone imposta in Iraq negli anni Novanta.
10.20 – Il Guardian scrive che ci sono testimonianze secondo cui i soldati dell’esercito di Gheddafi avrebbero trasportato i cadaveri di persone morte negli scontri degli ultimi giorni sui luoghi dei bombardamenti alleati di questa notte.
10.18 – SkyNews riporta che a Misurata le forze del regime sono ancora attive: cecchini sui tetti e truppe che circondano la città.
10.11 – Questa mattina Al Jazeera ha reso noto che quattro suoi dipendenti, due giornalisti e due cameramen, sono stati arrestati dalle forze di sicurezza di Gheddafi. I quattro sono Ahmed Vall Ould Addin, Kamel Atalua, Ammar al-Hamdan e Lotfi al-Messaoudi.
10.08 – Uno dei missili Tomahawk lanciati stanotte, nella foto diffusa dalla Marina americana (via Getty Images).
10.04 – Un rimorchiatore d’altura italiano, della società Augusta Offshore spa di Napoli, è stato bloccato nel porto di Tripoli da alcuni uomini armati. L’equipaggio sarebbe ancora a bordo.
09.57 – I bombardamenti sono stati interrotti questa mattina.
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Dopo la risoluzione votata venerdì dal Consiglio di sicurezza dell’ONU, ieri pomeriggio sono cominciate le operazioni militari volte a mettere in piedi la no-fly zone, impedendo così a Gheddafi di proseguire i suoi attacchi contro i ribelli nella parte orientale del Paese. Alle operazioni militari partecipano a vario titolo le forze di Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Grecia, Italia, Norvegia, Qatar, Spagna, Emirati Arabi Uniti, Gran Bretagna e Stati Uniti.
Le prime azioni sono state portate avante dalle forze francesi, i cui caccia hanno sorvolato più volte la Libia e hanno poi colpito alcuni mezzi militari dell’esercito libico. In serata, poi, le forze statunitensi hanno lanciato 110 missili Tomahawk distruggendo vari obiettivi militari sulla costa libica. Una fonte nell’esercito americano ha detto ad Al Jazeera che gli attacchi di questa notte hanno già compromesso la difesa area del regime.
Muammar Gheddafi ha diffuso un messaggio audio dalla tv di Stato, definendo “potenze crociate e coloniali” le nazioni che stanno agendo su mandato dell’ONU, sollecitando il popolo libico a prendere “ogni tipo di armi” e considerare il Mediterraneo “un campo di battaglia”. Poco dopo il messaggio di Gheddafi, la tv di Stato ha detto che 48 persone sono morte a seguito degli attacchi di questa notte, ma sia Al Jazeera che nessun altro media indipendente hanno potuto verificare l’attendibilità di questa notizia. E ha annunciato che la Libia ha deciso di interrompere i suoi sforzi per fermare l’immigrazione clandestina diretta verso l’Europa, anche se è noto che da settimane non c’era più alcun tipo di controllo sulle coste.
Nel corso della notte, la Cina e la Russia – astenute nel voto del Consiglio di sicurezza – hanno espresso opinioni critiche sulle azioni militari. A loro si sono uniti il presidente venezuelano Hugo Chávez e l’Unione Africana.
foto: PATRICK BAZ/AFP/Getty Images