Generazione di cavallette

Nicola Rossi spiega le sue dimissioni dal Senato e accusa la propria generazione di essersi mangiata tutto

Nicola Rossi, sessantenne economista e senatore del Partito Democratico eletto nel 2008, si è dimesso dal Senato e negli ultimi giorni ha dato interviste e commenti sulle deluse ragioni di questa sua scelta. Oggi ha scritto anche una lettera al Corriere della Sera, molto severa nei confronti della dilapidazione compiuta dai suoi coetanei.

Caro direttore,
lasciare il Senato, come ho scelto di fare, può anche essere – diversamente da quanto molti pensano – un atto schiettamente politico. Perché costringe la politica, sia pure per un solo attimo, a fare i conti con se stessa e con i propri atteggiamenti. Fra questi uno, più di altri, mi tocca ed è quello verso i giovani. Provo a spiegarmi.
L`italiano medio che avesse avuto la ventura di avere vent`anni nei primi anni 30 – mio padre, per fare solo un esempio fra tanti – avrebbe sperimentato per gran parte della sua vita (fino alla mezza età, per intendersi) una dieta fino al 35% meno ricca di calorie di quella sperimentata dalla generazione che lo aveva preceduto. Colpa della guerra, certamente, ma anche dell`illusione autarchica del regime. Tanto negli Stati Uniti quanto nel Regno Unito, durante il processo di industrializzazione, la statura media della popolazione (un indicatore di benessere almeno tanto importante quanto quello della nutrizione) diminuì sensibilmente. Nel caso americano, la diminuzione delle stature durante il periodo 183o-189o fu di ben 4 centimetri; il caso inglese mostra addirittura un declino secolare delle stature a partire dalla seconda metà del Settecento. In entrambi i casi, il declino delle stature fu dovuto, almeno in parte, all`inurbamento che accompagnò il processo di industrializzazione nei due Paesi. Le città dell`epoca erano caratterizzate da alti tassi di mortalità, malattie endemiche, sovraffollamento e dunque rapidità di contagio, scarse o nulle infrastrutture sanitarie (nessuna rete fognaria né accesso ad acqua potabile), nonché prezzi relativi alti per alimenti freschi e ricchi di nutrienti. Anche la storia italiana meno recente offre esempi simili: valga per tutti l`esempio della statura dei lombardi nella seconda metà del Settecento, diminuita di circa 3 centimetri fra il 1735 ed 1835.
Ho solo voluto fornire qualche esempio in grado di smentire una delle tante favole che negli ultimi tempi hanno trovato credito soprattutto a sinistra: l`idea ingenua e fuorviante che l`evoluzione dell`umanità sia un processo lineare le cui interruzioni sono da considerarsi alla stregua di incomprensibili ed inaccettabili anomalie. Spiace, ma così non è.

(continua a leggere sul sito del PD)