“I peccati capitali di Flores d’Arcais”

Antonio Di Pietro risponde alle accuse di Paolo Flores d'Arcais, definito superbo, accidioso e invidioso

Poche ore fa avevamo dato conto dell’articolo con cui il direttore di MicroMega, Paolo Flores d’Arcais, accusava Antonio Di Pietro di avere organizzato la manipolazione di un sondaggio ospitato sul sito della rivista, avente come oggetto il controverso dibattito di questi giorni sull’esistenza o no di una “questione morale” all’interno dell’Italia dei Valori. Di Pietro ha risposto con un post sul suo blog, accusando il direttore di MicroMega di avere avuto un comportamento “furbastro e omissivo” e ricorrendo all’ennesima metafora biblica, cui Di Pietro è molto affezionato: quella dei peccati capitali.

Oggi ho scoperto un altro carattere di Paolo Flores D’Arcais: l’accidia, nel senso più biblico del termine: negligenza nel fare il bene.

Lo avevo già sospettato tempo addietro, quando – partendo da alcuni casi sporadici di persone che non meritavano di militare nel partito dell’Italia dei Valori – egli aveva criticato la classe dirigente di IDV nel suo complesso, senza fare alcuno sforzo per comprendere le difficoltà che un partito – specie come il nostro, nato spontaneamente e non per scomposizione e ricomposizione di altri partiti – incontra tutti i giorni nel selezionare le persone a cui attribuire compiti, ruoli ed incarichi.

Ne ho avuto la riprova in queste ore, prendendo atto dell’uso strumentale che ha fatto e sta facendo di un’accorata lettera aperta indirizzatami dagli europarlamentari Sonia Alfano e Luigi De Magistris e dal consigliere regionale Giulio Cavalli, tutti e tre eletti – come circa altre 1.500 persone che prima non avevano mai fatto politica – nelle fila dell’Italia dei Valori, proprio a dimostrazione del fatto che IDV ha aperto e sa aprirsi alla società civile.

Costoro hanno chiesto una maggiore attenzione nella selezione della classe dirigente. Ho assicurato loro che – nei limiti dell’umano possibile – lo farò anche se sono ben conscio di come sia difficile sondare in anticipo i retro-pensieri altrui (Razzi e Scilipoti, tanto per citare gli ultimi due casi di tradimento politico, militavano nel partito da circa 10 anni ed hanno sempre condiviso con entusiasmo ed eccitazione la linea politica di IDV, tanto è vero che Razzi appena un mese addietro aveva addirittura denunciato pubblicamente il tentativo di chi voleva corromperlo per fargli votare il Governo Berlusconi).

Ho anche immediatamente convocato l’Esecutivo nazionale di IDV (fissato per la metà di gennaio) proprio per affrontare in modo ancora più stringente la questione della militanza nel partito e ciò perché credo che abbiano diritto a far valere il loro punto di vista soprattutto coloro che aderiscono e si iscrivono al partito, piuttosto che i tanti “saputoni” della domenica che danno i voti agli altri senza mai mettersi in gioco personalmente.

Senonchè proprio alla vigilia di Natale, quando tutti erano affaccendati in altre faccende, Paolo Flores D’Arcais ha lanciato su Micromega un sondaggio per verificare se gli elettori di Micromega ritenessero anche loro che ci fosse una “questione morale” all’interno di IDV.

Ancora una volta, quindi, egli ha inteso mistificare casi sporadici di umane debolezze (che in dieci anni di vita di IDV si possono comunque contare su poche unità) con il collasso morale di un partito che ha fatto della legalità la sua bandiera portante ed il suo asse di riferimento.

(continua a leggere sul blog di Antonio Di Pietro)

“Caro Antonio, che ci guadagni a manipolare?”
I tormenti natalizi dell’Italia dei Valori