Il principe Andrea amico dei corruttori

La spregiudicatezza del figlio della regina Elisabetta II sulla corruzione nei documenti svelati da Wikileaks

I rapporti della diplomazia statunitense svelati da Wikileaks interessano anche la monarchia del Regno Unito. Alcuni documenti classificati come confidenziali dimostrano come il principe Andrea, il secondo figlio maschio della regina Elisabetta II, si sia espresso almeno in una occasione contro le leggi e i piani anti-corruzione britannici, utilizzando anche toni rudi con i propri interlocutori internazionali. I documenti riservati risalgono al 2008 e furono compilati da Tatiana Gfoeller, ambasciatrice degli Stati Uniti in Kyrgyzstan.

L’incontro con il principe Andrea durò un paio di ore in un albergo della capitale del paese, dove il figlio della regina era in visita nelle vesti di rappresentante per il commercio estero del Regno. In quell’occasione il principe ebbe parole poco clementi nei confronti degli investigatori che si occupano di corruzione e dei giornalisti del giornale britannico Guardian «che ficcano il loro naso dappertutto».

Andrea, spiega Gfoeller, era infuriato con le autorità britanniche per aver avviato alcune indagini sul patto per la fornitura di armi di Al-Yamamah, un accordo tra il Regno Unito e l’Arabia Saudita che dura da più di venti anni e che ha consentito alla Gran Bretagna di ottenere enormi quantità di petrolio in cambio di armi e mezzi da guerra. Il principe spiegò ai propri interlocutori che quelle indagini avevano rischiato di mettere in discussione uno dei patti commerciali più importanti e strategici per il paese, prendendosela poi con «la stupidità dei governi statunitense e britannico che fanno piani al massimo per una decina di anni, a differenza della gente che in questa parte del mondo fa piani per i prossimi secoli». L’avversione di Andrea nei confronti degli inquirenti derivava anche da alcuni sospetti sulla propria attività, dovuti ad alcune transazioni offshore poco trasparenti di ingenti quantità di denaro.

La discussione si spostò poi sui paesi ex sovietici e sulla necessità di corrompere i loro governi locali per poter fare affari, scrive Gfoeller:

«Mentre tutti i partecipanti dichiararono di non aver mai ricevuto o inviato tangenti, un rappresentate di una società di medie dimensioni disse che “talvolta si tratta comunque di una terribile tentazione”. Con una impressionante dimostrazione di candore in un albergo dove si stava tenendo una colazione di lavoro, tutti gli uomini di affari presenti dissero che niente poteva essere fatto in Kyrgyzstan se Maxim – il figlio del presidente Bakiyev – non riceveva prima la sua parte. Il principe Andrea riprese l’argomento con gusto, dicendo di sentire in continuazione il nome di Maxim quando si trattava di parlare di affari nel paese. Incoraggiato dalle dichiarazioni del principe, un imprenditore disse che fare affari lì era “come fare affari nello Yukon” del diciannovesimo secolo, dove solo chi era corrotto era in effetti in grado di guadagnarci qualcosa. A questo punto il duca di York si mise a ridere sonoramente, dicendo “Tutto questo mi ricorda molto la Francia”.»

Le dichiarazioni del principe sorpresero Gfoeller, un funzionario delle ambasciate statunitensi di lunga data in grado di parlare sei lingue. Nel dispaccio inviato a Washington, l’ambasciatrice annotò il modo di fare disinvolto di Andrea e i suoi continui riferimenti all’impossibilità di eliminare il problema della corruzione, paragonato all’anoressia, a un male che «deve essere curato da se stessi».

Andrea reagì sempre con un convinto patriottismo ogni volta che saltarono fuori dei paragoni tra Regno Unito e Stati Uniti. Per esempio, un imprenditore britannico fece notare che nonostante “la travolgente potenza dell’economia americana rispetto alla nostra” le quantità di investimenti britannici e statunitensi in Kyrgyzstan erano sostanzialmente simili. Ribatté il duca: “Niente di così sorprendente. Gli statunitensi non sanno nulla di geografia. Non ne hanno mai capito niente. Nel Regno Unito, abbiamo i migliori insegnanti di geografia del mondo!”»

Come ricorda il Guardian, le rivelazioni di Wikileaks sul comportamento disinvolto di Andrea si aggiungono ai numerosi sospetti sull’integrità del personaggio e sulle sue amicizie con i leader di alcuni paesi dell’Asia centrale. All’inizio dell’anno, una inchiesta ha permesso di scoprire uno strano giro di denaro che ha consentito al principe di vendere Sunninghill Park, una dimora nel Surrey che il figlio della regina non riusciva da tempo a vendere. Alcuni rappresentanti del duca di York avrebbero ottenuto 15 milioni di sterline per la tenuta da Timur Kulibayev, il genero del presidente del Kazakhstan, una cifra di tre milioni di sterline superiore rispetto al prezzo richiesto da Andrea.

Kulibayev si è arricchito rapidamente grazie a una serie di contratti miliardari per la vendita del gas del Kazakhstan stipulati in Occidente. Per il proprio 41esimo compleanno nel 2007, il genero del presidente pagò un milione di sterline per far cantare in un concerto privato Elton John. Nel paese, Kulibayev avrebbe anche partecipato a diverse speculazioni edilizie, acquistando ville di lusso dal valore di alcuni milioni di sterline per i propri familiari e amici.

I nuovi documenti svelati da Wikileaks sul principe Andrea stanno facendo molto discutere in Gran Bretagna. Un portavoce di Buckingham Palace ha confermato che la monarchia non rilascerà alcun commento sulla vicenda, ma secondo molti osservatori le nuove informazioni rischiano di rovinare ulteriormente la reputazione del duca di York.

foto: Steve Parsons – WPA Pool/Getty Images


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