Intanto, a Bologna…

Il centrosinistra ancora nel caos: ora ci sono sei candidati alle primarie, e un'outsider che avanza

Marco Imarisio sul Corriere della Sera di oggi fa il punto della situazione nel centrosinistra a Bologna, in vista delle primarie che dovranno designare il candidato alla poltrona di sindaco alle prossime amministrative. La situazione è estremamente fluida: sul Post l’abbiamo descritta solo dieci giorni fa, e rispetto ad allora ci sono candidati in più, e altri che lo erano si sono ritirati. E il racconto di Imarisio descrive e rispecchia il caos della situazione.

«Il potente spettacolo continua e tu puoi contribuire con un verso». Chissà come gli è venuto in mente, a Raffaele Donini, di citare Walt Whitman. Più che di un poeta, in questi giorni il segretario pd di Bologna avrebbe bisogno di un esorcista. Il «potente spettacolo» delle primarie cittadine è in realtà una barzelletta che risuona sotto i portici. «Mi candido anch’io» dicono ridendo gli avventori del bar Ciccio, luogo storico della politica locale. E giù un Biancosarti.

A questo ci si riduce, al dileggio. Nulla più di queste giornate bolognesi piene di egoismi, rivalse, faide interne restituisce l’immagine di un partito ormai preda delle proprie pulsioni. La corsa a sindaco di Bologna è diventata uno psicodramma dove ogni attore antepone il proprio interesse a quello della ditta, celebre definizione bersaniana. Ad oggi, ma il conteggio può variare in ogni istante, dipende dagli appetiti e dagli umori, il Pd si allinea ai nastri di partenza con tre candidati scalpitanti e un altro in ghiacciaia, pronto a essere stappato.

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