Huaxi, il capitalismo comunista

La "città più ricca della Cina" ha elicotteri, aeroplani e case di lusso

Nei giorni scorsi molti siti di news internazionali hanno raccontato la storia notevole di Huaxi, “la città più ricca della Cina”. Il Fatto l’ha riassunta sul suo sito.

Ville, auto di lusso, ora anche una flotta aerea privata. Non stiamo parlando delle proprietà di un oligarca russo, né di una ricca contea della silicon valley, ma della città di Huaxi, nella provincia cinese dello Jiangsu, una specie di Brianza dell’estremo oriente. La “Città più ricca della Cina”, come viene definita, ha appena annunciato di voler dotarsi nel giro dei prossimi cinque anni, di una ventina di aeroplani per fini turistici e di addestramento dei piloti. Spesa prevista, un miliardo di Yuan, circa 150 mln di dollari.
Approfittando del fatto che il Governo cinese intende aprire una fetta del suo spazio aereo ai velivoli privati, Zhou Li, manager della Huaxi Village tourism company, ha spiegato all’agenzia di stampa ufficiale nuova Cina di voler cogliere l’occasione «per implementare l’industria turistica locale e attrarre un maggior numero di visitatori». A questo fine, i due elicotteri che la città già possiede (un Mc Donnell-Douglas e un Eurocopter) incominceranno a effettuare voli turistici da metà dicembre.
Ma cos’è Huaxi e perché si può permettere progetti del genere in un Paese in cui reddito procapite si aggira ancora intorno ai 3000 dollari? La città, che prende il nome dal fiume che la attraversa, è una specie di sintesi perfetta tra collettivismo socialista e capitalismo asiaticospinto agli estremi. Ogni cittadino, parliamo di circa 400 famiglie di ex contadini, è azionista di una holding, la Jiangsu Huaxi Jituan Gonsi, che controlla 58 imprese industriali e che è quotata in Borsa.

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