L’instancabile Cammarata

Assediato da inchieste e dissidenti del centrodestra, il sindaco di Palermo azzera la giunta: una guida per capire come ci si è arrivati

di Pietro Salvatori

© Marco Merlini / LaPresse
20-09-2007 Roma
Politica
Dalle auto blu alle bici blu, consegna di biciclette ai sindaci che si sono impegnati per la ciclabilitˆ urbana
Nella foto il Sindaco di Palermo Diego Cammarata
© Marco Merlini / LaPresse 20-09-2007 Roma Politica Dalle auto blu alle bici blu, consegna di biciclette ai sindaci che si sono impegnati per la ciclabilitˆ urbana Nella foto il Sindaco di Palermo Diego Cammarata

La prima volta, Diego Cammarata venne eletto sindaco di Palermo al primo turno: era il 2001. Fu un successo clamoroso. Non solo sconfisse il candidato del centrosinistra, Francesco Crescimanno, ma anche Francesco Musotto, esponente di Forza Italia (passato all’Mpa) che si mise di traverso alla candidatura di Cammarata presentando una propria lista civica. Il candidato del Pdl ha ripetè poi l’impresa nel 2007, anche se con altri numeri. Contro aveva Leoluca Orlando: finì 53 a 47 per il sindaco uscente.
Di negativo ci fu il calo di voti: cinque anni prima, sommando i suoi e quelli di Musotto, il centrodestra, insieme al Movimento per le autonomie di Lombardo, sfiorava il 70%. Di positivo, l’essere riuscito a battere un centrosinistra in ripresa e guidato da un candidato popolare e con consensi di lunga data.

Alla fine del settembre 2008 arrivarono i primi problemi per la maggioranza guidata da Cammarata, accusato di una “gestione personalistica” del potere sia dalle opposizioni che da una parte della sua maggioranza. Problemi che ebbero il loro apice nell’astensione da parte degli otto consiglieri del Movimento per le Autonomie, fino a quel momento parte integrante della maggioranza, sul bilancio consuntivo del 2007. Voto che venne interpretato come una sfiducia da parte dell’Mpa al sindaco, che quindi ne revocò gli assessori e si pose alla guida di una giunta sostenuta da una risicata maggioranza composta dai soli Pdl e Udc.

Le frizioni nella maggioranza – queste, e tutte quelle che arrivarono dopo – sono strettamente collegate con la guerra del centrodestra siciliano: le contrapposizioni tra Lombardo e Cuffaro, fra Mpa e Udc, fra Miccichè e il suo Pdl-Sicilia e la parte del Pdl più ortodossamente berlusconiana, sono le stesse che hanno portato la giunta regionale a continui rimescolamenti e nuove alleanze. Una partita complessa all’interno della quale la situazione al comune di Palermo è stata spesso uno dei tanti tasselli da muovere per ricattare gli avversari, far valere il proprio potere contrattuale o la propria rendita di posizione.

Il guaio è che le liti nel centrodestra non sono l’unica grana occorsa a Cammarata. Un anno dopo il varo della nuova giunta, nel settembre del 2009, un’inchiesta della magistratura palermitana prese il via da un servizio di Striscia la Notizia per cui un dipendente comunale, invece di prestare regolare servizio nel proprio ufficio, si sarebbe preso cura della barca personale del sindaco, occupandosi anche di noleggiarla e incassando per tale servizio somme in nero per conto del sindaco.

Contemporaneamente la maggioranza riceveva ulteriori scossoni. Cammarata entrava infatti in rotta di collisione con Gianfranco Miccichè, deputato e uomo forte del Pdl siciliano. I consiglieri pidiellini vicini a Miccichè, nel settembre 2009, votarono con l’opposizione per ben tre volte. La stampa locale parlava di un “comitato di salute pubblica” che a Palermo si contrapponeva ad una maggioranza ormai non più tale, composta dall’Udc e dai consiglieri del Pdl vicini al Presidente del Senato Schifani, altro dirigente pidiellino influentissimo nell’isola.

Cammarata ha continuato a navigare a vista, finché lo scorso maggio è stato investito da un nuovo scandalo. La magistratura lo ha iscritto sul registro degli indagati nell’ambito del fascicolo aperto sull’amministrazione di una discarica, quella di Bellolampo, gestita dall’Amia, azienda municipalizzata di Palermo per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. I reati contestati a Cammarata sono quelli di disastro doloso, inquinamento delle acque e del sottosuolo, truffa, gestione abusiva della discarica, e abbandono di rifiuti speciali. Secondo la magistratura il sindaco avrebbe impartito direttamente ordini all’Amia, senza che i dirigenti, dodici dei quali ugualmente indagati, avessero avuto nulla da ridire. Cammarata non ci sta, e rigetta, con un comunicato diffuso dal suo sito, tutte le accuse.

Ma la maggioranza stavolta sembra non reggere. Un mese dopo, siamo arrivati allo scorso giugno, presentando il bilancio Cammarata attacca pesantemente il leader dell’Mpa Raffaele Lombardo e Gianfranco Miccichè, con il quale secondo il sindaco esisterebbe “un rapporto solo di rispetto ma di netta contrapposizione politica”. “Comprendiamo la frustrazione umana e politica del sindaco Cammarata, inanella fallimenti uno dietro l’altro ed è costretto davanti ai giornalisti a dire tutto e il contrario di tutto”. Lo sostiene non un esponente dell’opposizione, ma Manfredi Agnello, capogruppo del Pdl al comune di Palermo in risposta alle parole del sindaco.

Lo scorso 3 luglio, i consiglieri comunali vicini a Gianfranco Miccichè, che nel frattempo hanno abbandonato il gruppo del Pdl per formare quello denominato Pdl-Sicilia – esattamente come era successo in regione – hanno votato una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco promossa da Pd e Italia dei Valori. Cammarata si è salvato, ottenendo però solo 23 voti dal consiglio, su un totale di 50 membri. 20 i favorevoli alla sfiducia. Sono state determinanti le assenze.

Subito dopo il sindaco ha messo ai voti il bilancio. La votazione ha fotografato la situazione attuale. La maggioranza ha potuto fare affidamento solo su 24 consiglieri su 50, vale a dire sui gruppi consiliari del Pdl, dell’Udc, dell’Api rutelliana. Hanno votato contro i gruppi consiliari dell’opposizione: Pd, Idv e Mpa, che ormai stabilmente vota contro la maggioranza. Significativamente, al momento di esprimere il voto, il gruppo Pdl-Sicilia è uscito dall’aula, facendo mancare il proprio appoggio alla proposta di Cammarata.

A fronte delle tante richieste di dimissioni, Cammarata in questi giorni sta provando a rilanciare per l’ennesima volta la propria giunta: ha richiesto (e ottenuto) le dimissioni di tutti i suoi assessori. Una mossa che, nelle speranze del sindaco, dovrebbe recuperare alla propria maggioranza qualche consigliere deluso. Oggi Cammarata ha annunciato che la nuova giunta si potrebbe insediare già a partire da questa settimana. Il sindaco ha annunciato di voler confermare i tecnici già presenti, oltre al vicesindaco, Francesco Scoma. Ancora non sono chiare le eventuali mosse per recuperare il consenso almeno di una parte di quella maggioranza con la quale era stato eletto e che si è andata via via disgregando.