Scatta l’operazione Nichi?

Secondo la Stampa è cominciata la volata verso le primarie per scegliere il candidato premier

Il tema è in qualche modo ricorrente, da qualche settimana a questa parte. Ne aveva parlato l’Espresso quasi un mese fa, scrivendo che al centrosinistra «non resta che Nichi» e che «correre alle primarie per fare il candidato premier di un centrosinistra unito nel 2013 sembrava fantapolitica» ma «il successo alle urne, così netto e isolato, autorizza a sognare».

La Stampa di oggi fa un ulteriore passo in avanti e racconta di un’operazione molto più concreta di un semplice sogno, in funzione della quale si sta già lavorando. L’obiettivo a breve termine è «un primo evento nazionale che dia il la a una nuova area politica».

Nella partita c’è già il professor Ignazio Marino, pericoloso cavallo di Troia in casa Pd, se non altro per la sua capacità di parlare all’area pià irrequieta della base democratica. C’è Luigi De Magistris, l’ex pm che si è iscritto all’Idv ma che non perde occasione per distinguersi da Antonio Di Pietro. Ma soprattutto – ecco la sorpresa – indaffaratissimo a far lievitare l’operazione è Michele Santoro, leader di un cospicuo “partito” di opinione chiamato “Anno Zero”. L’idea alla quale si sta lavorando è una “convention” da tenersi a Firenze a fine maggio, con i riflettori puntati su quattro personaggi: Vendola, Marino, De Magistris e Santoro. Certo, il format potrebbe subire qualche modifica, ma attorno al nascente “vendolismo” c’è un grande attivismo.

Il pezzo di Fabio Martini non dice molto altro di questa coalizione un po’ improbabile, perdendosi poi in una ricostruzione che vorrebbe Santoro intenzionato a favorire un «cambio di stagione» al Manifesto, magari proprio in chiave pro Vendola, e in un collage di vecchie dichiarazioni del presidente della Puglia.

È un fatto però che il dibattito sul candidato premier si sia già aperto, complice anche l’irrequietezza di Di Pietro, che ha chiesto più volte che il leader della coalizione sia individuato subito. Massimo D’Alema nella sua lunga intervista al Corriere della Sera risponde indirettamente – a lui e a Vendola, e alle loro aspirazioni.

Come nei paesi normali lo indicheremo [il candidato premier] qualche mese prima delle elezioni. Lo individuerà la coalizione, che io ritengo debba poggiare innanzitutto sulle forze politiche che oggi in parlamento rappresentano l’opposizione, cioè Pd, Udc e Idv, senza per questo essere chiusa agli altri movimenti.

Insomma, un colpo a Di Pietro – per il candidato premier c’è da aspettare – e uno a Vendola e al suo piccolo partito – praticamente dimenticato. Se poi chi sostiene Vendola parla della necessità per la sinistra di trovare un «uomo dei sogni», un politico idealista capace di proporre «una nuova narrazione», un’ulteriore stoccata arriva sulle pagine di Repubblica e sempre da parte di D’Alema, che durante la presentazione di un libro ha detto che l’opposizione deve evitare il «leader carismatico» e diffidare da «leadership forti, corpi in grado di competere col corpo mistico del Capo». Conclusione, che sembra di sentirlo:

Non credo al Blair della Brianza, allo Zapatero della Campania o all’Obama bianco, come va oggi di moda.