paure infantili

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Di che cosa parliamo quando parliamo di morte

«Le persone che frequentano un Death Café spesso non si conoscono e pensano che parlare di morte serva a vivere più intensamente la propria vita. Si mangia e si beve anche per questo: sei in un momento conviviale, non in un luogo in cui chiedere aiuto. Quando l'incontro riesce bene si ride, si parla degli spazi in cui la vita esiste nonostante la morte, si racconta per esempio che "nella clinica di cure palliative in cui lavoro si celebrano un sacco di matrimoni". È sconsigliata la partecipazione a chi abbia appena subìto un lutto, abbia una malattia terminale, o magari pensieri di suicidio»

Di che cosa parliamo quando parliamo di morte

Terziario, triste e solitario

«Lavorare non piace a nessuno, ma la situazione, ultimamente, sembra peggiorata. Forse perché la manifattura, l’atto di produrre fisicamente una merce, si è spostata così lontano da noi che ci guadagniamo da vivere producendo qualcosa che non si può toccare, e che spesso siamo incapaci di spiegare. Qualcosa di indimostrabile. Per fotografare questi tempi frammentati, bisognerebbe fondere la spensieratezza vanesia di Yuppies con l’angoscia di Fantozzi. Costruire un set popolato da partite Iva forfettarie, creativi da soma, motivatori demotivati, streamer sull’orlo del burnout, e influencer-filosofi pronti a insegnarci che il riposo è un atto politico»

Terziario, triste e solitario