mister fantasy
Mister Fantasy rivisto oggi
35 anni fa cominciò - su RaiUno! - la trasmissione che presentò l'epoca dei videoclip e la musica degli anni Ottanta agli italiani: mostrando queste cose

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Utilità dei fratelli, prudenze di Woody Allen, produttori dei Beatles e via dicendo

Una canzone degli ABC
A giudicare dalla copertina

David Byrne ha sessant’anni
Le migliori canzoni post Talking Heads dell'uomo che si inventò i Talking Heads

Una canzone dei Simple Minds
E un aneddoto dagli spogliatoi maschili di una palestra degli anni Ottanta

Una canzone degli Steely Dan
Di avere trascurato certe band uno un po' si vergogna

Fermatemi, se vi sembra di averla già sentita
Era l’inizio del 1984 e avevamo appena cominciato l’università quando il mio amico che in quei mesi stava traghettando le mie passioni musicali verso la contemporaneità (io avevo vissuto tra i dinosauri del rock tutti gli anni del liceo) con l’aiuto di Mister Fantasy di Massarini mi chiese di accompagnarlo nel nostro negozio di dischi [...]

Una canzone di Hall e Oates
E darsi ancora una chance, malgrado tutto

Una canzone di Laurie Anderson
Ogni teenager dovrebbe avere occasioni di scoprire cose "strane", invece di sole classifiche prevedibili

Hall & Oates chi?
Nove canzoni di due che col pop hanno fatto grandi cose, un po' bistrattate, ma da ieri sono nella "Rock and Roll Hall of fame"

“Smalltown Boy” e i ragazzi di provincia
«Il videoclip dei Bronski Beat (trio dichiaratamente omosessuale) metteva in scena un ragazzo normale, timido, dimesso, che doveva affrontare le sfide, talvolta tremende, della vita. Segnò un punto di svolta. Diceva che le cose stavano cambiando e che non era più così necessario nascondersi e, forse, neppure esibirsi. Era la prima clip ad affrontare l’argomento con tale chiarezza e l’impatto sulla comunità LGBT mondiale fu enorme»

Troisi e la solitudine dell’Italia

La mia vita con Carmelo Bene

Il grande coming out del 1984
«Il 2 aprile 1984 i Queen, travestiti da casalinghe inglesi, lanciarono una canzone che era un grido di liberazione: "I Want To Break Free". Poi arrivarono gli Smiths, i Pet Shop Boys e i Culture Club. Ma la vera esplosione arrivò a ottobre, quando uscirono i Bronski Beat, Depeche Mode, Frankie Goes To Hollywood e Madonna. Nel giro di pochi mesi “l’amore che non si può dire”, come lo aveva battezzato un secolo prima Oscar Wilde, si dichiarava orgogliosamente al mondo. Fu la vera nascita del “pride”. Attraverso quelle canzoni l’omosessualità maschile entrava in scena in quanto esplicita produttrice di musica, cultura e immaginario. L’inizio di quell’onda continua ancora oggi, ma è talmente sovrapposta al paesaggio culturale e ai consumi da esserne ormai indistinguibile»
