figli adottivi
Storia della mia adozione
Questo testo nasce dal commento di un'abbonata al Post a un articolo di Storie/Idee che parlava della gestazione per altri. «Spesso si dice che i figli siano di chi li cresce, ed è vero, ma l’assunto è chiaramente frutto di una mente adulta. Proviamo a ribaltare la visione: che cosa si prova a sapere che chi ti sta crescendo non è biologicamente parte di te? O che tu non sei parte di loro? In che misura siamo quelli destinati a essere per via del DNA e quanto, invece, siamo influenzati dall’ambiente culturale in cui cresciamo?»

Le famiglie italiane bloccate in Congo
Sono partite più di un mese fa per incontrare i loro figli adottivi e portarli in Italia, ma il governo congolese ha vietato l'uscita dei bambini dal paese

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Il formidabile presidente mongolo
Album fotografico dell'affascinante Tsakhiagiin Elbegdorj, appena rieletto, tra formalissime visite di stato, tiro con l'arco, cavalcate e giochi con i figli

La famiglia di Devonte Hart è precipitata da una scogliera
È il ragazzo afroamericano di una delle foto più famose degli ultimi anni: è disperso come due sue sorelle, mentre altri 5 membri della sua famiglia sono morti

Il governo cinese ha interrotto le adozioni internazionali
A causa anche del calo demografico; la decisione impatta su centinaia di famiglie che avevano già avviato da tempo le pratiche adottive

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Il film con Colin Firth premiato con quattro Oscar ha riportato l'attenzione sui disordini della parola: a che punto è la ricerca

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Le riletture queer di Louisa May Alcott
Secondo nuove interpretazioni l’identità di genere e l’orientamento sessuale dell’autrice di “Piccole donne” potrebbero non essere quelli a lei tradizionalmente attribuiti

La lunga marcia dell’estrema destra in Germania
«Molti anni fa mio “zio Michael”, ormai anziano, ospitò me e mio figlio nella sua casa nel Connecticut negli Stati Uniti. Un giorno, aprendo l’armadio a muro della camera per gli ospiti, era saltata fuori la sua uniforme di Buchenwald. Manca ormai da un decennio mio zio Michael, questo mio amatissimo parente, uno dei pochissimi scampati allo sterminio. Se mi immagino in dialogo con lui, vorrei rispondergli che il fascismo di oggi non è quello di allora che ha rialzato la testa, ma mi risuonano nella mente le parole della scrittrice Anne Rabe che tracciano un quadro terrificante di quello che la Germania dell’Est è diventata. La presenza della destra estrema è persino più spaventosa che negli anni in cui il mio amico Johannes era stato preso a calci dai naziskin di Lipsia. La paura è diffusa in chiunque non sia un simpatizzante, il controllo territoriale è esercitato da gente disposta a spaccare le ossa a chi sia inviso, il clima associabile allo spadroneggiare delle SA negli anni Trenta»
