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L’incredibile Hercule Florence

«Nel frontespizio di "Photographie où Imprimerie à la lumière", quella parola mai usata e così importante appare accanto ad un’altra parola, “découverte”, “scoperta”, che in un secondo tempo è stata cancellata con una riga orizzontale. Leggere per prima quel manoscritto e trascriverlo, ripercorrere il viaggio in Amazzonia, partecipare ai drammi e ai tormenti di Hercule Florence, ai suoi ragionamenti che scorrono come un flusso di coscienza, poter essere parte di quel momento storico, vedere come nasce un’idea, come si forma un’intuizione geniale originata dal bisogno, mi ha calato in una dimensione di privilegio assoluto»

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«Mesi fa mi sono sposata. È stato bello. Ho singhiozzato davanti all’ufficiale di stato civile, ma la vita è continuata come prima. Poi alla festa del Post, a Faenza, mi è stato chiesto se per me fosse cambiato qualcosa; e, più in generale, perché ci si sposi ancora. Dal palco abbiamo girato la domanda al pubblico, in particolare alle donne sposate da tempo. Finito l’incontro, mi ritrovo intorno un capannello di mogli di lungo corso: volevano raccontarmi le loro storie»

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