La sinistra alle europee
Ci sono una lista che si chiamerà proprio così, "La Sinistra", e una coalizione raccolta intorno ai Verdi, mentre molti salteranno un giro e gli scissionisti del PD dovrebbero andare con il PD
Dopo mesi di difficili trattative, i partiti italiani di sinistra hanno deciso come presentarsi alle prossime elezioni europee (almeno quelli che intendono farlo, come vedremo, e non sono tutti). Lunedì a Roma è stato presentato infatti il simbolo della lista “La Sinistra”, che il 26 maggio gli italiani troveranno sulle proprie schede elettorali. «Siamo l’unica lista di sinistra alle prossime elezioni europee», ha detto Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, il principale partito animatore della nuova lista.
Insieme a lui sul palco c’erano Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione Comunista, che ha portato in dote la sua affiliazione al Partito della sinistra europea, necessario per presentarsi alle elezioni evitando il difficilissimo esercizio di raccolta delle firme, ed Eleonora Forenza, europarlamentare uscente del gruppo. La Sinistra presenterà un programma che vuole essere radicalmente alternativo a quello del PD: contro l’austerità e l’Europa delle regole di bilancio, a favore di una tassa patrimoniale per redistribuire la ricchezza (che però non può ovviamente essere decisa o imposta dal Parlamento europeo) e di maggiori tutele sul lavoro.
Alle ultime elezioni europee, quelle del 2014, la lista di sinistra “Altra Europa con Tsipras” raccolse il 4,03 per cento, nonostante il PD avesse raggiunto oltre il 40 per cento dei voti. Per questa ragione, con un PD oggi molto più debole, Fratoianni dice di essere fiducioso nella possibilità di superare la soglia di sbarramento fissata proprio al 4 per cento. Se però l’Altra Europa con Tsipras raccoglieva diversi soggetti politici, tra cui i Verdi, la lista La Sinistra raccoglie principalmente Sinistra Italiana e Rifondazione Comunista: quasi tutto il resto della vasta e mutevole galassia della sinistra italiana, infatti, salterà le elezioni europee.
La defezione più importante è stata quella del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, per molto tempo considerato il più probabile federatore di una lista di sinistra unitaria. All’inizio di marzo, infatti, De Magistris ha comunicato la sua intenzione di non partecipare alle elezioni europee. Secondo molti, dietro questa scelta ci sarebbe la volontà di non rischiare una sconfitta alle europee e conservare le energie per tentare più avanti una candidatura a livello nazionale.
Sulla scheda elettorale non ci sarà nemmeno Potere al Popolo (PAP), la lista nata grazie agli attivisti del centro sociale napoletano Je so’ pazz e di altre associazioni che, insieme a Rifondazione Comunista, alle ultime elezioni raccolse circa 400 mila voti. Nel corso delle trattative PAP ha chiesto condizioni particolarmente rigide per partecipare a un qualsiasi progetto comune: rifiuto dei trattati europei, uscita dalla NATO e nessuna alleanza con il PD, nemmeno a livello locale (il che ha escluso in partenza ogni possibile accordo con Sinistra Italiana di Fratoianni). In questo modo PAP si è di fatto tenuto lontano da tutte le altre forze della politiche di sinistra, e visto che non è in grado di raccogliere le numerose firme che servono per partecipare alle europee ha quindi deciso di non presentarsi alle elezioni.
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Non parteciperà direttamente alle elezioni nemmeno Articolo 1-MDP, il partito fondato dai cosiddetti scissionisti del PD (su tutti Pier Luigi Bersani, Massimo D’Alema e Roberto Speranza), che si era alleato con Sinistra Italiana per formare Liberi e Uguali alle ultime elezioni politiche per poi separarsi nuovamente. I dirigenti del partito sono in trattative con il nuovo segretario del PD, Nicola Zingaretti, per presentare alcuni loro candidati nelle liste del PD e, in cambio, non fargli concorrenza a sinistra con una loro lista.
Infine, venerdì scorso è stata presentata l’ultima lista nel campo della sinistra: Europa Verde, formata dalla Federazione dei Verdi, che grazie alla sua affiliazione al Partito Verde Europeo può presentare una lista senza bisogno di raccogliere firme, e da Possibile, il partito fondato da Pippo Civati e ora guidato da Beatrice Brignone (che ha sottolineato di non considerare la sua lista “a sinistra del PD”). Alla presentazione non c’era però l’unica europarlamentare uscente di Possibile, Elly Schlein, ancora incerta su come comportarsi alle prossime elezioni e descritta dai quotidiani come molto corteggiata dalle varie liste di sinistra, PD compreso (Elly Schlein ha partecipato a un dibattito con Piercamillo Falasca di +Europa al festival di Konrad che potete trovare qui).