Indice delle cose notevoli #1

Nello spirito della mia lunga e densa lista delle idee del decennio, ho pensato di fare una lunga e densa lista periodica delle cose degne di nota che di recente ho visto, letto, ascoltato, imparato o ricordato. Questa è la lista di gennaio.

 Audio /video

1. Rompicapi fantascientifici. La cosa forse più curiosa nel guardare la serie Netflix Dark è il doppiaggio. Guardare una serie tedesca doppiata in americano è stato all’inizio un po’ straniante. L’altra cosa strana è che rispetto alle “serie tv di qualità”, soprattutto americane, che hanno ormai dato forma ai nostri gusti, Dark è più maldestra con la psicologia e lo sviluppo dei personaggi, a cui è interessata poco o niente.

Quel che interessa agli autori di Dark è l’atmosfera e il rompicapo fantascientifico, che è parecchio complicato. E secondo me funziona, se vi piace questo tipo di cose. Non voglio dire nient’altro eccetto una sola cosa che è comunque annunciata nei primi 30 secondi del primo episodio e cioè che il rompicapo (come tutti i migliori rompicapi fantascientifici!) riguarda i viaggi nel tempo. Raccomandata se i rompicapi vi interessano più di quanto vi infastidiscano i personaggi tagliati con l’accetta.

2. Mistero della fede. Un’altra serie Netflix non particolarmente cool (e pressoché ignorata nella mia bolla) è Messiah. L’ho cominciata a guardare tra mille dubbi e con la convinzione che fosse una specie di prima stagione di Homeland in cui, invece del dubbio “eroe o terrorista?” ci fosse il dubbio “messia o terrorista?”. In parte è così, ma a dominare davvero la serie è la questione della fede e dei meccanismi che portano a credere che qualcuno possa essere il Salvatore. Forse per questo Messiah risulta poco cool nel mio giro. Invece è notevole.

3. La migliore musica del 2019. Ascolto forse il 5% della musica che ascoltavo dieci anni fa. Soprattutto, non ho tempo e voglia di star dietro alle nuove cose che escono. Quindi faccio così: ascolto le cose migliori dell’anno prima, selezionate da due fonti molto affidabili. La prima fonte è il mio amico Luca, che ha una playlist su Spotify delle cose migliori del 2019 che mi basta mettere su shuffle (raramente mi capita un pezzo che non mi piace per niente). La seconda fonte è Ted Gioia, esperto e storico del jazz, che mette assieme ogni anno una lista di musica particolarissima, con un alto tasso di stranezze e cose che non fanno per me, ma anche delle cose molto interessanti.

Idee

4. L’analisi economica del celibato dei preti. Si è parecchio parlato della questione del celibato dei preti cattolici. La discussione riguardava soprattutto il gossip dei due papi in disaccordo. Ma la questione più interessante resta come mai i preti cattolici abbiano l’obbligo di celibato a differenza dei pastori protestanti o dei rabbini. Un suggerimento si trova in un posto improbabile, Separation of Ownership and Control, un classico paper di Eugene Fama e Michael Jensen (pdf libero a questo link). Sebbene l’articolo si occupi soprattutto del rapporto tra azionisti e manager di una società commerciale, c’è una paginetta bizzarramente dedicata al celibato dei preti cattolici.

La questione è complicata, e questa è solo una lista di spigolature, ma la previsione di Fama e Jensen, per quanto un poco frettolosa, è interessante: se la Chiesa cattolica rinuncerà al celibato dei preti, fedeli e donatori acquisteranno molta più voce sul modo in cui le chiese vengono gestite. La teoria che c’è dietro è che il celibato sia (tra le altre cose) un modo per rassicurare i fedeli (gli azionisti, diciamo) sul fatto che i sacerdoti (i manager, diciamo) non useranno la chiesa e le donazioni ricevute per avvantaggiare mogli e figli. E infatti tra protestanti ed ebrei, dove pastori e rabbini hanno famiglia, esistono organi laici che sorvegliano la gestione dell’organizzazione religiosa (che è fortemente decentrata). Chissà se Ratzinger sarebbe d’accordo.

5. Il programma economico di Elizabeth Warren. Tyler Cowen discute le principali proposte di politica economica di Elizabeth Warren e ne dà un giudizio molto negativo. Will Wilkinson su Twitter spiega perché, nonostante condivida alcuni giudizi di Cowen, a lui Warren piace.

6. Educare alla disciplina. È meglio che la scuola educhi i bambini a essere indipendenti e creativi o a essere diligenti e ubbidienti? Un esempio estremo del secondo approccio è la Cina, almeno secondo il racconto che ne fa Lenora Chu, americana figlia di immigrati cinesi, che si è ritrovata a mandare il figlio di tre anni Rayney all’asilo a Shanghai per via del lavoro del marito. Il libro di Chu è riassunto su Reddit da Dormin111. La storia è molto interessante e alcuni episodi sono piuttosto incredibili. Alcuni passaggi:

Lenora discovered that Rainey was being force-fed eggs. By his telling, every day at school, Rainey’s teacher would pass hardboiled eggs to all students and order them to eat. When Rainey refused (as he always did), the teacher would grab the egg and shove it in his mouth. When Rainey spit the egg out (as he always did), the teacher would do the same thing. This cycle would repeat 3-5 times with louder yelling from the teacher each time until Rainey surrendered and ate the egg.

[…]

As Lenora hears more crazy stories from her son and friends, she keeps coming back to one question: “what does Rainey actually do in school?” Lenora tries to ask Rainey, but he always replies, “we sit still.” He also occasionally mentions painting and eating, but that’s it.

[…]

She discovered that Rainey was basically right. Chinese preschool really does seem to consist of sitting still. Unless given different orders, all students were required to sit in their seats with their arms at their sides, and their feet flat on a line of tape on the ground.

7. Democrazia meteorologica. Nel 1937 la rivista americana The New Republic chiese a Benedetto Croce di rispondere alla domanda se la democrazia fosse in declino oppure no. A Croce la domanda non piacque. “Chiamo questo tipo di domande ‘meteorologiche’”, commentò. “È come chiedere: ‘Pensi che oggi pioverà? Devo prendere l’ombrello?’”. Il punto di Croce era grossomodo questo: i problemi politici non sono cose che ci cadono addosso dal cielo, come la pioggia appunto, e su cui non abbiamo alcun controllo. Se la democrazia declina è perché la lasciamo declinare. “Dobbiamo solo prendere una decisione e agire”, scrisse Croce. [New Yorker]

Libri

8. The body-mind problem di Rebecca Goldstein. Un divertente romanzo degli anni ottanta, scritto da una seria studiosa che ha poi scritto anche libri su Gödel, Spinoza e Platone. Ha quattro ingredienti principali: la filosofia, la satira, la (emancipazione dalla) cultura ebraica, il sesso. I due centrali sono quelli che funzionano meglio pagina dopo pagina ma gli altri due sono quelli che creano l’atmosfera. Non credo sia stato tradotto in italiano.

9. Exhalation di Ted Chiang. Una bellissima raccolta di novelle e racconti di fantascienza speculativa e una delle cose migliori che ho letto negli ultimi tempi. Chiang è anche l’autore di Story of Your Life, il racconto da cui è stato tratto il film Arrival. C’è un aggettivo in inglese, haunting, per dire che una cosa ti resta a lungo in mente. Molte di queste storie sono cosi. È tradotto in italiano col titolo Respiro.

Passi di libri

10. Avvocati contro Filosofi. Nel 1504, Re Ferdinando II di Spagna chiese ad alcuni giuristi di studiare la questione se la conquista delle Americhe fosse legittima. I giuristi dissero di sì, proponendo argomenti arzigogolati sul perché gli indigeni non avessero diritto di proprietà sulla terra che abitavano. La conquista continuò. Che dei giuristi si affrettino a giustificare il potere non deve sorprendere troppo. Neppure i filosofi però riuscirono a fare granché. Nel 1550, Carlo V ne convocò alcuni a Valladolid per dibattere se fosse giusto o meno soggiogare gli indigeni. Juan Ginés de Sepúlveda sostenne che fosse giusto, perché gli indigeni erano “schiavi per natura” nel senso proposto da Aristotele. Bartolomé de Las Casas argomentò invece che no, non era giusto: gli indigeni erano barbari, ma barbari relativamente civilizzati e certamente non meritevoli di essere trattati in quel modo disumano. Il re approfittò del dissenso e la conquista continuò. [Jill Lepore, These Truths, pp. 20-25]

11. Self-help settecentesco. “La somma de’ desiderj dipende dalla primitiva sensibilità e dall’ordine delle idee”. Se i nostri desideri non sono granché, non è soltanto colpa di quella primitiva sensibilità che ci ritroviamo senza volere. Dovremmo forse ripensare il nostro “ordine delle idee”. [Pietro Verri, Meditazioni sulla felicità, p. 3]

12. I sabato sera del Greenwich Village sono sopravvalutati? Così pensò Alberto Arbasino nel 1959: “Benché appaia arduo trovare un qualche ambiente privo del tutto di qualche curiosità umana, queste specie di bohème conformistica e inutile credo che siano tra le più fastidiose. […A]gli artisti da caffè o stradina o straduccia preferisco ancora quelli da biblioteca universitaria, dove si lavora molto meglio e si conclude (anche nel sex, a Harvard o alla Sorbona) assai di più”. [Alberto Arbasino, America amore, p. 361]

13. Il primo impeachment. Nel marzo del 1868 cominciò il processo in Senato del Presidente Andrew Johnson, il primo presidente USA della storia a essere messo in stato d’accusa dalla Camera (il secondo fu Bill Clinton nel 1998; il terzo Donald Trump, e il processo è in corso in questi giorni). A difendere Johnson c’era anche William Maxwell Evarts, uno dei più illustri avvocati del tempo. Evarts considerava Johnson un uomo volgare e in molti si stupirono che avesse accettato di difendere il presidente. Ma Evarts aveva detto: “Il successo di cui sono orgoglioso riguarda non tanto le cose che mi piace fare ma quelle che non mi piace fare”. Non si raggiunse la maggioranza dei due terzi per rimuovere Johnson, che restò presidente. Evarts fu nominato ministro della giustizia. [Brenda Wineapple, The Impeachers. The Trial of Andrew Johnson and the Dream of a Just Nation, p. 280]

Misurazioni

14. Rischio di morte violenta per gli Imperatori romani. Quarantatré dei sessantanove imperatori dell’Impero Romano unito (da Augusto a Teodosio) sono morti di morte violenta (assassinati [69%], in battaglia [12%], o per suicidio [9%]). Joseph Homer Saleh, professore di ingegneria aerospaziale, ha misurato come questo serio rischio professionale variava in base alla fase della carriera dell’imperatore. La curva che ne risulta assomiglia alla forma di una vasca da bagno ed è simile al rischio di malfunzionamento di molte componenti elettroniche e aggeggi ingegneristici. Rischio altissimo nel primo anno al potere; poi più basso; stabile tra l’ottavo e il dodicesimo anno; e dopo nuovamente grave.

15. Al cinema è tutta un’altra cosa. Sono un grandissimo fan dello streaming, ma sono convinto come tanti che guardare un film in sala sia un’esperienza migliore. Un nuovo paper degli psicologi Fröber e Thomaschke ci dà ragione. I risultati del loro esperimento mostrano che al cinema tutte le emozioni sono più intense, con l’eccezione della noia (che risulta invece più forte a casa).

16. Sesso su Craiglist. Secondo questo nuovo paper, l’uso di Craiglist (popolare sito di annunci negli USA) per servizi sessuali ha portato a una riduzione del 10-17% negli omicidi di donne. La spiegazione sarebbe che Craiglist ha consentito alle prostitute di operare al chiuso (e non per strada) e di scartare in anticipo alcuni clienti pericolosi. Vietare lo scambio di servizi sessuali online (come vorrebbe fare qualcuno) potrebbe quindi comportare rischi seri per chi lavora in questo settore.

17. Non siate troppo pazienti. La correlazione tra pazienza e felicità è positiva fino a un certo punto. Oltre questo punto, essere ancora più pazienti rende più infelici. [Paola Giuliano & Paola Sapienza, The cost of being too patient, NBER Working Paper]

18. La meditazione fa bene? Un buon ripasso aggiornato degli studi fatti su quanto la meditazione buddhista faccia davvero bene. Tanti studi sembrano metodologicamente difettosi, dice l’autore, ma alcuni sono solidi. Per quel che ne sappiamo, la meditazione sembrerebbe aiutare a essere persone migliori.

19. Dieta a basso impatto ambientale. Si sente dire spesso che mangiare prodotti locali fa bene all’ambiente perché il trasporto inquina. Ma Hannah Ritchie spiega che le emissioni di gas serra derivanti dal trasporto contano solo per il 6% di tutte le emissioni legate alla produzione e distribuzione di cose da mangiare. Mentre ad esempio la produzione di latticini, carne e uova conta per l’83%. Quello che mangiamo sembra contare molto di più del posto da dove arriva.

Cronache

20. La felicità delle mucche. I produttori del gelato Ben & Jerry sono stati citati in giudizio per pubblicità ingannevole perché scrivevano sulle vaschette che loro mucche erano felici. Invece, il latte usato per il gelato era perlopiù normale latte industriale (e dunque le mucche, si deduce, perlopiù infelici). Ben & Jerry ha provato a difendersi dicendo che la felicità è una questione soggettiva e non misurabile; poi però ha cambiato la scritta sulle confezioni e ha smesso di pronunciarsi sulla felicità delle sue mucche. [Miami Herald]

21. Senza dolore. Jo Cameron ha una mutazione genetica che non le fa sentire dolore fisico o spirituale. Può fratturarsi un osso e non sentire granché. È una signora gentile e pacata: forse non è vero che il dolore ha un qualche insegnamento da offrirci. [New Yorker]

Roberto Tallarita

Studia cose tra diritto e economia, ma ha sempre il cruccio della filosofia. Ha vissuto in Sicilia, a Roma, a New York, a Milano; e ora a Cambridge, Massachusetts. Gli piacciono i libri, i paesaggi americani, e le discussioni sui massimi sistemi. Scrive cose che nessuno gli ha richiesto sin dalla più tenera età. Twitter: @r_tallarita