• Mondo
  • Lunedì 13 ottobre 2025

Cronaca di una giornata intensa per Israele e per i palestinesi

E frenetica, iniziata la mattina presto con la liberazione degli ostaggi israeliani e finita con l'incontro in Egitto

Ziv Berman, tra gli ostaggi rilasciati, festeggia dal finestrino di un elicottero diretto allo Sheba Medical Center, vicino a Tel Aviv (AP Photo/Leo Correa)

Lunedì mattina Hamas ha rilasciato i 20 ostaggi ancora vivi che erano presenti nella Striscia di Gaza, e in cambio le autorità israeliane hanno liberato circa 2mila detenuti palestinesi, come previsto dall’accordo per il cessate il fuoco. In seguito il presidente statunitense Donald Trump ha tenuto un discorso al parlamento israeliano, poi è andato in Egitto per partecipare a un atteso incontro sul futuro della Striscia insieme a una trentina di leader internazionali, da cui è emerso poco di concreto. Il Post ha seguito tutti gli aggiornamenti con questo liveblog.

Live Blog
21:2313 ottobre 2025

Cosa è successo in questa giornata intensa, in tre punti

Ci sono stati finora tre momenti importanti – ma non tutti della stessa importanza – in cui si può dividere la giornata di oggi.

1- Il momento più rilevante e intenso è stato questa mattina, quando c’è stato lo scambio tra Israele e Hamas degli ostaggi israeliani e dei prigionieri palestinesi, accolto con grandi festeggiamenti da entrambe le parti.

Venti ostaggi ancora vivi sono stati consegnati alla Croce Rossa internazionale in due punti della Striscia di Gaza, poi sono stati portati in Israele dove hanno incontrato familiari e amici. Finita questa prima fase, Israele ha cominciato a liberare circa 2mila prigionieri palestinesi che erano detenuti nelle sue prigioni: alcuni sono stati portati nel sud della Striscia, a Khan Yunis, altri a Gerusalemme Est e Ramallah, in Cisgiordania, altri ancora verranno espulsi. Nel tardo pomeriggio Hamas ha restituito anche i corpi di quattro ostaggi morti mentre erano prigionieri nella Striscia: secondo gli accordi avrebbe dovuto consegnare i corpi di 28 ostaggi morti, e Israele se n’è già lamentato.

L’arrivo di alcuni prigionieri palestinesi a Khan Yunis, Striscia di Gaza (AP Photo/Abdel Kareem Hana)

2- Il discorso di Trump alla Knesset, il parlamento israeliano, è iniziato dopo la liberazione di tutti gli ostaggi israeliani. Trump è stato accolto con grandissimi onori, una standing ovation e molti cappellini rossi molto simili a quelli dei suoi sostenitori, ma invece dello slogan abituale (Make America Great Again) c’era scritto Trump the peace president, cioè «Trump il presidente della pace».

C’è stata una breve contestazione di due parlamentari di sinistra, che sono stati portati rapidamente fuori dall’aula dalla sicurezza. Durante il discorso Trump si è rivolto un po’ scherzosamente a Netanyahu e gli ha detto, chiamandolo col suo soprannome: «Ora puoi essere un po’ più gentile, perché non sei più in guerra, Bibi».

Trump e Netanyahu alla Knesset, il parlamento israeliano (AP Photo/Evan Vucci, Pool)

3- Dopo il discorso alla Knesset, Trump è andato a Sharm el Sheikh, in Egitto, dove si è incontrato con diversi capi di stato e di governo. Tra gli altri c’erano Mahmoud Abbas, il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (l’ente para-governativo che amministra un pezzo della Cisgiordania), con cui si è stretto la mano; il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi, che governa in maniera autoritaria e che Trump ha elogiato anche per la «pochissima criminalità» che c’è in Egitto; e diversi leader europei tra cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, verso la quale Trump ha fatto una battuta forse poco apprezzata.

Trump ha firmato un documento sul futuro di Gaza, che dovrebbe trattare alcune delle questioni più delicate, come il ritiro dei militari israeliani e il governo futuro della Striscia. Il documento è però molto vago e di fatto non menziona decisioni precise. 

Trump e al Sisi durante l’incontro a Sharm el Sheikh (AP Photo/Evan Vucci)

Poco dopo le 20 ora italiana Trump è poi ripartito con l’Air Force One, l’aereo presidenziale, per tornare negli Stati Uniti. 

21:1513 ottobre 2025

Come è andato l’incontro a Sharm el Sheikh

Il risultato della riunione di lunedì pomeriggio a Sharm el Sheikh, in Egitto, è stato un documento molto vago sul futuro della Striscia di Gaza firmato da Trump, dai presidenti di Egitto e Turchia e dall’emiro del Qatar, alla presenza di una trentina di altri leader internazionali. Trump aveva alzato molto le aspettative sull’incontro: l’aveva descritto come l’inizio della «fase due» dei negoziati, cioè quella più complessa e a rischio di fallimento. In realtà l’evento è stato più che altro una grossa occasione di visibilità per Trump e per gli altri leader presenti, fra cui c’era anche Mahmoud Abbas, il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, ossia l’ente para-governativo che amministra un pezzo della Cisgiordania.

Abbiamo raccontato cosa è successo in questo articolo:

Alla fine è stato un altro show di Trump, che ha attirato tutte le attenzioni nonostante la presenza di una trentina di leader mondiali

Visualizza l'immagine per {title}
19:5013 ottobre 2025

Cosa si è detto (e non detto) in Egitto sulla “soluzione dei due stati”

Fra le molte cose di cui ha parlato Donald Trump nella riunione sul futuro di Gaza non c’era la cosiddetta “soluzione dei due stati”, che prevede la nascita di uno stato autonomo palestinese a fianco di quello israeliano. È una proposta di cui si parla da decenni, finora senza risultati. Era prevista anche dagli Accordi di Oslo del 1993, con i quali Israele e Autorità Palestinese per la prima volta si riconobbero come legittimi interlocutori. 

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha però sempre ribadito la sua totale contrarietà alla nascita di uno stato palestinese, mentre Trump lo scorso 9 ottobre ha risposto a una specifica domanda sulla “soluzione dei due stati” dicendo di non avere un’opinione in merito. A fine settembre un certo numero di paesi e governi aveva riconosciuto formalmente lo stato di Palestina: lo avevano fatto Francia, Belgio, Portogallo, Regno Unito, Canada e Australia. Oggi 157 paesi sui 193 delle Nazioni Unite riconoscono la Palestina: fra questi non ci sono gli Stati Uniti (e nemmeno l’Italia). 

Durante l’incontro in Egitto Trump non ha mai menzionato l’opzione dei “due stati”, né parlato di un futuro stato palestinese.

Lo ha fatto invece il presidente dell’Egitto Abdel Fattah al Sisi, che ha ospitato l’incontro: ha detto che l’attuale processo di pace può portare «all’attuazione della soluzione dei due stati», in modo da garantire «una collaborazione, e persino una integrazione» fra tutti i paesi della regione.

19:4213 ottobre 2025

Intanto cibo e beni di prima necessità stanno arrivando nella Striscia di Gaza

Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha detto che con l’inizio del cessate il fuoco la distribuzione di cibo, medicinali e altri beni essenziali nella Striscia di Gaza è notevolmente aumentata: «Le agenzie dell’ONU stanno raggiungendo aree e persone che erano state tagliate fuori da tutto per mesi». Ha però aggiunto che è solo un inizio, e che le necessità della popolazione palestinese restano enormi.

Un camion con beni di prima necessità al varco di Rafah tra l’Egitto e la Striscia di Gaza, ieri 12 ottobre (AP Photo/Mohamed Arafat)

18:1413 ottobre 2025

Trump se ne torna negli Stati Uniti, sentendosi vittorioso

Dopo la conclusione dell’incontro Trump si è subito diretto all’aeroporto di Sharm el Sheikh e si è imbarcato sull’Air Force One (l’aereo su cui viaggia il presidente degli Stati Uniti) per rientrare a Washington. Prima di salire si è voltato e ha salutato brevemente i presenti, ma non si è fermato a parlare con i giornalisti.

Trump si imbarca sull’Air Force One per rientrare negli Stati Uniti (AP Photo/Evan Vucci)

18:1113 ottobre 2025

Tolta la propaganda e i momenti imbarazzanti, cosa ha detto Trump in Egitto

Nel discorso alla riunione sul futuro di Gaza in Egitto, al di là di mooolta propaganda e alcuni momenti imbarazzanti, Trump ha detto alcune cose su come immagina quel futuro. Sono state dichiarazioni poco concrete ma che dicono qualcosa in più sulle sue intenzioni, visto che sul suo piano di 20 punti firmato oggi si sa ancora poco. 

(AP Photo/Evan Vucci, Pool)

Trump ha detto per esempio che il Consiglio di pace, cioè l’ente tecnocratico che secondo il piano dovrebbe governare la Striscia di Gaza nell’immediato, verrà allargato rispetto ai piani iniziali, perché molti paesi vorrebbero parteciparvi (non ha detto quali). Finora l’unico nome noto tra i possibili componenti era quello dell’ex primo ministro britannico Tony Blair, che c’era all’incontro: oggi Trump ha invitato a farne parte il presidente egiziano al Sisi, che ha accettato.

17:4013 ottobre 2025

Trump ha presentato Meloni come una «bellissima giovane donna»

Dopo avere stretto la mano e fatto foto con i molti leader internazionali arrivati in Egitto per la riunione sul futuro di Gaza, e dopo avere firmato un documento di cui si sa pochissimo, Trump ha presentato i vari capi di stato e di governo introducendoli per nome, come fa spesso in queste occasioni per dare l’idea di avere con loro un rapporto di familiarità.

A un certo punto ha descritto la presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni, come una «bellissima giovane donna», aggiungendo che «se usi la parola “bellissima” parlando di una donna, negli Stati Uniti è la fine della tua carriera politica, ma correrò il rischio». Meloni, che era in piedi alle sue spalle, è sembrata restare inizialmente interdetta e imbarazzata, poi ha cambiato espressione quando il presidente si è girato e l’ha guardata, chiedendole se le dispiacesse quella descrizione.

17:2713 ottobre 2025

Una foto notevole da Khan Yunis

È stata scattata oggi e mostra decine di migliaia di persone assembrate in città, nel sud della Striscia di Gaza, mentre circondano gli autobus con a bordo i prigionieri palestinesi liberati da Israele. In previsione del loro arrivo, vicino all’ospedale Nasser era stato allestito uno spazio per accoglierli, con centinaia di sedie. Più o meno nello stesso punto ad agosto 20 persone, tra cui 5 giornalisti, erano state uccise da un doppio attacco dell’esercito israeliano.

(REUTERS/Stringer)

17:0913 ottobre 2025

Le prime foto dall’incontro a Sharm el Sheikh

I leader internazionali arrivati a Sharm el Sheikh per l’incontro sul futuro della Striscia di Gaza si sono messi in posa per le foto di rito, per poi prendere posto nella sala dove c’è stata la cerimonia della firma (sul documento però si sa pochissimo). Ancora una volta al centro c’era Trump, seduto assieme ad al Sisi a un lungo tavolo davanti al quale era stata sistemata la grossa scritta “PEACE 2025”.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e quello dell’Egitto, Abdel Fattah al Sisi, firmano alcuni documenti all’inizio dell’incontro (AP Photo/Evan Vucci)


Il presidente francese Emmanuel Macron (Yoan Valat, Pool photo via AP)


I leader in posa per una fotografia (AP Photo/Evan Vucci, Pool)


L’ex primo ministro britannico Tony Blair seduto in attesa che l’incontro cominci (Suzanne Plunkett, Pool Photo via AP)

17:0413 ottobre 2025

Hamas ha restituito i corpi di altri due ostaggi

Hamas ha consegnato alla Croce Rossa altri due corpi di ostaggi israeliani morti durante la prigionia nella Striscia di Gaza, dopo i primi due già consegnati nel pomeriggio. Hamas aveva detto che oggi avrebbe restituito quattro corpi, invece dei 28 previsti dall’accordo di pace. 

17:0013 ottobre 2025

La pomposa cerimonia per la firma di un accordo di cui si sa ancora molto poco

Si è appena conclusa quella che nel programma dell’incontro di Sharm el Sheikh era segnata come la cerimonia per la firma del documento sul futuro di Gaza. Donald Trump ha firmato il documento per primo, a favore di telecamere e dopo un discorso particolarmente lusinghiero verso i propri sforzi e quelli degli alleati. «Ci sono voluti 3mila anni per arrivare a questo momento, ci credete? E reggerà, reggerà», ha detto. Poi hanno firmato il presidente egiziano al Sisi, che insieme a Trump ha co-presieduto l’incontro, insieme ai rappresentanti del Qatar, uno dei più importanti mediatori per la fine della guerra a Gaza, e della Turchia.

Gli altri capi di stato e di governo presenti lo firmeranno in seguito. Resta comunque aperta una questione non da poco: cosa sia contenuto con precisione nel documento non è ancora stato reso noto. «Ci darà molte regole, regolamenti e altre cose, è molto completo» ha detto Trump.

16:4813 ottobre 2025

Ci aspettiamo poco dall’incontro in Egitto su Gaza

Arrivando all’incontro tra leader internazionali a Sharm el Sheikh, in Egitto, Trump ha sostenuto che fosse iniziata la «fase due» dei negoziati, quella che dovrebbe chiarire alcuni aspetti chiave del futuro della Striscia di Gaza e che era stata rimandata dopo l’attuazione della «fase uno», cioè il cessate il fuoco, il ritiro parziale dei soldati israeliani e lo scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi.

Nonostante le dichiarazioni trionfali di Trump, è difficile che oggi si facciano passi avanti, anche perché ai colloqui non partecipa Israele, cioè il paese da cui dipende l’attuazione del piano in 20 punti del presidente statunitense. Ci sarà comunque la cerimonia della firma del piano, già iniziata.

Il piano per ora è molto vago, e molto favorevole a Israele. In passato Hamas aveva sempre rifiutato alcune condizioni previste dal testo, come il disarmo e la propria esclusione dal futuro governo di Gaza. Non è scontata neppure l’attuazione della prima fase del cessate il fuoco, quella in cui ci troviamo e in cui sono stati liberati tutti gli ostaggi ancora vivi. In particolare, può diventare un problema la restituzione dei corpi: il governo israeliano sta sostenendo che considererà una violazione la mancata restituzione di tutti i 28 uccisi, dopo che Hamas ha fatto sapere che oggi ne avrebbe restituiti solo 4.

16:3813 ottobre 2025

L’incontro tra Avinatan Or e Noa Argamani

Questa foto mostra uno dei primi momenti in cui si sono incontrati in ospedale Avinatan Or e Noa Argamani, una coppia di cittadini israeliani rapiti da Hamas lo scorso 7 ottobre al Nova Music Festival. I due erano diventati noti nei giorni successivi all’attacco a causa di un video in cui si vedeva il momento in cui venivano rapiti e separati. Argamani, all’epoca 26enne, fu portata via in motocicletta mentre Or, di 30 anni, fu spinto altrove da un miliziano di Hamas.

I due non si vedevano da allora. Argamani era stata liberata lo scorso giugno in un’operazione dell’esercito israeliano in un campo profughi nella Striscia di Gaza, in cui erano state uccise 200 persone palestinesi. Or invece è stato liberato oggi.

16:3013 ottobre 2025

Qualche aneddoto dei detenuti palestinesi liberati da Israele

Tra le persone palestinesi liberate da Israele lunedì c’è anche Saber Masalma, membro di Fatah, cioè la fazione palestinese moderata che domina l’Autorità Nazionale Palestinese, che governa parte della Cisgiordania. Masalma era stato condannato all’ergastolo nel 2002, 23 anni fa. Una parente che è andata ad accoglierlo a Ramallah, in Cisgiordania, ha raccontato al Guardian di non averlo più visto da quando Israele interruppe le visite dei familiari ai detenuti dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre del 2023, poco più di due anni fa. «Sembra un cadavere. Ma lo rimetteremo in sesto», ha detto parlando della sua magrezza.

Molti dei detenuti palestinesi sono in pessime condizioni di salute: hanno mostrato segni evidenti di percosse e difficoltà a camminare. Uno di loro ha detto che le condizioni di detenzione sono state «orribili». Sono state diffuse anche le immagini di Omar Yahya al-Karnaoui, un prigioniero palestinese affetto da autismo che era stato arrestato da Israele dopo il 7 ottobre.

16:2913 ottobre 2025

Una stretta di mano importante tra Trump e Abbas

Prima della riunione tra leader internazionali a Sharm el Sheikh, in Egitto, molti capi di stato e di governo sono andati da Trump per stringergli la mano e farsi una foto con lui, probabilmente anche con l’obiettivo di compiacerlo (come ormai è d’abitudine). Tra loro c’era anche Mahmoud Abbas, il presidente dell’Autorità Palestinese (l’ente para-governativo che amministra un pezzo della Cisgiordania).

Trump e Abbas si sono stretti la mano e hanno parlato più a lungo rispetto al tempo contingentato avuto dagli altri leader. È stata una cosa notevole, visto che solo un mese fa il governo degli Stati Uniti aveva negato il visto ad Abbas e ad altri funzionari dell’Autorità per impedire loro di partecipare all’assemblea generale dell’ONU a New York.

Altri leader si sono sottoposti a questa specie di processione, che aveva in sottofondo una musica trionfale, e ci sono state altre strette di mano a loro modo notevoli. Per esempio, quella col presidente francese Macron è durata una trentina di secondi, durante i quali i due si sono quasi strattonati (ci sono abituati quando s’incontrano). Il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez, invece, si è tenuto piuttosto distante quando Trump l’ha tirato nella sua direzione.

16:0113 ottobre 2025

«Ti trovo bene, ma devo farti smettere di fumare»

Nell’attesa di Trump, i diversi leader internazionali si sono intrattenuti con saluti e conversazioni di circostanza. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha trovato il tempo di rimproverare Giorgia Meloni sul suo consumo di sigarette. Mentre le stringeva la mano le ha detto, con un tono un bel po’ paternalista: «Ti trovo bene, ma devo farti smettere di fumare». Lei ha risposto «lo so, lo so». E tutti intorno a ridere.

15:5313 ottobre 2025

Hamas ha consegnato i corpi di due ostaggi

Nel frattempo, nella Striscia di Gaza Hamas ha consegnato alla Croce Rossa i corpi di due ostaggi morti durante la prigionia. La Croce Rossa a sua volta li consegnerà alle forze armate israeliane, non è stato reso noto dove e quando. In tutto oggi Hamas dovrebbe consegnare i corpi di 4 ostaggi (non 28 come previsto in origine dagli accordi).

15:5213 ottobre 2025

Intanto Trump sta parlando con il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi

Trump intanto è arrivato a Sharm el Sheikh dove si terrà l’incontro con i leader internazionali; che però sono ancora in attesa del suo arrivo perché nel frattempo sta tenendo un incontro bilaterale con il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi. Trump ha elogiato al Sisi – che governa il paese maniera autoritaria dal 2014 – affermando che l’Egitto ha «pochissima criminalità»; riguardo ai negoziati su Gaza Trump gli ha detto: «Hai svolto un ruolo molto importante, grazie».

Secondo il programma questo momento precederà la discussione generale con gli altri leader, in origine prevista tre ore e mezza fa. Nella foto qui sotto Donald Trump è seduto con al Sisi alla sua sinistra; alla sua destra ci sono il segretario di Stato Marco Rubio e il capo negoziatore in Medio Oriente Steve Witkoff.

(AP/Evan Vucci)

15:3213 ottobre 2025

Leggere Ilan Pappé durante il discorso di Trump

Ofer Cassif è uno dei due parlamentari di sinistra che sono stati portati fuori dall’aula per aver interrotto brevemente il discorso di Trump con una protesta. Cassif ha postato sui social una sua foto in cui, prima dell’espulsione, lo si vede mentre legge tra i banchi uno dei libri più famosi di Ilan Pappé, La pulizia etnica della Palestina. Pappé è uno dei più importanti storici di Israele, noto per le sue critiche al governo e alla società israeliani: insieme a sempre più esperti di diritto internazionale anche lui ritiene che a Gaza stia avvenendo un genocidio, come ha spiegato nelle ultime settimane in molte interviste. Di recente Pappé è anche stato ospite di Globo.

Nel post Cassif ha scritto: «Durante il discorso di bugie del criminale di guerra Netanyahu, ho preferito leggere la verità»

15:2113 ottobre 2025

[in sottofondo: musica da ascensore]

Trump è arrivato a Sharm el Sheikh, e i diversi leader con cui dovrebbe parlare del futuro di Gaza lo stanno aspettando in una specie di sala d’attesa: Trump ha accumulato diverse ore di ritardo, e alcuni di loro sono lì già da stamattina. C’è da dire che la stanza imbastita dal governo egiziano di al Sisi sembra piuttosto comoda, come si vede da questo video notevole che sta circolando online e che li mostra seduti su soffici poltrone dorate.