La nuova vita di Liz Truss
L'ex prima ministra britannica è una fan sperticata di Trump, dice di essere stata «deposta» da un complotto e da poco ha anche uno show su YouTube

L’ex prima ministra britannica Liz Truss non si è mai davvero ripresa dalla fine del suo incarico, durato appena 49 giorni nel 2022. Negli ultimi anni ha radicalizzato sempre di più le sue posizioni, avvicinandole a quelle dell’estrema destra trumpiana, e dice di essere stata vittima di un gigantesco complotto, quando invece perse la fiducia del suo Partito Conservatore per via di una riforma finanziaria spericolata.
Questo ha portato Truss a essere considerata impresentabile dalla destra britannica, specie da quella istituzionale. Nel Regno Unito è consuetudine che le e gli ex primi ministri restino piuttosto defilati dalle polemiche politiche, allontanandosi almeno in parte dalla vita pubblica. Truss invece sta facendo di tutto per tornarci, e tornare rilevante. La sua ultima trovata, molto commentata, è stata un videopodcast.
Sì, nel post sul suo profilo Truss parla di sé in terza persona
Si chiama Liz Truss Show e ha un apparato scenico piuttosto modesto. La retorica con cui è stato presentato riassume la trasformazione di Truss: l’ex prima ministra sostiene che nel Regno Unito ci sia una censura di stato e che il podcast serva a fare una «controrivoluzione». «Il Deep State ha provato a distruggermi, ma sono tornata», è lo slogan.
Deep State è un’espressione cara ai teorici del complotto e all’estrema destra, usata spesso anche dal presidente statunitense Donald Trump. La teoria di Truss è che il suo governo sia stato sabotato da una macchinazione di burocrati e funzionari ostili alle sue riforme economiche radicali. I media britannici hanno ritenuto poco credibili questi toni anti-establishment per una politica che ne ha fatto parte così a lungo: Truss ha avuto incarichi governativi ininterrottamente dal 2012 al 2022, tra cui quello di ministra del Commercio internazionale e degli Esteri.

Gli ex primi ministri britannici, tra cui Truss, insieme a quello attuale Keir Starmer durante la commemorazione del 9 novembre 2025 a Londra (Toby Melville – WPA Pool/Getty Images)
Poco dopo la fine del suo brevissimo governo, Truss aveva iniziato a sostenere di non essere stata capita. Ha radicalizzato la sua visione man mano che si è avvicinata al mondo MAGA, cioè il movimento che sostiene Trump, di cui è diventata una specie di aralda britannica.
Questo processo è diventato più evidente da quando Truss ha perso il suo seggio in parlamento, alle elezioni del 2024. Negli ultimi due anni ha partecipato più volte agli eventi della Conservative Political Action Conference (CPAC), il congresso dei principali movimenti politici conservatori statunitensi a cui in passato è intervenuta due volte anche Giorgia Meloni, ed è stata spesso ospite sulla rete statunitense di destra Fox News. Ha anche sostenuto che solo «una rivoluzione» come quella di Trump potrebbe salvare il Regno Unito.
Un’ospitata di Truss su Fox era diventata famosa anche per questo siparietto goffo,
per promuovere il suo libro Dieci anni per salvare l’Occidente
Truss ha sostenuto teorie del complotto, non solo sulla fine del suo mandato (nel primo episodio dello Show ha detto di essere stata «deposta»). Ha intrapreso una specie di crociata contro la Banca d’Inghilterra, presentata come sua acerrima nemica, sostenendo che sia il vero potere che governa il Regno Unito. Ha accusato il civil service, cioè i funzionari pubblici di carriera che a lungo sono stati un vanto per il paese, di essere ostaggio di un’ideologia woke e ambientalista.
Insomma le tesi più ardite dei primi tre episodi del videopodcast – e ce ne sono – sono sorprendenti soprattutto per chi ha perso di vista Truss negli ultimi anni, ma sono coerenti con la sua evoluzione.
Il Liz Truss Show, peraltro, è prodotto da un network statunitense (Just the News) di un giornalista, John Solomon, che è un noto propalatore di teorie del complotto e organico al movimento MAGA. Uno dei primi ospiti di Truss proviene proprio da questo mondo: Steve Bannon, l’ex stratega di Trump che è rimasto molto influente nella destra statunitense. Sullo sfondo delle interviste si nota un cappellino rosso con lo slogan trumpiano “Make America Great Again”.

Giocare a golf è sempre una buona idea se sei fan di Trump (Kate McShane/Getty Images)
I media britannici hanno reagito con un misto di incredulità e scherno al videopodcast, anche dovuto al fatto che la prima puntata è uscita con più di un’ora di ritardo su quanto pubblicizzato. Recensendo il videopodcast, il Guardian gli ha dato una sola stella (sulle cinque possibili) e ha ipotizzato che il vero pubblico a cui è destinato sia quello statunitense.
Come detto infatti Truss è screditata in patria. La sua immagine è inesorabilmente associata al fallimento e all’implosione del suo governo, e alla lattuga che durò più di lei nella diretta di un tabloid rimasta celebre. La nuova leadership dei Conservatori sta ancora cercando di dissociarsi da quel periodo e di ricostruirsi una credibilità come partito di governo.
Reform UK, il partito sovranista di Nigel Farage che da mesi è primo nei sondaggi, potrebbe sembrare una collocazione più naturale per le attuali idee di Truss. Quando la voce è circolata però Reform ha subito messo le mani avanti chiarendo di non volerne sapere di lei. I sondaggi danno ragione ai dirigenti: Truss è stata la prima ministra più impopolare di questo secolo – persino più dell’attuale, Keir Starmer dei Laburisti, che pure ha i suoi problemi.

Truss in una puntata del suo show. Sullo sfondo c’è in evidenza il suo libro, Dieci anni per salvare l’Occidente, e un manifesto contro Tony Blair (da YouTube)
Dalla fine del suo incarico, vari commentatori si sono chiesti quali siano le ragioni dell’involuzione politica di Truss, da leader di uno dei più antichi ed efficaci partiti britannici a una sorta di propagandista trumpiana.
Alcuni hanno indicato la discontinuità ideologica che ha accompagnato tutta la sua carriera. Cresciuta in una famiglia di sinistra, Truss aveva manifestato contro Margaret Thatcher, la leader che i Conservatori tuttora prendono a modello. Da giovane aveva militato nei Libdem e chiedeva l’abolizione della monarchia. Ai tempi del referendum su Brexit, era stata una strenua sostenitrice della permanenza nell’Unione Europea, per poi ritrattare negli anni successivi.
L’ex parlamentare dei Conservatori Rory Stewart ha ricordato nella sua autobiografia politica che, quand’erano colleghi e Truss ministra, lei gli consigliò di basare le sue proposte sull’efficacia per i media più che sulla profondità (oggi Stewart conduce uno dei più ascoltati podcast di chiacchiera politica). Altri ex colleghi, restando anonimi, hanno raccontato a Politico che la svolta, per così dire, di Truss è coincisa col trauma della rapidissima fine del suo incarico.
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