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  • Giovedì 20 ottobre 2022

Liz Truss è sempre più in bilico

Mercoledì si è dimessa la ministra dell'Interno, mentre la fiducia nella prima ministra è sempre più bassa anche tra i Conservatori

(Daniel Leal-WPA Pool/Getty Images)
(Daniel Leal-WPA Pool/Getty Images)
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Aggiornamento: Giovedì pomeriggio Liz Truss ha annunciato le sue dimissioni, dopo che la gran parte dei membri del suo partito le aveva ritirato il proprio sostegno.

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Il governo britannico guidato dalla Conservatrice Liz Truss potrebbe essere più vicino a cadere, dopo che nelle ultime ore una serie di eventi ne hanno evidenziato l’estrema fragilità. Nel pomeriggio di mercoledì si è dimessa la ministra dell’Interno, Suella Braverman, e in serata il governo ha rischiato di essere sconfitto dall’opposizione in una votazione che la stessa Truss aveva definito come «un voto di fiducia».

Braverman – che da quando era diventata ministra si era fatta notare soprattutto per le sue posizioni molto dure nella lotta all’immigrazione e per la sua retorica colorita – aveva motivato le sue dimissioni ammettendo di aver violato le regole del governo inviando un documento ufficiale a un parlamentare dal suo account mail privato. Ma nella lettera di dimissioni ha attaccato violentemente il governo, definendolo di fatto inetto e inadeguato, e provocando nuove divisioni. Al suo posto è stato nominato il moderato Grant Shapps, già ministro dei Trasporti nel governo di Boris Johnson.

Le dimissioni di Braverman arrivano a pochi giorni dalla sostituzione di un altro importante ministro, quello dell’Economia, Kwasi Kwarteng, che era stato il principale ideatore della criticatissima riforma fiscale che prevedeva grossi tagli alle tasse per i più ricchi. Il piano di riforma aveva causato una grave crisi finanziaria che aveva fatto crollare la sterlina e salire i rendimenti sui titoli di stato a livelli record. Al posto di Kwarteng, Truss aveva scelto Jeremy Hunt, esponente dell’ala centrista e moderata del Partito Conservatore. Pochi giorni fa Hunt ha annunciato la cancellazione di quasi tutte le riforme proposte dal suo predecessore, per provare a placare i mercati.

– Leggi anche: La copertina dell’Economist che paragona la disastrosa situazione del Regno Unito all’Italia

Mercoledì pomeriggio c’è stato un altro momento piuttosto critico per il governo di Truss, durante il question time settimanale alla Camera dei Comuni. I parlamentari di opposizione hanno rivolto critiche molto dure a Truss. Keir Starmer, leader dei Laburisti, ha iniziato il suo intervento notando scherzosamente che era in corso la realizzazione di un libro biografico su Truss. «A quanto pare uscirà entro Natale. È la data di uscita o il titolo?», sottintendendo che Truss potrebbe lasciare il ruolo di prima ministra prima della fine dell’anno.

In serata c’è stato poi un voto su una mozione dell’opposizione che chiedeva di vietare il cosiddetto fracking, ovvero l’estrazione di gas naturale tramite trivellazione di sedimenti rocciosi. Il governo di Truss vorrebbe reintrodurre la possibilità di effettuare trivellazioni di questo tipo nel Regno Unito, dove il fracking è stato vietato dal 2019 in seguito a una serie di eventi sismici, per contrastare la crisi energetica e sopperire alla domanda di gas.

La posizione di Truss non è però condivisa da tutto il suo partito, e si è visto chiaramente nel voto di mercoledì sera: i Laburisti avevano proposto una mozione per estendere il divieto, e Truss aveva detto ai parlamentari Conservatori che se non avessero votato per respingere la mozione avrebbe considerato il loro voto come una sfiducia al governo.

Alla fine la maggioranza di governo ha bocciato la mozione, con 326 voti contro i 230 dell’opposizione, ma 40 parlamentari Conservatori non hanno votato. I giornali inglesi hanno raccontato che ci sono stati momenti di grande caos alla Camera dei Comuni, dove alcuni membri del governo avrebbero cercato di costringere fisicamente e con la forza alcuni parlamentari Conservatori a votare. Nelle ore successive diversi esponenti del partito hanno chiesto le dimissioni di Truss, che a sua volta ha detto che i 40 parlamentari dissidenti potrebbero subire sanzioni disciplinari.